Tecnologia
Stress da caldo? Noi lo monitoriamo con SenseHub™
Attraverso i collari cSense™ Flex Tag o le marche auricolari eSense™ Flex Tag di Allflex Livestock Intelligence, l’allevatore può verificare se il sistema di raffrescamento è efficace
Sono le vacche a dirci se hanno caldo. Ma sta a noi scegliere se monitorarle con attenzione, per cogliere prontamente i segnali che ci mandano e correre subito ai ripari dove e quando necessario, oppure se utilizzare “alla cieca” i dispositivi di raffrescamento, sperando che funzionino davvero e che le vacche stiano bene. È questo l’insegnamento che è possibile trarre dal confronto con gli allevatori che si affidano alla tecnologia Allflex Livestock Intelligence anche per la gestione dello stress da caldo. Noi ne abbiamo contattati tre, tutti localizzati nella pianura padana e alla guida di mandrie con oltre 200 capi in lattazione, per capire in che modo stanno sfruttando le informazioni raccolte dai collari e dalle marche auricolari SenseHub™.
Da sinistra: Giovanni, Maria e Pietro Cerri della Alce Farm di Turano Lodigiano (Lo)
“Studio Scienze agrarie all’Università – ci spiega Pietro – per cui quando non sono in azienda, è mia sorella Maria o mio padre Giovanni a consultare il report sullo stress da caldo nei diversi gruppi di animali. Di norma, comunque, sono io a leggere il grafico, che è di facile interpretazione e che ci ha dato indicazioni preziose ai fini del benessere animale”. Prima indicazione raccolta, il sistema di raffrescamento aziendale è tendenzialmente efficace. E questo vale tanto per le asciutte, stabulate in un vecchio ricovero dai muri spessi, quanto per i gruppi di vacche in mungitura, che beneficiano di ventilazione di soccorso in area di riposo e di docce e ventilatori in rastrelliera.
I dispositivi SenseHub™ sono utili a verificare la reale efficacia degli strumenti atti a mitigare lo stress da caldo.
Seconda indicazione, il momento di massimo benessere termico delle vacche in mungitura è proprio quando sono ammassate in sala di attesa, dove grazie al protocollo di cooling (1-2 minuti di bagnatura a cui fanno seguito 4-5 minuti di immissione di aria ad alta velocità) non c’è alcun rischio che gli animali vadano in iperventilazione. “Ma abbiamo anche imparato – sottolinea Pietro – che nelle giornate più torride, nei diversi gruppi di animali tendono a verificarsi due picchi di iperventilazione, il primo verso le 11 di mattina e il secondo verso le 15. Per quello delle 15 nessun problema, perché la mungitura è vicina e le vacche stanno per entrare in sala di attesa. Per contrastare il picco delle 11, invece, abbiamo predisposto quello che oggi chiamiamo il giro-benessere”. Che funziona così: quando il grafico suggerisce che circa il 30% delle vacche di un gruppo sono in iperventilazione, l’intero gruppo viene portato in sala di attesa per una sessione aggiuntiva di cooling. “Siamo molto soddisfatti dei collari Allflex – conclude Pietro – e non soltanto per come ci aiutano a gestire lo stress da caldo. Per noi tornare indietro, oggi, sarebbe francamente impossibile”.
I clienti di SenseHub™ pacchetto Premium conoscono la percentuale di animali che all’interno di un determinato gruppo risultano in iperventilazione.
Paola Aguzzi della Società agricola Finato, Martinati e Venier di Concamarise (Vr).
Anche in questo caso le strutture aziendali sono ormai obsolete, per cui negli anni passati la proprietà ha provveduto a installare l’impianto di raffrescamento (docce a goccia pesante e destratificatori) nei ricoveri delle vacche in lattazione e delle asciutte. Solo la zona parto non è raffrescata, ma in questo caso le bovine vengono affidate alle cure del personale, che cannella dell’acqua alla mano le bagna abbondantemente per due volte al giorno, alle 11.30 e alla 16.30 (chi frequenta i social network avrà probabilmente visto i filmati). “Siamo anche stati tra i primi allevatori – aggiunge Paola – che si sono dotati dei sensori Heatime® per l’attività e per la ruminazione, e di lì abbiamo continuato con i successivi modelli fino agli attuali dispositivi di ultima generazione”. E così, oggi, tutte le bovine dai 12 mesi di età in avanti (350 capi in tutto) sono dotate di collari o marche auricolari SenseHub™. “È ormai da tre estati – precisa Paola – che monitoriamo gli animali. Il report che ricevo sul computer è di facile lettura e mi sta aiutando a individuare i capi in stress da caldo, a cui riserviamo un trattamento speciale”.
