Azienda Perassi, missione crescita compiuta!

Da sinistra: Alessio, Simone e Bruno Perassi con nonno Domenico e con il mungitore indiano Franco. All’appello manca solo Alberto, il secondogenito di Bruno

Gestione mandria

Azienda Perassi, missione crescita compiuta!

Negli ultimi 15 anni l’allevamento di Scalenghe (To), accompagnato dall'esperienza Purina®, ha messo a segno un exploit numerico e di efficienza produttiva

Bruno Perassi e ancor di più suo padre Domenico non possono che essere orgogliosi della bruciante accelerazione di cui è stata protagonista loro azienda agricola, da sempre indirizzata alla produzione di latte bovino (e che latte...). “All’inizio degli anni ’70 – ricorda “nonno” Domenico, mentre insieme all’intera famiglia Perassi beviamo il caffè seduti nel tinello di casa – allevavo proprio qui, in questa che oggi è la nostra abitazione, poco più di una ventina di Frisone. Fui anche il primo, qui in paese, ad acquistare una mungitrice per la bellezza di 430mila lire. Ma alla fine ne pagai soltanto 400mila, perché pubblicizzai parecchio il mio acquisto e dopo di me, tanti altri vollero passare dalla mungitura manuale a quella meccanica...”. Il figlio Bruno ascolta e sorride, e ci racconta come fino a 15 anni fa il suo allevamento non brillasse certo per numeri e prestazioni: “mungevo un centinaio di vacche, con produzioni medie intorno ai 20-22 chili, e con parecchi problemi di cellule somatiche per le condizioni di sovraffollamento che c’erano in stalla”. Oggi l’azienda ha cambiato volto: le vacche in mungitura sono 190-200, e le prestazioni sono notevolmente cresciute sia in termini di quantità (34 kg di media nel corso dell’anno) che di qualità (si veda ad esempio la tabella 2 con i dati di agosto 2022).

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Aspetto fondamentale, sono scesi (letteralmente) in campo i tre figli maschi di Bruno, ovvero Alessio (33 anni), Alberto (29) e Simone (23), che hanno portato non soltanto energie fresche, ma anche nuove idee e rigore metodologico.

 

Cambio di passo


“Per prima cosa – osserva Bruno, quando gli chiediamo i motivi del decollo delle performance – abbiamo ampliato le strutture, non soltanto per rendere possibile l’aumento dell’effettivo, ma anche dare più spazio ai nostri animali. Abbiamo allungato il capannone dove oggi alleviamo le vacche in lattazione, e abbiamo acquistato all’asta la stalla dove oggi alleviamo le manze gravide e le asciutte. Le manze, poi, le teniamo in una struttura a parte, che si trova a breve distanza dal corpo aziendale”. Occorre poi rivelare come all’ampliamento delle strutture sia stato anche affiancato un loro ammodernamento: “in particolare – continua Bruno – abbiamo provveduto all’installazione dell’impianto di raffrescamento nella stalla delle vacche in lattazione e di potenti ventilatori nel reparto dell’asciutta, investimenti che si sono ripagati non soltanto in termini di quantità e qualità delle produzioni, ma anche di fertilità: anche nella torrida estate di quest’anno, le vacche sono andate in calore regolarmente”.Senza dimenticare che l’ultimo restyling in termini cronologici riguarda il locale vitellaia: oggi i giovani animali dispongono di ampi box di gruppo, forniti di ogni comfort. E a proposito di riproduzione, “quindici anni fa – sottolinea Bruno – le vacche venivano in parte sottoposte a fecondazione artificiale, ma usavo anche qualche torello aziendale. Oggi, invece, c’è mio figlio Alberto che segue la mandria: l’uso esclusivo della fecondazione artificiale e un abbondante ricorso al seme sessato, unito all’impiego dei collari per il rilievo dei calori e a una puntuale applicazione dei protocolli di sincronizzazione ci ha riempito la stalla di vacche e di parti”.

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I nuovi box collettivi per i vitelli


E sempre in tema di scelte genetiche, Bruno ci rivela un altro aspetto distintivo di quest’azienda dell’hinterland torinese: “è da diversi anni che conferiamo il latte alla Centrale del latte di Torino (oggi Centrale del latte d’Italia, ndA) e in particolare alla linea dedicata al latte A2. Per cui al momento della scelta dei tori guardiamo prima di tutto che siano A2A2 per la beta caseina, e in subordine ai caratteri secondari come qualità del latte. E così intendiamo continuare: oggi i due terzi delle nostre vacche in mungitura producono latte A2, ma vogliamo arrivare al 100%”.

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Le vacche che producono latte A2 vengono allevate e munte a parte, così come il loro latte viene stoccato separatamente

 

Crescita manageriale


Occorre poi rilevare come la crescita numerica, genetica e produttiva della mandria sia stata puntualmente accompagnata dai nutrimenti e dai servizi Purina®, a cui l’azienda della famiglia Perassi è legata fin dai tempi di nonno Domenico. “Ma è stata soprattutto la crescita manageriale di Bruno e figli – puntualizza Giancarlo Milesi, il dairy specialist Purina® che oggi segue l’azienda insieme a Sara Gandolfo e a Massimo Beltramino – che ha portato a certi risultati. Ad esempio, un altro dei punti di forza di questo allevamento è l’eccellente qualità degli insilati”.

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Da oltre 15 anni l’alimentazione della mandria è curata da Purina®


Lo si evince anche dalla cura con cui vediamo ricoperta la grande trincea di silomais, o con cui sono regolarmente accatastati i balloni di medica fasciata. Non solo: un altro particolare che durante la nostra ricognizione in stalla cattura la nostra attenzione, è offerto dalle due trincee di piccole dimensioni, appositamente edificate per evitare il surriscaldamento dell’insilato durante la stagione estiva.

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Bruno Perassi insieme al suo team di consulenti Purina®. Da sinistra: Sara Gandolfo, Massimo Beltramino e (a destra) Giancarlo Miles

 

Futuri obiettivi


Osserviamo, infine, come non manchino le attrezzature di ultima generazione: ecco il carrobotte con il dispositivo per l’interramento delle deiezioni, e soprattutto il carro unifeed elettrico, quotidianamente pilotato – e con grande soddisfazione – dal primogenito di Bruno, Alessio. “Verrà a breve alimentato dall’impianto fotovoltaico che installeremo sul tetto della stalla”, ci informa il diretto interessato.

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Il carro unifeed elettrico sarà a breve alimentato dai pannelli fotovoltaici


Insomma, l’azienda Perassi sembra avere tutte le carte in regola per affrontare in serenità le sfide all’orizzonte. “Il nostro obiettivo – chiosa infatti Bruno – è mantenere l’attuale effettivo di vacche, ma continuare a migliorare sul fronte dell’efficienza produttiva. Continuando ad investire un po’ alla volta”. Alessio e Simone sorridono: sanno bene che l’obiettivo è alla loro portata.

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