Mai abbassare le armi contro la coccidiosi

Vitelli, il futuro della Cascina Barbiselle

Salute animale

Mai abbassare le armi contro la coccidiosi

I danni che l'infezione causa in stalla sono tanto ingenti quanto insidiosi. Elanco ha messo a punto un approccio di diagnosi e prevenzione della coccidiosi

Elisabetta Quaini, allevatrice cremonese alla guida della Cascina Barbiselle, una delle stalle che hanno fatto la storia della Frisona italiana, ha le idee chiare. Il suo obiettivo? Avere una rimonta capace di partorire a 23 mesi di età, con manze ben sviluppate e pronte per iniziare una carriera produttiva di successo.

Elisabetta Quaini, Cascina Barbiselle
Per Elisabetta Quaini una stalla di successo non può prescindere dal controllo dei coccidi in vitellaia

La questione è essenzialmente economica, perché in gioco ci sono i bilanci aziendali e la redditività di un’azienda con più di 500 animali in mungitura, ma parlando con Elisabetta viene fuori un aspetto altrettanto importante di carattere etico, perché quando le bovine sono sane, tranquille, produttive, significa che in stalla il benessere animale non è un modo di dire, ma viene declinato ogni giorno nelle scelte gestionali di chi dirige l’allevamento e di tutta la squadra che contribuisce al successo aziendale. Per arrivare a questi risultati occorre partire con il piede giusto dai primi giorni di vita della futura lattifera, concentrandosi subito sulla salute dei vitelli, mettendoli nelle condizioni ideali per esprimere il loro potenziale genetico.
 

Controllo continuo

Un obiettivo che passa anche dalla lotta ai parassiti e alla coccidiosi, una insidiosa infezione causata da un microscopico parassita unicellulare del genere Eimeria, che è presente nelle stalle e può ridimensionare i nostri obiettivi, colpendo pesantemente i vitelli.

Cascina Barbiselle, vitelli
La lupa è un ottimo aiuto nelle prime settimane di vita, purché la manutenzione e la pulizia dell’impianto siano effettuate con cura

La coccidiosi non causa grande mortalità nelle prime fasi del ciclo di allevamento, tuttavia quello che è più subdolo è la riduzione dell’incremento ponderale giornaliero, causata dalle diarree, dal danno intestinale permanente e dalla lotta quotidiana che l’organismo del vitello deve combattere per superare gli esiti di questa infezione. Il danno in termini di accrescimento è stimato in 110 grammi/giorno con un inevitabile ritardo nel raggiungimento della condizione fisica ottimale per la prima inseminazione.
“La coccidiosi non è un problema da sottovalutare - spiega Elisabetta Quaini - e va affrontata senza tentennamenti. Nella lunga storia di questa azienda abbiamo sperimentato diversi approcci, passando dal trattamento a tappeto con i sulfamidici al mangime medicato, che però si è rivelato difficile da gestire, anche a livello del personale, perché non si ha mai la certezza che il vitello assuma la giusta quantità. Senza dimenticare che, per quanto ammessi e perfettamente legali, i mangimi medicati mi sembrano sempre meno in linea con i nuovi orientamenti nella gestione sanitaria delle bovine da latte”.

Cascina Barbiselle, vitelli
Nella stalla cremonese l’obiettivo è quello di arrivare al primo parto a 23 mesi

Poi a casa Quaini, insieme al veterinario Antonio Patelli della Embryovet, si è scelto di usufruire di Elancox, il servizio diagnostico per il monitoraggio della coccidiosi in allevamenti bovini ed ovicaprini messo a punto da Elanco cambiando l’approccio al problema. In prima istanza si è verificata la presenza dell’infezione per poi approntare un piano di prevenzione basato su una singola somminstrazione di un prodotto coccidicida di Elanco. La fase di diagnosi e monitoraggio è stata effettuata attraverso un’indagine quantitativa sulla carica parassitaria della vitellaia, che si concretizza con l’invio al laboratorio dell’IZS di Perugia di alcuni campioni di feci, raccolti con il kit messo a disposizione da Elanco, per una conta al microscopio che è in grado di dare maggiori certezze davanti a un problema di diarree e scarso accrescimento in vitellaia.

Elanco, Elancox, coccidi

La scheda utilizzata all’interno del programma di monitoraggio Elancox

“Da quando abbiamo preso questa decisione, spiegata e condivisa con tutto il personale, la salute degli 800 vitelli che svezziamo ogni anno è migliorata nettamente e così anche gli accrescimenti ponderali, con una mortalità che non supera mai il 2%. Per noi vuol dire poterci concentrare sugli obiettivi che ci siamo dati e arrivare regolarmente al primo parto ai 23 mesi”. Un percorso di successo che inizia al momento della nascita delle future campionesse.