Getti d’acqua diretti sulle vacche in stress termico: questo uno degli interventi di soccorso disposti nell’azienda Finato, Martinati e Venier.
Paola provvede infatti a incrociare i dati produttivi provenienti dalla sala di mungitura con quelli provenienti dai dispositivi SenseHub™.
“Non appena più del 10% delle bovine di un gruppo va in iperventilazione, il sistema mi avverte che quel gruppo è da considerare in stress termico. A quel punto vado in stalla, e armata di termometro cerco di individuare quali sono, all’interno di quel gruppo, i singoli capi in sofferenza. Infatti sono solita rilevare la temperatura rettale su una trentina di bovine almeno, concentrandomi prima di tutto su quelle più a rischio come le fresche. Le vacche che mostrano una temperatura rettale anomala, superiore a 39 gradi, vengono isolate e raffrescate ad opera di docce, di lieviti per favorire la ruminazione e infine di aspirina vegetale, di cui sono note le proprietà antipiretiche”. Il gioco vale la candela? Assolutamente si: “l’estate scorsa – conclude infatti Paola – la fertilità non ha subito flessioni, e la media produttiva non è mai scesa sotto i 40 chili per vacca al giorno”.
Oreste Passoni della Società agricola Passoni Antonio di Bellinzago Lombardo (Mi).
In quest’ottica, il team aziendale si accorge prima di tutto che sottoponendo gli animali catturati in rastrelliera a una sessione di raffrescamento ad acqua e ad aria della durata di 60 minuti, per le successive 2-3 ore gli animali non mostrano segni di iperventilazione. Poi si scopre che nel corso della giornata si verificano due momenti critici in cui le bovine tendono a iperventilare: tra le 11 e mezzogiorno, e tra le 23 e mezzanotte. “Motivo per cui – spiega Oreste – il protocollo 2019 prevedeva che le bovine in lattazione venissero raffrescate non soltanto in occasione delle due mungiture giornaliere, ma anche in occasione di una sessione aggiuntiva delle 11 di mattina. A questo fine abbiamo abituato gli animali a recarsi in rastrelliera richiamandoli con un fischio e subito dopo distribuendo in mangiatoia un po’ di liquido zuccherino per mezzo di un innaffiatoio. Una volta catturati, gli animali venivano sottoposti a raffrescamento per 45 minuti”. Nessun provvedimento speciale, invece, per affrontare il picco di iperventilazioni notturne, ma l’impianto di cooling era comunque attivo e gli animali erano consci che per trovare sollievo sarebbero dovuti andare in rastrelliera.
Una passata di liquidi zuccherini sull’unifeed: ecco un espediente utile per stimolare le vacche a recarsi in rastrelliera ed essere così catturate per una sessione di raffrescamento aggiuntiva.
In questo modo – fa notare Oreste – l’ingestione si è sempre mantenuta su livelli elevati, e le nostre performance estive sono di molto migliorate. Senza dimenticare gli ottimi risultati ottenuti sottoponendo le vacche in asciutta a tre sessioni giornaliere di raffrescamento di 60 minuti ciascuna: le lattazioni sono partite in modo ottimale e non abbiamo avuto casi di ritenzione placentare o di dislocazione abomasale. Abbiamo avuto, semmai, alcuni casi di metrite, ma quando i collari ci segnalavano che l’ingestione veniva mantenuta, ci astenevamo dal procedere al trattamento. Per cui abbiamo anche ridotto il consumo di antibiotici”.
