Colostro, un universo ancora tutto da scoprire

Salute animale

Colostro, un universo ancora tutto da scoprire

Recentemente la ricerca scientifica è riuscita a individuare alcuni componenti, presenti in micro-dosi, il cui ruolo è attualmente oggetto di approfondimento

 

Come abbiamo visto in un precedente articolo, la presenza di immunoglobuline e l’elevato contenuto di nutrienti ad alta digeribilità garantisce al vitello il soddisfacimento delle particolari necessità del periodo neonatale. Ma prima di entrare nel merito delle proprietà extra-nutrizionali del colostro, facciamo un cenno agli aspetti igienici e microbiologici.

 


Sanità del colostro

Nelle prime ore di vita del vitello, la superficie dei villi intestinali è in grado di assorbire elementi di grandi dimensioni come le immunoglobuline. La presenza di batteri può tuttavia ostruire le “porte di ingresso” e quindi creare un ostacolo fisico all’entrata degli anticorpi, con conseguente peggioramento del trasferimento di immunità. Se a questa problematica aggiungiamo le eventuali patologie conseguenti, ben si capisce l’importanza di limitare il più possibile la contaminazione del colostro. Per concetto assodato si pongono come limite di contaminazione i 100mila Ufc/ml, valore oltre il quale si cominciano a registrare serie problematiche. La grande maggioranza dei batteri che possiamo trovare è costituita da Coliformi (tabella 1).

 

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La moltiplicazione batterica è molto veloce, pertanto le raccomandazioni igieniche partono dall’igiene della mammella prima della mungitura con particolare attenzione all’eliminazione dei primi getti, alla pulizia del secchio di raccolta, alla sua chiusura appena possibile e alla conservazione in ambiente pulito. Se esso viene stoccato per qualche tempo, è meglio in frigorifero (massimo 3 giorni). Queste regole valgono anche se si decide di fare la banca del colostro, dove l’obiettivo è avere una scorta di materiale di qualità e pulito. Negli ultimi anni si è fatta strada l’opzione della pastorizzazione, che permette l’abbattimento della carica batterica. Questa metodica, pur sacrificando una certa quota di contenuto immunitario (ma la questione è ancora controversa, ndR), ha dimostrato di avere dei risultati migliorativi, soprattutto nelle situazioni più a rischio. Il controllo della contaminazione, comunque, si combatte anche con la minuziosa pulizia delle attrezzature, partendo dal secchio di raccolta fino al biberon che vanno regolarmente lavati con detersivo e disinfettati, nonché depositati in luoghi puliti.

 

Proprietà extra-nutrizionali

Come si diceva in premessa il colostro non è solo nutrizione, ma la sua composizione è ricca di altre sostanze ugualmente significative:
• l’ormone della crescita;
• il fattore di crescita trasformante beta-2;
• i fattori di crescita insulinico-colostrale IGF I e II, a cui è attribuita la proprietà di regolare lo sviluppo del tubo digerente dei neonati, inclusa la stimolazione della crescita della mucosa, gli enzimi del bordo del pennello, la sintesi del DNA intestinale e l’aumento delle dimensioni dei villi, con conseguente aumento della capacità di assorbimento del glucosio;
• alcuni antimicrobici (lattoferrina, lisozima e lattoperossidasi);
• alcuni oligosaccaridi che proteggono il neonato dai patogeni agendo per competizione per i siti di legame sulle superfici della mucosa intestinale; questi oligosaccaridi sono inoltre substrato per microrganismi benefici come il Bifidobacterium;
i leucociti di origine materna (colostro fresco), ovvero macrofagi e linfociti (cellule mononucleate). Queste cellule influenzano la risposta immunitaria dei vitelli condizionando la salute e l’immunità dell’individuo anche mesi o anni dopo (Reber et al., 2008);
i microRNA. Si tratta di molecole di RNA corte e non codificanti che possono regolare l’espressione genica a livello post-trascrizionale e potrebbero rappresentare un possibile metodo di segnalazione postnatale dalla madre al neonato;
• l’inibitore della tripsina, che serve a preservare le immunoglobuline e le altre proteine dalla degradazione proteolitica nell’intestino neonatale;
• il fibrinogeno, che è il precursore della fibrina, la più abbondante componente nei coaguli di sangue. Tuttavia, questa proteina ha anche una funzione difensiva: è stato dimostrato che la concentrazione del fibrinogeno  aumenta durante le reazioni infiammatorie. Per le loro implicazioni, il fibrinogeno e la fibrina del colostro influenzano positivamente il sistema immunitario del neonato.
• la plasmina, un enzima fibrinolitico coinvolto nella dissoluzione dei coaguli di fibrina al fine di prevenire fenomeni di trombosi. Altri studi hanno evidenziato come la plasmina svolga un’attività immunitaria, poiché contribuisce alla migrazione dei neutrofili verso il sito di infezione;
• l’amiloide sierica A (SAA). Questa proteina si trova normalmente nei complessi lipoproteici, ha un ruolo fondamentale ed essenziale nel sistema immunitario innato, prendendo parte alla fase acuta dell’infiammazione;
• la proteina legante i lipopolisaccaridi (LBP), che è prodotta durante le infezioni da Gram negativi, ma è in grado di contrastare anche i batteri Gram positivi. La funzione principale di questa proteina è quella di legarsi ai lipopolisaccaridi batterici (LPS) della parete cellulare dei batteri e permettere l’attacco dei monociti.
• i peptidi antimicrobici (AMP). Sono definiti come tali per la loro capacità di inattivare rapidamente gli agenti infettivi. La maggior parte degli AMP agisce interrompendo l’integrità delle membrane microbiche. Le due principali famiglie di AMP nei Mammiferi sono le difensine e un altro gruppo di molecole cationiche, classificate come peptidi della catelicidina.

