Più vacche, ma anche più latte per vacca

Da sinistra: Roberto e Matteo Cabrini con Martina Cortese e Giorgio Carra di Cortal Extrasoy e con Alessandro Cabrini

Gestione mandria

Più vacche, ma anche più latte per vacca

È stata questa la parabola che Roberto, Alessandro e Matteo Cabrini di Magnacavallo (Mn) sono riusciti a imprimere al loro allevamento di Frisone. Frutto dell’effetto sinergico di una buona genetica con un ambiente a misura di benessere animale e con un’alimentazione di qualità firmata Cortal Extrasoy

 

“All’epoca avevano in tutto 40 vacche legate, in una stalla vecchio stile, buia e con tanto di colonne. Ma si vedeva che erano giovani con la passione per questo mestiere, per cui non era difficile prevedere per loro un futuro ricco di soddisfazioni”. Eccoci nel Mantovano a sud del Po – versante Parmigiano Reggiano – nell’azienda agricola di Roberto, Alessandro e Matteo Cabrini.
È Giuseppe Porta, un tempo agente di Cortal Extrasoy e oggi pensionato, a riferirci di come se la passavano i nostri ospiti quando, nell’ormai lontano 1997, avevano ereditato l’azienda agricola avviata dai loro padri, i fratelli Giancarlo e Italo Cabrini, e dopo che nel 2002 erano diventati clienti di Cortal Extrasoy. In effetti, dall’esordio della “new generation” a oggi, l’allevamento di Magnacavallo ha fatto letteralmente passi da gigante (“ma all’inizio è stata durissima”, sottolineano i diretti interessati): attualmente le vacche in mungitura sono 170 (“ottenute con la sola rimonta interna”) e dai 3.000 quintali di latte che finivano annualmente in caldaia per il “Re dei formaggi” oggi siamo intorno alle 2.000 tonnellate. E la stalla? “Nel 2004 – sottolinea Roberto Cabrini – l’abbiamo completamente rinnovata, passando alla stabulazione libera su cuccette e alla mungitura nella sala da 10+10 poste di cui disponiamo tuttora. Successivamente, per ben 4 volte, abbiamo realizzato degli ampliamenti. L’ultimo pezzo di stalla risale al 2018, quando abbiamo creato lo spazio per altre 60 vacche in lattazione e per 60 vacche in asciutta”.

 

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I fratelli Roberto e Alessandro Cabrini con il cugino Matteo sono alla guida dell’azienda di famiglia dal 1997: dalle 40 vacche legate degli esordi oggi siamo a 170 capi in mungitura, allevati in stabulazione libera su cuccetta

 

Imprenditori veri

E quando chiediamo ai nostri interlocutori i segreti dell’exploit produttivo di cui si sono resi protagonisti, la risposta è da manuale (di zootecnia): è l’effetto sinergico – ci dicono – di una buona genetica con un ambiente a misura di benessere animale e un’alimentazione di qualità. “Il tutto impastato da tanta passione”, insiste Giuseppe Porta.

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Giuseppe Porta con Roberto Cabrini


“A mio avviso – interviene Giorgio Carra, il veterinario alimentarista di Cortal Extrasoy che dal 2009 segue l’azienda – il principale punto di forza dei titolari di questo allevamento sta nella programmazione costante ed economicamente mirata degli investimenti. I conti non vanno mai in rosso oppure se l’esposizione c’è, è mirata e ponderata. Sul fronte alimentare, tutto questo offre ai Cabrini la possibilità di continuare a usare quei prodotti di alta qualità che, pur essendo magari costosi, portano a casa reddito. Faccio un esempio: dopo il Covid, di fronte alla fiammata dei prezzi delle materie prime e dei mangimi, ci chiedemmo se non valesse la pena cambiare la razione, usando meno soia e più medica. Analizzando insieme la cosa, realizzammo che non avremmo avuto alcun vantaggio in termini di costo per punto proteico, per cui abbandonammo l’idea e continuammo con gli stessi concentrati ad alto contenuto tecnologico di Cortal Extrasoy che sono tuttora in razione (tabella 1). Ma tutto ciò è stato possibile perchè i conti aziendali erano in ordine, e Roberto, Alessandro e Matteo potevano permettersi di affrontare gli inevitabili rincari dei prodotti alimentari. Rincari che però non avrebbero intaccato la loro marginalità”.