Giro-benessere
Il nostro tour virtuale parte da Turano Lodigiano (Lo), dove raccogliamo la testimonianza di Pietro Cerri della Società agricola Cerri (Alce Farm). Una realtà multifunzionale, indirizzata alla produzione di latte bovino, carne suina ed energia da biogas, in cui vengono munte 280 vacche di razza Frisona e Jersey per la produzione di Grana Padano e altri formaggi. Da due estati a questa parte l’intero effettivo di vacche adulte (300 capi circa) dispone dei collari SenseHub™ e viene monitorato anche per lo stress da caldo.Da sinistra: Giovanni, Maria e Pietro Cerri della Alce Farm di Turano Lodigiano (Lo)
“Studio Scienze agrarie all’Università – ci spiega Pietro – per cui quando non sono in azienda, è mia sorella Maria o mio padre Giovanni a consultare il report sullo stress da caldo nei diversi gruppi di animali. Di norma, comunque, sono io a leggere il grafico, che è di facile interpretazione e che ci ha dato indicazioni preziose ai fini del benessere animale”. Prima indicazione raccolta, il sistema di raffrescamento aziendale è tendenzialmente efficace. E questo vale tanto per le asciutte, stabulate in un vecchio ricovero dai muri spessi, quanto per i gruppi di vacche in mungitura, che beneficiano di ventilazione di soccorso in area di riposo e di docce e ventilatori in rastrelliera.
I dispositivi SenseHub™ sono utili a verificare la reale efficacia degli strumenti atti a mitigare lo stress da caldo.
Seconda indicazione, il momento di massimo benessere termico delle vacche in mungitura è proprio quando sono ammassate in sala di attesa, dove grazie al protocollo di cooling (1-2 minuti di bagnatura a cui fanno seguito 4-5 minuti di immissione di aria ad alta velocità) non c’è alcun rischio che gli animali vadano in iperventilazione. “Ma abbiamo anche imparato – sottolinea Pietro – che nelle giornate più torride, nei diversi gruppi di animali tendono a verificarsi due picchi di iperventilazione, il primo verso le 11 di mattina e il secondo verso le 15. Per quello delle 15 nessun problema, perché la mungitura è vicina e le vacche stanno per entrare in sala di attesa. Per contrastare il picco delle 11, invece, abbiamo predisposto quello che oggi chiamiamo il giro-benessere”. Che funziona così: quando il grafico suggerisce che circa il 30% delle vacche di un gruppo sono in iperventilazione, l’intero gruppo viene portato in sala di attesa per una sessione aggiuntiva di cooling. “Siamo molto soddisfatti dei collari Allflex – conclude Pietro – e non soltanto per come ci aiutano a gestire lo stress da caldo. Per noi tornare indietro, oggi, sarebbe francamente impossibile”.
I clienti di SenseHub™ pacchetto Premium conoscono la percentuale di animali che all’interno di un determinato gruppo risultano in iperventilazione.
Trattamento speciale
Ci spostiamo nella pianeggiante campagna a sud di Verona, e per la precisione a Concamarise, dove raccogliamo la testimonianza di Paola Aguzzi dell’azienda agricola Finato, Martinati e Venier. Un’altra realtà multifunzionale (latte bovino, colture biologiche, cerealicole estensive ed energia da biogas) dove durante l’anno vengono mediamente munte 210 Frisone ad alta produzione (140 quintali di media) con destinazione latte alimentare.Paola Aguzzi della Società agricola Finato, Martinati e Venier di Concamarise (Vr).
Anche in questo caso le strutture aziendali sono ormai obsolete, per cui negli anni passati la proprietà ha provveduto a installare l’impianto di raffrescamento (docce a goccia pesante e destratificatori) nei ricoveri delle vacche in lattazione e delle asciutte. Solo la zona parto non è raffrescata, ma in questo caso le bovine vengono affidate alle cure del personale, che cannella dell’acqua alla mano le bagna abbondantemente per due volte al giorno, alle 11.30 e alla 16.30 (chi frequenta i social network avrà probabilmente visto i filmati). “Siamo anche stati tra i primi allevatori – aggiunge Paola – che si sono dotati dei sensori Heatime® per l’attività e per la ruminazione, e di lì abbiamo continuato con i successivi modelli fino agli attuali dispositivi di ultima generazione”. E così, oggi, tutte le bovine dai 12 mesi di età in avanti (350 capi in tutto) sono dotate di collari o marche auricolari SenseHub™. “È ormai da tre estati – precisa Paola – che monitoriamo gli animali. Il report che ricevo sul computer è di facile lettura e mi sta aiutando a individuare i capi in stress da caldo, a cui riserviamo un trattamento speciale”.
Getti d’acqua diretti sulle vacche in stress termico: questo uno degli interventi di soccorso disposti nell’azienda Finato, Martinati e Venier.
