Con Allflex per controllare livello genetico e BVD

Oltre alle marche identificative aziendali e al chip, gli animali recano la marca auricolare TST (arancione)

Gestione mandria

Con Allflex per controllare livello genetico e BVD

Nell’azienda agricola Bonetti di San Giuliano Milanese (Mi), oltre ai dispositivi SenseHub™ si utilizzano anche il dispositivo TSU e le marche bioptiche TST

Quella dei fratelli Bonetti di San Giuliano Milanese è senza dubbio una delle aziende zootecniche più conosciute della cintura a sud di Milano. Apprezzata non soltanto dalla nutrita schiera di consumatori che acquistano il latte crudo o la carne bovina proposti da Alessandro e Giacomo, ma anche dai tanti frisonisti che consultando i cataloghi tori, hanno imparato a conoscere fuoriclasse come Splendido, uno dei talentuosi genomici nati in questa stalla.

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Alessandro Bonetti porta avanti l’azienda insieme al fratello Giacomo

Ma prima che un torello abbia accesso al Centro genetico dell’Anafi e diventi un big della FA la strada è piuttosto lunga e parte dal prelievo di un piccolo frammento di cartilagine. “In quest’azienda – sottolinea Alessandro Bonetti – il prelievo della cartilagine auricolare per il test genomico è una pratica ormai consolidata, a cui ricorriamo non soltanto per i vitelli maschi più promettenti, ma anche e soprattutto per le vitelle figlie delle primipare, che vengono fecondate con il seme di tori di valore”.

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Nell’azienda Bonetti, per il prelievo della cartilagine destinata al test genomico viene utilizzato il dispositivo TSU di Allflex

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Le marche auricolari bioptiche TST di Allflex (vedi in alto) sono le uniche sul mercato a essere dotate della certificazione ICAR

E quando il test segnala che una vitella è alta a gPFT, a quel punto è possibile che venga destinata all’embryotransfer. “Per cui su quella minoranza di vitelli che vogliamo genotipizzare – continua Alessandro – usiamo il dispositivo TSU di Allflex Livestock Intelligence, che in modo semplice e rapido ci consente di prelevare il pezzetto di cartilagine necessario per il test del Dna”. Il TSU (Tissue Sampling Unit) è costituito infatti da una pinza applicatrice blu e da un dispositivo a sua volta formato da una punta tagliente (cutter), da un tappo rosso di raccordo e da una provetta contenente il liquido atto alla conservazione del tessuto. L’operatore carica cutter e provetta sulla pinza, applica la pinza al padiglione auricolare del vitello e con un colpo deciso ne stringe le leve: la cartilagine viene prelevata e spinta direttamente all’interno della provetta, che una volta chiusa col tappo rosso è pronta per essere spedita in laboratorio per il test genomico.

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Il frammento cartilagineo prelevato con la marca TST viene conservato in questa provetta dove è presente un liquido che permette l’analisi di un tessuto fresco
 

Fuori gli immunotolleranti

Ma se questa verifica viene riservata a una élite di vitelli, nell’azienda dei fratelli Bonetti il test per la BVD viene invece eseguito sistematicamente su tutti i soggetti che nascono in stalla. “Qualche tempo fa – premette Alessandro – le vitelle non erano in forma, tendevano a crescere poco. Su consiglio del veterinario abbiamo quindi effettuato dei test sierologici a tappeto, e non senza sorpresa abbiamo scoperto che nella mandria c’erano alcuni capi positivi alla BVD. Di lì in poi abbiamo iniziato a fare sistematicamente i test virologici per identificare ed eliminare i vitelli immunotolleranti, che sono i principali responsabili della diffusione dell’infezione all’interno della mandria”. Anche in questo caso tutto nasce dal prelievo della cartilagine auricolare: a pochi giorni dalla nascita, al momento di essere identificati per l’anagrafe, ai vitelli viene applicata anche la marca auricolare TST (Tissue Sampling Tag) di Allflex Livestock Intelligence. In linea di massima si tratta di una “normale” marca auricolare, il cui maschio è però costituito da un perno flessibile che al posto della punta in metallo reca l’ago per il prelievo bioptico della cartilagine. Una volta applicata la marca al padiglione auricolare del vitello, sulla pinza rimane l’ago col carotaggio del tessuto cartilagineo, sul quale viene poi effettuata la ricerca del virus BVD. Un test fondamentale, questo, per il controllo di questo pericoloso patogeno, che oltre ad essere fortemente immunodepressivo e a favorire quindi diverse altre malattie, è anche nemico delle performance riproduttive.

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Vacca con tag da collare cSense™ Flex Tag
 

Giù il parto-concepimento

E sempre sul fronte della salute e della fertilità, i fratelli Bonetti oggi trovano in SenseHub™ di Allflex Livestock Intelligence un altro valido alleato. “Fino al 2015 – riferisce infatti Antonella Bazzano, che dopo la laurea in benessere animale da alcuni anni affianca i fratelli Bonetti nella quotidiana gestione della mandria – i calori venivano monitorati ad occhio, ma su una mandria numerosa come questa era ovvio che alcuni estri ci sfuggissero. Di lì si è pensato di utilizzare i primi dispositivi SenseHub™ appurando, con viva soddisfazione, che venivano identificati come in calore soggetti che altrimenti non avremmo individuato”. Semaforo verde, quindi, non solo ai tag da collare cSense™ Flex Tag, oggi portati dall’intero effettivo di vacche adulte (360 capi circa), ma anche ai tag auricolari eSense™ Flex Tag, applicati a tutte le manze dai 13 mesi di età in su. Il sistema funziona: “grazie a SenseHub™ – sottolinea infatti Antonella – siamo riusciti a migliorare la media parto-concepimento: la prima fecondazione post-parto viene eseguita alla cieca sui capi sincronizzati, ma grazie ai collari i capi che ritornano in calore vengono prontamente identificati e rifecondati”.

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L’intero effettivo di vacche adulte, 360 capi circa tra vacche in mungitura e asciutte, è dotato dei tag da collare cSense™ Flex Tag

L’altro grande vantaggio assicurato da SenseHub™ , prosegue Antonella, riguarda il delicato periodo del post-parto: “dopo aver scoperto l’affidabilità dell’attivometria, abbiamo familiarizzato anche con il controllo della ruminazione e dell’ingestione, che ci sono stati subito utili per identificare i soggetti che dopo il parto si trovano in difficoltà. Prima ci basavamo unicamente sulla quantità di latte prodotta, per cui ci mettevamo in allarme soltanto quando la flessione produttiva era già manifesta. Il calo della ruminazione, invece, è una spia di malessere notevolmente più precoce, che ci consente di correre ai ripari ancor prima che la vacca si ammali”. Non a caso il consumo aziendale di farmaci, da sempre su livelli abbastanza contenuti, grazie ai dispositivi Allflex si è ulteriormente ridotto. “Trovo che SenseHub™ – conclude la nostra interlocutrice, quotidianamente incaricata di controllare sul pc aziendale le liste degli animali in allarme – sia un sistema fondamentale per mantenere la mandria sotto controllo, sia dal punto di vista sanitario che riproduttivo. In un’azienda di grandi dimensioni non può proprio mancare”.