Mosche, l’importante è giocare d’anticipo

Salute animale

Mosche, l’importante è giocare d’anticipo

Insieme all’allevatrice modenese Emanuela Passini scopriamo le strategie per affrontare e risolvere il problema delle infestazioni muscine

L’importante è avere le idee chiare e capire che le mosche sono un problema già prima di vederle svolazzare in stalla. Un concetto che l’allevatrice Emanuela Passini ha fatto proprio da tempo, ottenendo ottimi risultati nella stalla di famiglia di Spilamberto (Mo): “il problema esiste in ogni stalla - ricorda Emanuela - anche se troppo spesso viene trascurato, dando il via a fastidiose infestazioni massive che creano stress agli animali e al personale, nonché mettono a rischio i sempre delicati rapporti con i vicini. La nostra non sarà forse una realtà di grandi dimensioni, mungiamo infatti circa 110 vacche, ma ci piace lavorare bene e la pianificazione degli interventi contro le mosche fa ormai parte delle strategie per garantire ai nostri animali un adeguato livello di benessere. Il segreto? Iniziare presto con i trattamenti larvicidi. Quando? Il primo lo abbiamo effettuato a metà marzo con l’obiettivo di ridurre al massimo lo sviluppo delle larve e minimizzare il proliferare delle mosche adulte. E credetemi, non è mai troppo presto perché ai primi caldi il ciclo delle mosche riprende rapidamente e occorre essere preparati”.

La stalla dei Passini è una classica realtà del circuito del Parmigiano Reggiano, che insieme ad altre tre stalle rifornisce di ottimo latte il vicino caseificio sociale, una solida realtà che gestisce in toto la commercializzazione del formaggio, senza affidarsi a mediatori: “è un impegno in più - ci ricorda Franco, il babbo di Emanuela, che insieme all’altro figlio Daniele gestisce l’allevamento - ma così riusciamo a tenere in azienda tutto il valore aggiunto”.

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Per Emanuela Passini una corretta programmazione degli interventi contro le mosche è la base per contenere le infestazioni. L’azienda produce latte per il circuito del Parmigiano Reggiano Dop

 

La prevenzione paga


Paolo Cadena, lo specialist di Elanco Animal Health che segue i trattamenti in decine di stalle della Pianura Padana, è un vero cacciatore di mosche e un fautore della prevenzione: “capisco bene che la massima soddisfazione si abbia dopo un trattamento con il nostro adulticida, quando per terra ci sono migliaia di mosche morte, ma il vero successo si ottiene con il larvicida, che ha una azione certamente meno appariscente, ma fondamentale perché ci permette di tenere sempre sotto controllo le mosche ed evita che ci siano picchi di infestazione. Per tenere bassa e costante la conta delle mosche bisogna iniziare con Neporex a marzo/aprile, quando ancora si vedono pochissimi insetti volare e chiudere la stagione a ottobre/novembre con un ultimo trattamento”.

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Il registro delle applicazioni dei prodotti larvicidi e adulticidi è un utile strumento per avere sempre sotto controllo gli interventi in stalla

 

Il tutto senza dimenticare di trattare tutte le zone potenzialmente a rischio e ovunque ci sia un accumulo di materiale organico: attorno alle colonne, vicino ai raschiatori delle deiezioni, nei cumuli di letame o nelle fosse dei liquami. Aree che Paolo Cadena conosce bene e sulle quali non manca mai di intervenire: “per essere sempre più precisi e mirati nei trattamenti - conclude lo specialist - forniamo al cliente un registro delle applicazioni in cui segnare la data del trattamento, il prodotto utilizzato, la quantità applicata e la data in cui è previsto un nuovo trattamento, allegando le fatture di acquisto del prodotto e la planimetria dell’area su cui si è intervenuti. È un semplice documento che anche ai fini dei controlli dei servizi veterinari è utile per dimostrare di avere in azienda un protocollo di lotta alle mosche, indicando con chiarezza i prodotti impiegati, in nome della trasparenza e della pianificazione. I risultati? Non deludono mai”.

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Vari tipi di pupe raccolte in stalla, le ultime a destra dalla forma allungata, sono quelle che, grazie al trattamento con il prodotto larvicida non si trasformeranno in larve

 

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larve raccolte sulla paglia della lettiera del box vitelli

 

Salute in primo piano

“C’è poi un aspetto altrettanto importante - conclude la veterinaria Francesca Archilei (Ruminants & Bioprotection Brand Manager Elanco Animal Health) - che è quello sanitario, visto che le mosche sono pericolosi vettori di patogeni come E. coli. Le malattie che possono diffondere? Spaziano dalle mastiti all’Ibr e alla Bvd, tanto per citare alcune patologie che causano gravi danni in stalla, senza tralasciare il tema dell’antibiotico resistenza. Le mosche che vediamo volare sono infatti solo la punta dell’iceberg e rappresentano solo il 20% del problema, mentre il restante 80% è dato da uova, larve e pupe. L’approccio corretto? Prevenire, intervenire sistematicamente sulle larve e, quando occorre, usare l’adulticida. Ne trarrà vantaggio non solo la mandria, ma anche la qualità del lavoro in stalla e i buoni rapporti con il vicinato, un aspetto che oggi non può più essere trascurato”.

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Insieme contro le mosche: da sinistra la veterinaria Francesca Archilei (Ruminants & Bioprotection Brand Manager Elanco Animal Health), Emanuela Passini (az. Agr. Passini), la sua collaboratrice Beatrice Rossi e Paolo Cadena (specialist mosche Elanco Animal Health)