 

Ruolo dei miRNA

Come visto in precedenza, oltre a fornire anticorpi salva-vita, il colostro contiene minerali, vitamine, fattori di crescita e cellule immunitarie. Recentemente, a questo elenco sono stati aggiunti i microRNA (miRNA). I microRNA sono brevi molecole di RNA non codificanti che possono regolare l’espressione genica. Si pensa che essi agiscano come regolatori-chiave di diversi processi biologici e di sviluppo. Nonostante le piccole dimensioni, essi sono in grado di reprimere l’espressione dei geni sfruttando una perfetta somiglianza o una  complementarietà che hanno con altre molecole di RNA, e quindi privilegiare l’espressione di precise caratteristiche. I microRNA hanno ruoli chiave nella regolazione di numerosi processi ed una sola di queste molecole è in grado di controllare l’espressione di centinaia di geni. Il loro coinvolgimento nei processi biologici ha spinto i ricercatori ad investigarne gli aspetti molecolari. Se si verifica l’inattivazione di un microRNA, si ha la sovra-espressione dell’mRNA bersaglio. Al contrario, la loro attivazione porta alla down-regolazione del target coinvolto nei processi cellulari. È per questa ragione che la degradazione anomala dei microRNA risulta implicata nell’insorgenza di numerose patologie configurandosi, in tal modo, come una nuova classe di target terapeutici. Una vasta gamma di forme tumorali, di cardiomiopatie e di alterazioni nervose è caratterizzata
da un’anomala regolazione dell’espressione genica da parte dei microRNA.

Si ritiene inoltre che i microRNA presenti nel colostro e nel latte siano molecole-segnale trasmesse da madre a neonato. Essi sono contenuti in vescicole extracellulari, che li rende resistenti alle dure condizioni del tratto gastrointestinale. Pertanto, i microRNA possono raggiungere l’intestino tenue, dove vengono assorbiti e trasferiti nel flusso sanguigno. I microRNA sono importanti per lo sviluppo dell’intestino: essi stimolano infatti la vitalità, la proliferazione e l’attività cellulare dell’epitelio intestinale. Inoltre, i microRNA sembrano agire come attori chiave nello sviluppo del sistema immunitario completo. Il contenuto di grassi della dieta materna sembra avere un effetto importante sull’espressione dei microRNA; questo creerebbe una possibile via per ottimizzarne l’espressione e migliorare la maturazione neonatale. Si noti che:

• la pastorizzazione a 60° C sembra non distruggere i microRNA;
• un’infezione mammaria cambia lo spettro dei microRNA.

 

Effetti a lungo termine

Come si è visto, diverse sono le sostanze contenute nel colostro che possono condizionare molteplici effetti presenti e futuri della vita dell’animale. Questo spiegherebbe, almeno in parte, come mai tanta differenza di performance nel somministrare più colostro al neonato (tabella 3), con ripercussioni che si manifestano anche in tempi successivi (tabella 4).

Se queste prove dimostrano il beneficio del colostro subito dopo la nascita, ci sono altre esperienze che ne evidenziano l’effetto positivo anche dopo la chiusura della barriera intestinale. In una recente ricerca, Chamorro ha valutato l’effetto della somministrazione di colostro secco in aggiunta al latte artificiale durante i primi 14 giorni di vita dei vitelli; i capi sotto trattamento hanno avuto migliori performance di crescita, ma soprattutto una drastica diminuzione delle patologie sia enteriche che respiratorie, elemento che ha permesso una forte riduzione dei trattamenti sanitari (tabella 5).

 

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I prodotti sostitutivi del colostro sono consigliati come alternativa per prevenire il fallimento nel trasferimento dell’immunità passiva nei vitelli quando la disponibilità di colostro materno è bassa o quando la sua qualità è compromessa, ma alla luce di quanto è emerso questi prodotti potrebbero essere utilizzati come integratori della dieta assieme al latte per ridurre l’insorgenza di malattie e la conseguente necessità di terapia antibiotica.

 

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Conclusioni

In conclusione, si fa presto a dire colostro, ma questo alimento è un vero e proprio universo del quale solo adesso si sta cominciando a capire la sua fondamentale importanza per la vita del vitello e della futura vacca.
Pertanto “colostro” è non soltanto immunoglobuline e nutrizione, ma tutta una serie di elementi che, presenti in microdosi, sortiscono importanti effetti su tutto l’organismo. Ulteriori ricerche ci permetteranno di approfondire se e come potremo intervenire sulla sua micro-composizione e quindi sulle sue azioni più particolari.

A cura di Claudio Alberini, Medico Veterinario