Un trattamento di pre-asciutta individualizzato per un’asciutta di successo

Gestione mandria

Un trattamento di pre-asciutta individualizzato per un’asciutta di successo

In molte stalle italiane, prima della messa in asciutta la produzione di latte viene limitata per diminuire il rischio che le bovine sviluppino infezioni intramammarie. Il robot di mungitura può presentarsi funzionale a tale scopo grazie a un approccio automatizzato sul singolo animale

 

L’installazione di sistemi di mungitura automatica (Automatic Milking System - AMS) e definiti comunemente robot di mungitura sta diventando sempre più diffusa in ogni parte del mondo. In molti Paesi tale trend si accompagna alla presenza di allevamenti di dimensioni sempre maggiori. Le due tecniche di mungitura, tradizionale e robotizzata, seguono due “filosofie” o approcci differenti e conseguentemente possono produrre effetti differenti sulla mammella. La ragione di questa differenza risiede nelle diverse pratiche di gestione tra mungitura tradizionale e robotizzata (AMS). La prima avviene spostando gli animali in sala di mungitura, ha una frequenza di due o tre volte al giorno e prevede un largo impiego di manodopera. Nei sistemi robotizzati è la bovina a decidere quando e quanto farsi mungere e l’impiego dell’automazione nelle varie fasi di mungitura è pressoché totale.
Negli allevamenti robotizzati il rilevamento della mastite si basa sullo screening con sensori, mentre negli allevamenti convenzionali il rilevamento viene effettuato su un solo lato della bovina, durante la mungitura. Un’altra differenza è la preparazione delle mammelle poichè nell’allevamento robotizzato il processo viene sempre eseguito con la stessa intensità, mentre nella condizione tradizionale è l’operatore a decidere il grado di applicazione.

 

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All’aumentare del numero degli animali munti al robot non corrisponde sempre un adeguato aumento del personale. È quindi chiara l’importanza di un gestionale che affianchi l’allevatore nel suo lavoro quotidiano per monitorare la qualità del latte prodotto dalla mandria

 

Rischio mastite

La mastite nei bovini da latte è una malattia multifattoriale; i fattori che influenzano possono essere raggruppati e ricondotti all’esposizione ad agenti patogeni, alla resistenza dell’ospite all’infezione e alla cura dell’infezione. Negli allevamenti che utilizzano la mungitura tradizionale, alcuni dei fattori di rischio legati all’esposizione agli agenti patogeni sono legati all’igiene della superficie della mammella bovina, della mungitrice e dell’alloggiamento, e alla disinfezione dei capezzoli post-mungitura. I fattori di rischio dovuti alla resistenza dell’ospite sono legati alla razza, al livello di produzione e alla nutrizione. I fattori correlati alla cura e alla risoluzione dell’infezione sono strettamente legati al fattore animale, alla tipologia dei patogeni coinvolti e presenti e alla qualità, precisione ed efficacia del trattamento utilizzato.
Ma cosa cambia con l’AMS? Nelle aziende robotizzate le problematiche sono diverse in funzione della tipologia di allevamento. In un recente studio olandese (Deng et al., 2019) i ricercatori hanno correlato i dati relativi alla salute della mammella provenienti dal robot con l’igiene dell’allevamento, le sue dimensioni e l’atteggiamento dell’allevatore nei confronti della salute della mammella.
Lo studio ha messo in evidenza come:
• all’aumentare del numero degli animali non corrisponda sempre un adeguato aumento del personale. In tale contesto, i cambiamenti transitori nella conta delle cellule somatiche, anche se rilevati individualmente dai sistemi di misurazione del robot, possono passare inosservati proprio per la mole di lavoro attribuita ad ogni operatore;
• l’igiene del robot sia positivamente associata all’igiene delle bovine, sottolineando come la presenza di tale tecnologia non elimini la necessità di dedicare la giusta attenzione alla pulizia delle cuccette e alla rimozione delle deiezioni delle zone di deambulazione;
• la disinfezione dei capezzoli post-mungitura abbia un forte effetto sulla trasmissione dei patogeni.
Pertanto, gli allevamenti che utilizzano il robot devono enfatizzare l’importanza di un’adeguata pulizia/disinfezione post-mungitura come misura preventiva soprattutto a fine lattazione, prima della messa in asciutta; un atteggiamento troppo passivo dell’allevatore nei confronti della salute degli animali e la bassa frequenza di controllo della funzionalità del robot sono tutti correlati positivamente con un elevato numero di casi di mastite. Ciò puntualizza il ruolo chiave che l’allevatore o il responsabile della mungitura giocano nella salute della mammella in presenza del robot.

