Difesa dai lupi con i cani custodi

Per difendersi da branchi di lupi, servono branchi di cani custodi

Gestione mandria

Difesa dai lupi con i cani custodi

Sono un'arma efficace, ma acquistare, mantenere ed educare questi animali ha un costo notevole, e un singolo soggetto può fare poco per difendere il gregge o la mandria

Fin da ragazzino sono sempre stato affascinato e attratto dal mondo degli animali, e ho sempre studiato il lupo e il suo “naturale” (per quanto selezionato dall’uomo) antagonista: il cane da custodia di armenti, che ha la sua culla italiana in Abruzzo. È dall’epoca romana che i grandi cani bianchi lottano contro il lupo, ed è quindi stato naturale che durante il “rilancio” del lupo in Italia, si sia parlato anche dell’Arma Bianca (bell’epiteto che fu coniato negli anni ’80 per una delle tante campagne di informazione sull’argomento).
Quando la mia compagna e io siamo andati nei greggi del Centro Italia (da Amatrice a Campo Imperatore, da L’Aquila all’alto Lazio, ecc.) abbiamo visto che i pastori (sia transumanti che stanziali) hanno dai 12 ai 16 cani abruzzesi adulti, più alcuni cuccioloni e i cuccioli dell’anno (oltre 2-3 immancabili toccatori).
Parlando coi pastori e “studiando” la questione sul campo, abbiamo compreso che mantengono tutti quei cani per le necessità produttive delle loro aziende agricole, non certo per hobby! I cani costano tanto, e mantenerli e gestirli costa anche di più che comprarli. Di seguito vi fornisco qualche dato “a spanne”, raccolto non tanto in modo virtuale dal web, ma qua e là per l’Italia, lavorando con allevatori, pastori, veterinari e zoonomi.
 

Acquisto

Attualmente l’asticella del prezzo di un cane Maremmano-Abruzzese è stata in qualche modo fissata da Regione Lombardia, che ha stabilito (con un bando del PSR) un contributo a fondo perduto di 800 euro per l’acquisto di un cucciolo di 2 mesi.
Vi fornisco qualche altro dato “sensibile”, e parliamo di cifre verificate in questi ultimi anni: ci sono allevatori Enci di cani Maremmani-Abruzzesi (ma non solo) che già qualche anno fa vendevano i loro “pregiati” cuccioli di 2 mesi (tutti rigorosamente figli di campioni di morfologia!) a non meno di 1.500 euro l’uno, più spese di consegna.
D’altro canto ho visto gente che “svende” cuccioli di cani da guardiania (puri o no, veri o presunti tali) a 150 euro l’uno (online potete trovare conferma di quanto dico).
Concludiamo la panoramica finendo nel grottesco: possiamo trovare fantomatici cani “importati” da Paesi dell’Est (spesso nati nelle famigerate “dog farm”), per “soli” 3.500 euro l’uno; documenti, stato di salute e profilassi veterinarie sono pura utopia nella maggior parte dei casi.

cane pastore Maremmano-Abruzzese
Se inserito in una muta, il singolo cane custode inizia a essere veramente efficiente nel suo lavoro verso l’anno di età (foto Medardo Sansoni)

È ovvio che questi sono solo alcuni dei tanti parametri per valutare il prezzo e capire il reale valore economico di un cane, con pedigree o senza, italiano o estero, e tutto questo discorso lascia un po’ il tempo che trova, e non potrà certo darvi la“certezza” su come scegliere o scartare a priori un cane custode. Per fare una scelta oculata serve studio, pratica e tanti anni sul campo. Tutti ormai sappiamo che un cane custode inizia a essere veramente efficace ed efficiente nel suo lavoro col bestiame – e ad avere un minimo di senso come deterrente verso i lupi – non prima dei due anni se è solo, e verso l’anno se è in muta. È ormai altrettanto chiaro quanto sia indispensabile che i cani custodi lavorino in muta/branco (esattamente come fanno i lupi).
Un cucciolo di 2 mesi appena svezzato vale oggi almeno 800 euro, e sappiamo anche che a 2 mesi è completamente “vergine” in quanto ad esperienza, e ancora “disarmato” per mesi/anni. Per un cane “fatto e finito” si sale tranquillamente a cifre che vanno intorno ai 5.000 euro, ammesso che qualcuno ve lo voglia vendere, perché un “buon cane” è un valore a cui nessun pastore vorrà mai rinunciare. Se si calcolano le spese annue (vedi oltre) per il suo mantenimento e degli anni di lavoro dedicati alla sua educazione e formazione, 5.000 euro non è una cifra poi così assurda (anche rapportata al costo dei cani conduttori addestrati, che spesso raggiungono cifre intorno ai 5.000/7.000 euro sul mercato estero, e anche cifre superiori nelle aste in giro per l’Europa e il resto del mondo).
 

