Nella stalla dei sogni

Don Niles (terzo da sinistra) in compagnia della delegazione di Alta Italia

Gestione mandria

Nella stalla dei sogni

Viaggio nel Wisconsin (Usa), ospiti della mitica Dairy Dreams. Il cui titolare, Don Niles, ci racconta cosa significa allevare e mungere 3.000 vacche, per la maggior parte Holstein x Jersey, da 41 litri di media e con titoli “stellari"

 

Per tutti gli appassionati di bovine da latte è indubbiamente una gioia poter visitare la Dairy Dreams. Quando arriviamo a Casco, vicino a Green Bay, nella parte orientale del Wisconsin, il sole sta tramontando per lasciare il posto ad una tipica fredda serata invernale. La prima impressione è quella di una “stalla” funzionale, ordinata, dove regna la tranquillità per le 3.000 vacche in mungitura. E forse un motivo c’è, l’allevamento rispecchia la personalità del suo ideatore, Don Niles. Don è veramente un’autorità nel mondo del latte, non solo in Wisconsin. Veterinario di lunghissima esperienza, dopo oltre 20 anni di libera professione ha deciso di costruire dal nulla la Dairy Dreams che inizialmente ospitava 1.200 vacche in lattazione. La sua cordialità e il suo sorriso ci invitano in ufficio per una di quelle chiacchierate che non si dimenticano. 

Don ci chiede prima di tutto dell’Italia e della nostra imminente visita al meeting del Dairy Cattle Reproduction Council (DCRC), evento al quale è stato più volte ospite come relatore, mentre quest’anno sarà nel pubblico per continuare ad aggiornarsi e a confrontarsi con colleghi, professori universitari ed esperti del settore. Ascoltiamo i protocolli di gestione aziendale in religioso silenzio, e fatichiamo quasi a credere ai numeri che ci presenta: i 41 litri medi prodotti sono destinati totalmente alla produzione di formaggio ed è anche per questo che Don si concentra sulla componente di grasso (4,5%) e di proteina (3,95%) piuttosto che sul volume di latte. Di qui i numerosi incroci Holstein x Jersey, che del resto confermano le scelte genetiche intraprese: si vogliono mungere vacche di statura contenuta, con mammelle sane e funzionali, senza enfasi sulla morfologia ma con molta attenzione ai valori di grasso e proteina, che sono parametri ben pagati dal mercato. Le vacche vengono munte tre volte al giorno (pratica ormai frequentissima in Wisconsin) in una sala parallela di 42+42 poste con personale di origine messicana, mentre i terreni sono gestiti da terzisti esterni all’azienda.

 

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Il latte prodotto in azienda è totalmente destinato alla trasformazione casearia

 

Performance riproduttive

Gli chiediamo ovviamente informazioni su come gestisca la riproduzione, volano essenziale per avere sempre vacche fresche, e seraficamente Don ci spiega che il doppio Ovsynch con doppia prostaglandina sviluppa un CR al primo intervento fecondativo tra il 47 e il 50%, mentre nei successivi calori viene sfruttata la tecnologia del collare Alta Cow Watch installato da circa tre anni: “inizialmente – ci confessa Don – ero scettico al riguardo, ma mi sono dovuto ricredere: abbiamo semplificato le operazioni di fecondazione ma soprattutto sfruttiamo benissimo la tempistica dei calori e raggiungiamo percentuali di HDR dell’80%”.

La riproduzione è molto ben gestita con il supporto di Dairy Comp, e la conferma ci viene quando il nostro interlocutore ci riferisce che il 42% delle gravidanze sono ottenute da impianti embrionali. Alla Dairy Dreams, infatti, molti uteri di riceventi sono “affittati” per centri di F.A. o allevatori privati che appaltano la gestazione e successivamente la gestione dei vitelli appena nati. Pensate che responsabilità in vitellaia dove oltre ai vitelli aziendali sono allevati (per conto terzi) maschi e femmine di incalcolabile valore genetico! Il breve giro in vitellaia ci conferma la pulizia, il comfort e la ventilazione controllata di un ambiente nel quale la parola d’ordine è efficienza.

 

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Oltre ai vitelli aziendali, alla Dairy Dreams sono allevati conto terzi maschi e femmine di elevatissimo valore genetico

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Benessere a tutto tondo

Dalla vitellaia ci trasferiamo nelle stalle, dove Don ci conferma la sua priorità nel “non disturbare gli animali” e ci ripete quanto aveva raccontato nel 2022 al meeting del DCRC, quando dati Dairy Comp alla mano dimostrava l’aumento di produzione da quando gli animali non venivano più bloccati in rastrelliera: “ricordo il giorno in cui abbiamo messo le trappole alla Dairy Dreams e il giorno più bello, quando abbiamo smesso di usarle”.

Negli ultimi anni ha assunto grande importanza anche la ventilazione della stalla con immissione di aria dall’esterno al centro ed estrazione ai lati, non solo per la riduzione delle temperature estive (non particolarmente eccessive in Wisconsin) ma per migliorare, anche in inverno, la qualità dell’aria, con meno gas ammoniacali e meno umidità. Tutti fattori che, associati a cuccette riempite con separato di digestato ottenuto dall’impianto di biogas, consentono di lavorare con una conta cellulare media annua di 260mila unità per millilitro.

La messa in asciutta viene fatta in maniera “drastica” per motivi di spazio, non è attualmente possibile separare le bovine per far calare il latte. Gli animali che in lattazione non registrano l’evento mastite e alla messa in asciutta sono sotto le 200mila unità ricevono esclusivamente il sigillante, e solo il 20% degli animali viene asciugato anche con l’antibiotico.

 

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La stalla delle vacche in mungitura. Si noti l’assenza di catture

 

Arrivederci in Italia

Don Niles è veramente orgoglioso del suo lavoro e ama condividere le sue esperienze senza vantarsi. Nel salutarci ci raccomanda di prestare attenzione ai numerosi cervi presenti in zona ed è così che dopo poche curve i fari illuminano una grossa femmina ferma in mezzo alla strada: ancora grazie, Don! 

 

di Mattia LuciaAlta Italia