“Balia”, il robot di alimentazione dei vitelli 100% made in Veneto

Stefano Magrin insieme al figlio Mattia e con “Balia 4.0”

Tecnologia

“Balia”, il robot di alimentazione dei vitelli 100% made in Veneto

Lo ha messo a punto Stefano Magrin, allevatore di vacche da latte di Albettone (Vi), con l’aiuto di un’azienda meccanica del padovano specializzata nella costruzione di prototipi

 

“Per lunghi anni siamo sempre stati io e mio fratello Renato a doverci occupare delle vitelle. Preparare e dare loro il latte due volte al giorno, cercando che fosse sempre alla giusta temperatura, era diventato uno stress”. È franco e diretto, Stefano Magrin di Albettone (Vi), quando ci spiega in che modo un “semplice” allevatore di vacche da latte come lui, può un giorno diventare inventore e produttore di un sistema brevettato di alimentazione automatizzata dei vitelli. Stiamo infatti parlando di “Balia”, il robot che in perfetta autonomia, ma seguendo le indicazioni impostate dall’allevatore, provvede alla preparazione, al riscaldamento e alla distribuzione del latte, nonché all’erogazione del mangime starter. Una vera e propria cucina semovente per vitellaie all’aperto, in cui la macchina avanza rasoterra, seguendo un sistema di guida a sensori perimetrali.

 

Automatico a fasce di età

Frustrazione: come è sempre stato nella storia umana, dalla ruota in avanti, anche nel caso di Stefano è stata quella la molla che lo ha indotto a escogitare una macchina che gli fosse utile per superare i suoi problemi. “Non ero contento di come gestivamo l’allattamento delle nostre vitelle. Per nostra comodità, svezzavamo il prima possibile, a 60-65 giorni, ma il latte non era mai alla stessa temperatura, nel senso che l’animale ospitato nella prima gabbietta della fila si beveva il latte a 39-40° C, l’ultimo appena tiepido. Un problema che logicamente si acuiva nei mesi più freddi, a novembre e dicembre”.
La necessità aguzza l’ingegno, e così Stefano Magrin, dopo aver fatto le prime esperienze con uno scaldavivande di propria invenzione, decide di fare tutto da solo e di mettere a punto la lupa dei suoi sogni. “Ci ho messo 10 anni per arrivare al primo prototipo, che però ha funzionato per una settimana soltanto. Allora mi sono rimesso a studiare, e poi mi sono rivolto a una ditta specializzata del padovano per la realizzazione di quello che oggi è il primo modello di Balia, che ho denominato automatico per fasce di età. Venga che le mostro”.

 

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Il primo modello automatico che eroga latte e mangime per fasce di età


Ci spostiamo nella vitellaia dove con l’aiuto del figlio Mattia, Stefano cresce la rimonta aziendale. Sono le tre in punto del pomeriggio, e Balia sta distribuendo il secondo pasto giornaliero, procedendo dalla prima all’ultima gabbietta della fila. “Questa macchina – ci spiega il nostro interlocutore – provvede, in piena autonomia, a distribuire il latte e il mangime per tante volte al giorno quanto uno vuole. Nella nostra azienda entra in funzione per i tre pasti quotidiani alle 7, alle 15 e alle 23. Relativamente alle quantità, dipende dalla fascia di età del vitello, comunque qui da noi si inizia dai 6 litri al giorno – nel nostro caso parliamo di latte ricostituito, dove ogni litro è dato da 150 grammi di polvere e da 850 ml di acqua – e si arriva ai 4 litri al giorno. Nel caso del mangime, invece, le quantità crescono via via con l’età. Come dicevo, la fascia di età è fondamentale, perché la macchina, prima di erogare latte e mangime, riconosce la gabbia, ma quella gabbia è stata in precedenza associata a un vitello di cui ho segnato la data di nascita. E alla fascia di età vengono assegnati i quantitativi di alimento”.