Paola provvede infatti a incrociare i dati produttivi provenienti dalla sala di mungitura con quelli provenienti dai dispositivi SenseHub™.
“Non appena più del 10% delle bovine di un gruppo va in iperventilazione, il sistema mi avverte che quel gruppo è da considerare in stress termico. A quel punto vado in stalla, e armata di termometro cerco di individuare quali sono, all’interno di quel gruppo, i singoli capi in sofferenza. Infatti sono solita rilevare la temperatura rettale su una trentina di bovine almeno, concentrandomi prima di tutto su quelle più a rischio come le fresche. Le vacche che mostrano una temperatura rettale anomala, superiore a 39 gradi, vengono isolate e raffrescate ad opera di docce, di lieviti per favorire la ruminazione e infine di aspirina vegetale, di cui sono note le proprietà antipiretiche”. Il gioco vale la candela? Assolutamente si: “l’estate scorsa – conclude infatti Paola – la fertilità non ha subito flessioni, e la media produttiva non è mai scesa sotto i 40 chili per vacca al giorno”.
Potenziati i protocolli
Ritorniamo infine in terra lombarda, e per la precisione a Bellinzago (Mi) per parlare con Oreste Passoni della Società agricola Passoni Antonio, interessante realtà agricola da 220-230 vacche in mungitura per la produzione di latte da Gorgonzola Dop. In questo caso è stato lo stesso fornitore dell’impianto di raffrescamento ad aver fornito i collari SenseHub™, e questo affinchè la famiglia Passoni potesse verificare di persona l’efficienza del proprio sistema di cooling. “All’inizio dell’estate scorsa – conferma Oreste – ci siamo provvisti di una sessantina di collari con pacchetto Premium, per cui sul nostro pc potevamo consultare anche il grafico dello stress da caldo. E con il sopraggiungere dei primi caldi abbiamo visto che nonostante i dispositivi di raffrescamento fossero già entrati in funzione, in realtà il 60-70% degli animali era in iperventilazione. Segno, quindi, che dovevamo cambiare qualcosa”.Oreste Passoni della Società agricola Passoni Antonio di Bellinzago Lombardo (Mi).
In quest’ottica, il team aziendale si accorge prima di tutto che sottoponendo gli animali catturati in rastrelliera a una sessione di raffrescamento ad acqua e ad aria della durata di 60 minuti, per le successive 2-3 ore gli animali non mostrano segni di iperventilazione. Poi si scopre che nel corso della giornata si verificano due momenti critici in cui le bovine tendono a iperventilare: tra le 11 e mezzogiorno, e tra le 23 e mezzanotte. “Motivo per cui – spiega Oreste – il protocollo 2019 prevedeva che le bovine in lattazione venissero raffrescate non soltanto in occasione delle due mungiture giornaliere, ma anche in occasione di una sessione aggiuntiva delle 11 di mattina. A questo fine abbiamo abituato gli animali a recarsi in rastrelliera richiamandoli con un fischio e subito dopo distribuendo in mangiatoia un po’ di liquido zuccherino per mezzo di un innaffiatoio. Una volta catturati, gli animali venivano sottoposti a raffrescamento per 45 minuti”. Nessun provvedimento speciale, invece, per affrontare il picco di iperventilazioni notturne, ma l’impianto di cooling era comunque attivo e gli animali erano consci che per trovare sollievo sarebbero dovuti andare in rastrelliera.
Una passata di liquidi zuccherini sull’unifeed: ecco un espediente utile per stimolare le vacche a recarsi in rastrelliera ed essere così catturate per una sessione di raffrescamento aggiuntiva.
In questo modo – fa notare Oreste – l’ingestione si è sempre mantenuta su livelli elevati, e le nostre performance estive sono di molto migliorate. Senza dimenticare gli ottimi risultati ottenuti sottoponendo le vacche in asciutta a tre sessioni giornaliere di raffrescamento di 60 minuti ciascuna: le lattazioni sono partite in modo ottimale e non abbiamo avuto casi di ritenzione placentare o di dislocazione abomasale. Abbiamo avuto, semmai, alcuni casi di metrite, ma quando i collari ci segnalavano che l’ingestione veniva mantenuta, ci astenevamo dal procedere al trattamento. Per cui abbiamo anche ridotto il consumo di antibiotici”.