La delicata arte di ingrassar tori

Anche i piani di profilassi influenzano la qualità delle carni

Salute animale

La delicata arte di ingrassar tori

Seconda edizione del Congresso Boehringer Ingelheim dedicato al bovino da carne. A Bardolino (Vr) i veterinari si sono confrontati su profilassi e gestione del ristallo

Chi allevatori vive in un mondo con dinamiche totalmente diverse rispetto alle stalle da latte. E questo vale anche per i veterinari, un centinaio di professionisti che condividono la stessa passione e le stesse problematiche, che Boehringer Ingelheim ha riunito a Bardolino (Vr). Una due giorni dedicata alle prospettive del comparto da carne in bilico fra nuovi trend di consumo e nuove sfide in termini di salute animale.

congresso Boehringer Ingelheim, Bardolino
Il secondo congresso Boehringer Ingelheim ha riunito a Bardolino il top dei veterinari del settore ristallo

Quando vacca pazza ha funestato il settore correva il 2001 e il drammatico calo del 65% nei consumi di carne è solo un ricordo lontano, ma, come ha sottolineato a Bardolino l’agronomo Assunta Susanna Bramante, il comparto delle carni bovine non sta vivendo momenti facili. Un trend accentuato anche dalla crisi economica, con uno spostamento dai tagli più pregiati ai macinati e agli hamburger, ma con un parallelo risveglio nel consumo di carne di qualità.
I dati Ismea relativi al primo semestre 2019 lo testimoniano, e indicano come sul fronte della domanda si registri una lieve ripresa degli acquisti (+0,6% in volume) che associata all’aumento dei prezzi medi porta a un incremento della spesa dell’1,3%.
Cosa chiede il consumatore? Un prodotto di qualità, possibilmente locale, magro, ma con Omega 3, senza antibiotici, rispettoso dell’ambiente e con elevati standard sanitari.
 

L’impegno dei veterinari

E qui entra in gioco il medico veterinario, a fianco dell’allevatore per prevenire le principali patologie dei soggetti all’ingrasso e assicurare alla filiera un prodotto in linea con le esigenze del consumatore.
Compito non facile, come spiega Carlo Sgoifo Rossi, dell’Università di Milano, nel suo intervento al congresso Boehringer Ingelheim, ricordando le numerose variabili con cui si ha a che fare giornalmente nelle stalle di tori. A cominciare ad esempio dal sesso degli animali allevati, con i maschi che rispetto alle femmine sono più suscettibili (+18%) alla malattia respiratoria (Brd) per una serie di motivi correlati al loro temperamento e generalizzato nervosismo, e ad alcune problematiche legate alla loro efficienza respiratoria, come conseguenza del loro peso corporeo.

Carlo Sgoifo Rossi
Per Carlo Sgoifo Rossi occorre ripensare alla gestione degli allevamenti, dando più spazio alla prevenzione

In estrema sintesi i soggetti più muscolosi e più nervosi hanno un maggior rischio di contrarre la Brd, un dato di fatto con cui gli allevatori devono convivere, mettendo in atto tutte le soluzioni gestionali utili a contrastare questo quadro clinico.
Garantire agli animali una zona specifica per il ristallo, isolata dal resto dell’azienda, è un ottimo modo per iniziare il ciclo di allevamento, così come una bassa densità (almeno 4,5 mq di spazio per capo), un elevato ricambio d’aria e una lettiera permanente in ottime condizioni, aiutano a mantenere un livello sanitario adeguato.
 

Approccio globale

Sgoifo Rossi ha anche enfatizzato l’importanza di avere cancelli separatori fra i box, capaci di evitare il contatto con soggetti di 70 kg appena arrivati e animali più anziani, con un quadro sanitario e risorse immunitarie ben diverse. Discorso analogo anche per il trattamento dei singoli capi, con il suggerimento di investire risorse nella costruzione di strutture di contenimento che permettano ai veterinari di poter intervenire sui singoli animali, ad esempio nella vaccinazione nasale, in sicurezza e soprattutto con la certezza di aver somministrato correttamente il farmaco, senza troppi rodei nei box.
Ma la patologia respiratoria si combatte anche in mangiatoia, fornendo agli animali una dieta corretta e un unifeed non “selezionabile”, mettendo loro a disposizione fieno con buona struttura e di qualità, con almeno un 11-12% di proteina e magari anche dell’insilato di mais, che contribuisce a rendere omogeneo l’unifeed ed evita i picchi proteici ed energetici della razione, riducendo morbilità e mortalità.
Come si comprende, non c’è una “ricetta” assoluta, ma il successo dipende da un mix di fattori che richiedono grande attenzione da parte di tutti, con un occhio di riguardo al monitoraggio e alla profilassi, come ha testimoniato Eliana Schiavon, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che a Bardolino ha ribadito l’importanza dei piani vaccinali, intesi non come intervento spot, ma come strumento routinario inserito nei programmi sanitari dell’allevamento. Un percorso che vede nei laboratori degli Izs, e in quello di Padova in particolare, un partner degli allevatori e dei veterinari per aumentare il livello sanitario delle stalle da ingrasso. Il consumatore, ignaro di tutto questo lavoro, ringrazia. 

Eliana Schiavon
Gli zooprofilattici? Una risorsa che va sfruttata dall’allevatore. Parola di Eliana Schiavon