 

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Il vitello riceve l’alimento sempre alla stessa ora e, nel caso del latte, sempre alla stessa temperatura impostata dall’allevatore. Il latte viene erogato dalla tettarella, mentre l’alimento solido viene scaricato attraverso uno scivolo telescopico dotato di sensore di livello, che permette di rilevare il mangime già presente all’interno del secchio

 

Parametri da impostare

E a proposito di impostazioni, sono diversi i parametri di funzionamento su cui l’allevatore può intervenire, digitando sul display a bordo macchina: per il latte o per il latte ricostituito, oltre al numero di pasti giornalieri, è possibile scegliere non soltanto la temperatura voluta alla bocca dell’animale (“noi abbiamo scelto i 39-40 gradi d’estate e i 41-42 gradi di inverno”), ma anche il tempo e la velocità di miscelazione di polvere e acqua, e il tempo di allattamento (durata di ogni pasto), mentre per il mangime è impostabile anche il tempo di dosatura. “Dopo aver servito, una dopo l’altra, l’intera fila di gabbiette – ci fa notare Stefano – parte il ciclo di lavaggio e di disinfezione. Così, dopo 8 ore, la macchina è pronta a ripartire. Facendo tutto il necessario per una cinquantina di vitelle”.

 

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Gabbietta per gabbietta, il display segnala in tempo reale i compiti già svolti o ancora da realizzare

 

E quando gli chiediamo quali sono i risultati ottenuti in azienda da quando è Balia a gestire l’alimentazione della rimonta, Stefano si illumina di immenso: “prima di tutto – risponde – noi familiari non siamo più stressati all’idea di alimentare le vitelle. Poi abbiamo allungato lo svezzamento a 90-95-100 giorni, e le bovine, consumando il mangime e bevendo regolarmente il latte tre volte al giorno sempre alla giusta temperatura e nelle quantità volute, crescono più forti e più robuste, e si ammalano di meno. Motivo per cui è crollata la mortalità e si sono accorciate l’età alla prima fecondazione e al primo parto”.

 

Semi-automatico e 4.0

Dalla vitellaia delle femmine, ci spostiamo a quella dove sono stabulati i vitelli maschi (frisoni e incroci) destinati a diventare vitelloni da carne, dove è in funzione il secondo modello di robot, denominato “Balia 4.0”. “Un modello – aggiunge Stefano – che è anche semiautomatico per il fatto che per azionare la macchina, occorre spingere il pulsante di avviamento. Per il resto è del tutto simile al modello precedente, tranne per il fatto che in questo caso la macchina agisce in base all’età del singolo vitello e non per fascia di età”.

 

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Il secondo modello di robot è denominato "Balia 4.0". Per lo scorrimento a terra, viene sfruttato un sistema di guida a sensori perimetrali che rende entrambi i modelli di Balia utilizzabili in qualsiasi vitellaia all’aperto


Più moderni e accattivanti sono anche l’aspetto esteriore e, come suggerisce il nome, l’equipaggiamento informatico: “Balia 4.0 – sottolinea Stefano – è fornito di connessione wi-fi e volendo anche di telecamera. Ecco perché, oltre che tramite display, le impostazioni possono essere scelte e memorizzate al computer o tramite smartphone, grazie a una App sviluppata appositamente. La telecamera, poi, consente di monitorare a distanza se i vitelli mangiano e bevono, ma in alternativa è installabile un sistema di allarme in tempo reale”.

 

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Anche il secondo modello di robot eroga sia latte che mangime, ma è definito “semiautomatico” perché è l’operatore che deve premere il pulsante “start” per azionare la macchina

 

Artigianale è bello

Altro capitolo importante, in fatto di robot, è la manutenzione. “Nella costruzione di entrambi i modelli – ci informa a questo proposito il nostro interlocutore – è stata utilizzata una componentistica di pregio, e abbiamo voluto che ogni singolo pezzo fosse reperibile sul mercato: se per distanza geografica o altri motivi non è possibile appoggiarsi alla ditta costruttrice del prototipo, in alternativa è possibile scegliere la via della manutenzione fai-da-te. Lo posso assicurare: strada facendo ho commesso qualche errore, ma adesso i due modelli di Balia funzionano. Sono dei robot di fattura artigianale, leggermente più costosi di quelli industriali a parità di vitelli gestiti, ma sono polivalenti, certificati CE e fatti con passione da un allevatore per gli altri allevatori”.

 

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Oltre che attraverso il touch screen a bordo macchina, grazie a una apposita App in “Balia 4.0” le impostazioni possono essere impartite via smartphone o via pc