 

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L’igiene del robot è positivamente associata all’igiene delle bovine, per cui la presenza dell’AMS non elimina la necessità di dedicare la giusta attenzione alla pulizia delle cuccette e alla rimozione delle deiezioni

 

Regolazione ad hoc

Durante l’asciutta, la ghiandola mammaria subisce un’involuzione fino all’inizio della successiva lattazione e in tale fase la bovina è più suscettibile alla comparsa di nuove infezioni intramammarie (IMI). Pertanto, la gestione della ghiandola mammaria è particolarmente importante per preparare adeguatamente le bovine per la successiva lattazione e per limitare l’insorgenza di nuovi casi di mastite (sub)clinica.

La produzione di latte nelle settimane precedenti la messa in asciutta è un fattore chiave e influenza non solo la sensibilità della mammella all’infezione sub-clinica, ma anche il discomfort in asciutta e il calo del benessere animale (Fogsgaard et al., 2012). Le bovine ad elevata produzione a fine lattazione e in asciutta possono vedere limitato il loro tempo di riposo, la possibilità di coricarsi e la possibilità di prepararsi adeguatamente alla futura lattazione a causa del fastidio alla mammella a confronto di quelle a bassa produzione (Chapinal et al., 2014).
Questo può essere particolarmente vero per i soggetti asciugati in modo brusco e repentino rispetto a quelli sottoposti ad un processo graduale (Rajala-Schultz et al.,2018).
Nei sistemi di mungitura automatizzata (AMS), è possibile adattare il processo di asciugatura a ogni singola bovina regolando sia la frequenza di mungitura che l’alimentazione nel robot di mungitura attraverso la modulazione del supplemento alimentare. Per esempio, riducendo i concentrati nel robot si possono modulare le visite dei soggetti riducendo la motivazione delle lattifere e quindi il residuo
di latte in mammella.
In effetti, è stato dimostrato che la combinazione graduale di riduzione di mungitura (frequenza) e alimento non solo limitano la produzione di latte ma riducono anche il gonfiore e il gocciolamento.

 

Schemi a confronto

In un recente studio canadese (France et al., 2021) sono stati utilizzati diversi schemi di asciugatura combinando frequenza di mungitura e decremento alimentare attraverso il robot di mungitura:
gruppo 1 o RM ad alimentazione ridotta, in cui è stato consentito un massimo di 0,75 kg/giorno di pellet nel robot nella prima settimana di trattamento (da 14 a 8 giorni prima della messa in asciutta) e 0,50 kg/giorno nella seconda;
gruppo 2 o RF-NM con nessuna riduzione di mangime (consentito fino a 2 kg/giorno di pellet nel robot), ma mungitura ridotta (ridotta a 2 mungiture/giorno o tante volte quanto necessario per ottenere 17 kg/mungitura);
gruppo 3 o NF-NM con nessuna riduzione di mangime (consentito fino a 2 kg/giorno di pellet nel robot) e con mungitura non ridotta (consentita fino 6 accessi al robot al giorno e nessuna produzione massima).
Durante il trattamento le bovine del gruppo 3 hanno avuto la frequenza di mungitura più alta (2,7 volte/giorno), seguita dalle bovine del gruppo 2 (2,4 volte/giorno), e infine dalle vacche del gruppo 1 (1,8 volte/giorno). Complessivamente le bovine con una frequenza di mungitura ridotta e alle quali è stato ridotto il mangime nel robot hanno evidenziato il maggiore calo della produzione di latte prima della messa in asciutta. Questo dato potrebbe rappresentare una solida base per la riduzione delle infezioni sub-cliniche della mammella e per aumentare il benessere dei soggetti.
Non sono inoltre emerse differenze tra i gruppi nella lattazione successiva, così come non sono state notate differenze nella conta delle cellule somatiche, né nella seconda settimana di trattamento o nel giorno prima dell’asciugatura, né nel primo mese dopo il parto.
Nel complesso, questi dati suggeriscono come la combinazione "riduzione della frequenza di mungitura" e "riduzione della quantità di mangime nel robot" sia il metodo più efficace per diminuire la produzione di latte prima della messa in asciutta, senza influenzare negativamente la frequenza di mungitura, la resa nella lattazione successiva e la salute della mammella.

di Andrea Roberti

 

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Uno studio canadese dimostra come nelle stalle robotizzate ridurre contemporaneamente la frequenza di mungitura e la quantità di mangime distribuito nel robot sia il sistema più efficace per diminuire la produzione di latte prima della messa in asciutta. Un metodo che non impatta negativamente sulla resa nella lattazione successiva o sulla salute della mammella