 

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Scelte ponderate

Una stretta utile: così i Cabrini si ricordano quel momento difficile: “realizzammo – ci dicono – che alle nostre vacche non stavamo somministrando alcunchè di superfluo o inutile. D’altra parte, ponderiamo con attenzione le nostre scelte, e quando decidiamo di realizzare un investimento, che sia un intervento alimentare o strutturale, è perché prevediamo che ci darà un ritorno”.
Analizziamo il caso del mais: l’azienda ha continuato a rifornirsi del mix personalizzato “FT Cereali” prodotto da Cortal Extrasoy: “con questo nucleo – evidenzia Alessandro Cabrini – siamo tranquilli e sicuri, in tanti anni non ci è mai capitato nulla a livello di aflatossine”. Non a caso si tratta – ci spiega Martina Cortese, medico veterinario e responsabile tecnico di Cortal Extrasoy – di una miscela omogenea di tre diverse fonti di cereali: oltre all’orzo macinato, FT Cereali contiene mais estruso ad alto contenuto di amido gelatinizzato (“Cornex”), ma soprattutto “Mais Screen”, la farina di mais Cortal Extrasoy. Essa viene sottoposta a un accurato processo di pre-pulitura che permette di concentrare i nutrienti nobili e di raggiungere tenori di amido del 69%, e ad una macinazione controllata tale da garantire una dimensione delle particelle sempre inferiore a 1 mm. “Da studi condotti presso l’Università di Piacenza – precisa Cortese – risulta che la degradabilità ruminale di Mais Screen è analoga a quella di un fiocco di mais per via della maggiore superficie di attacco da parte dei batteri ruminali, dovuta alle ridotte dimensioni delle particelle. In più il mais, dopo l’iniziale pulizia, viene sottoposto a una macinatura a lame, che evita il riscaldamento e quindi lo sviluppo di ife fungine le quali, a certe condizioni, possono poi portare alla produzione di micotossine”.

 

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Sul fronte alimentare i Cabrini realizzano soltanto quegli interventi che danno un ritorno sicuro sull’investimento

 

Solo 3,5 kg di nucleo proteico

Nella razione dell’azienda Cabrini ci sono poi altri due alimenti personalizzati Cortal Extrasoy, “FT Proteico” ed “FT Fibroso” (FT sta per “formula tua”). “Il primo – spiega ancora Giorgio Carra – è un nucleo utilizzato in ragione di soli 3 chili e mezzo capo/giorno, perché costituito da un mix di tre diverse fonti proteiche, ovvero soia proteica, Multipass (panello di soia decorticata ed estrusa ad elevato bypass e ad elevata digeribilità intestinale) e Soyfull (soia integrale estrusa), che ben si integrano con la proteina solubile del fieno di medica utilizzato in quest’azienda. In più, all’interno di FT Proteico abbiamo aggiunto anche l’integrazione vitaminico-minerale. Infatti, in accordo con i Cabrini abbiamo inserito anche Eseltech, un mix di nutrienti ad azione antiossidante e immunostimolante che risulta particolarmente utile in vista delle vaccinazioni autunnali, così come in primavera per sostenere la fertilità, ed Epatech, un’altra miscela di nutrienti a funzione epatoprotettrice, ma contenente anche lieviti, rame e zinco chelati e biotina per la prevenzione delle malattie podali. Tutti effetti che in questa azienda sono stati puntualmente verificati, per cui si tratta sempre di investimenti che danno un concreto ritorno”. Quanto invece a “FT Fibroso”, “è un prodotto utile in quelle annate in cui la disponibilità di foraggi è inferiore alla necessità. Ma qui FT Fibroso è stato mantenuto per fornire alle bovine una fonte di fibra facilmente aggredibile dai microrganismi ruminali e quindi per dare regolarità alle fermentazioni ruminali”.

 

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Dal 2021 l’azienda è provvista di un essiccatoio 4.0 da 48 balloni tondi o quadrati, a ricircolo di aria calda e ad attività interamente programmabile

 

Mediche da record

Parlando di fibra e di foraggi il discorso cade inevitabilmente su uno dei fiori all’occhiello dell’azienda Cabrini, l’essiccatoio 4.0 da 48 balloni tondi o quadrati, a ricircolo di aria calda e ad attività interamente programmabile (ore di essiccazione, temperatura interna alla camera, tempo di rinnovo finale). “Il vantaggio di questo modello di essiccatoio – osserva ancora Carra – è che lavora a forti flussi d’aria, ma a temperature non troppo elevate, per cui nella medica non c’è denaturazione delle proteine né ossidazione delle foglie e dei nutrienti in esse contenuti”.

“Come Cortal Extrasoy – aggiunge Martina Cortese – mettiamo a disposizione dei clienti il nostro laboratorio d’analisi interno in cui, grazie alla collaborazione con un laboratorio statunitense, Lab Dairy One, su qualsiasi campione di foraggio riusciamo a valutare la digeribilità della fibra, la composizione minerale e la produzione di acidi grassi volatili. Il tutto confluisce in un indice, messo a punto dall’Usda e denominato RFQ (Relative Forage Quality), che dà appunto l’idea del valore alimentare di quel foraggio per la vacca da latte. Ebbene, in quest’azienda la medica del 2023 ha sempre ottenuto valori intorno ai 180-190 punti, a fronte di valori medi intorno a 120. Ma nel 2022 abbiamo riscontrato punte anche di 240. Un autentico record”. “Un altro investimento sicuramente oneroso – commenta Matteo Cabrini, indicando l’essiccatoio – ma che ci sta dando un ritorno concreto”. Capita l’antifona?