Mantenimento

Qualche mese fa un’associazione italiana che si occupa di gestire il conflitto allevatori/lupi, ha pubblicato una stima economica con uno schema riassuntivo delle spese minime annuali per il mantenimento di un singolo cane da custodia: la spesa annuale è stava valutata in 1.200 euro, tra costi veterinari per terapie, costi per pagare profilassi minime (antiparassitari, vaccini annuali ecc.), costi per pagare il cibo con cui nutrirlo, costi per assicurarlo ecc.
Ovviamente la succitata cifra di 1.200 euro è un parametro, ed è altrettanto ovvio che le combinazioni particolari di ogni azienda agricola e le opportunità personali possono far scendere questo esborso annuo anche notevolmente, ma di certo non azzerarlo. Se è vero che acquistare merci in quantità maggiori abbassa in media il prezzo (facciamo l’esempio delle crocchette per cani), è anche vero che nutrire 10 o più cani, seguire le gestazioni e i parti e svezzare e seguire i cuccioli costa parecchio. Oltre a questo, i farmaci e le prestazioni veterinarie sono parametrati in modo univoco a livello nazionale, e da quelli non si scappa.

cane pastore Maremmano-Abruzzese

Un cucciolo svezzato vale oggi almeno 800 euro, ma a 2 mesi è completamente vergine in quanto a esperienza, e ancora “disarmato” per mesi o anni (foto Vigofarm)


Addestramento

Alle spese vive e oggettive vanno poi sommate tutte le ore lavoro qualificate che servono per gestire ed educare un cane e far si che diventi un ausiliario e non un potenziale rischio aziendale. Specialmente quando si crea una muta da zero, i primi anni necessitano di tantissime ore frontali e continuative per mesi (per non dire anni), anche in orari notturni. Dato che sono necessari non meno di due anni affinché un cane sia vagamente adulto e “abile” al compito di deterrenza per i predatori e di custodia per gli armenti, è ovvio che in una muta (“morra” in linguaggio del Centro-Sud Italia) ci sono sempre un certo numero di cuccioloni e di sub-adulti che di fatto sono in “apprendistato”.
Purtroppo sono molti i cani rimasti zoppi a vita, o mezzi paralizzati dalle ferite alla colonna vertebrale, oppure agonizzanti sotto la roulotte del pastore, feriti a morte dai lupi; molti cani custodi muoiono, ogni stagione, non tanto di vecchiaia, ma per via dei numerosi scontri contro i lupi; questo è il motivo per cui si impone un costante turnover per rimpiazzarli.

cane pastore Maremmano-Abruzzese
Per indole, caratteristiche morfo-funzionali e “memoria genetica” non tutti i cani sono adatti alla custodia, e anche quelli adatti vanno comunque gestiti in maniera adeguata (foto Medardo Sansoni)

Eppure c’è ancora gente che dice (e forse crede) che basti un cane per risolvere il problema delle predazioni. Purtroppo sono tanti quelli che, credendo in buona fede a questo tipo di “informazione”, mandano a morte certa il loro cane tra la fauci degli ormai numerosi branchi di lupi. È chiaro che per difendersi da branchi di lupi, servono branchi di cani custodi.
Ma non tutti i cani sono uguali, non tutti sono adatti per indole, caratteristiche morfo-funzionali e per “memoria genetica”, e anche quelli adatti vanno comunque gestiti in maniera adeguata da persone con un know how forte in tal senso.

di Roberto Maviglia – Ovinicoltore di Menconico (Pv)