La stalla a ventilazione ibrida firmata Rota Guido

L’investimento è in linea con quello richiesto per altre strutture, ma i vantaggi sono notevoli

Tecnologia

La stalla a ventilazione ibrida firmata Rota Guido

Un gruppo di 600 vacche in lattazione dell'allevamento Fugazza di Gragnanino Trebbiense (Pc) vive nella nuova stalla ideata e realizzata da Rota Guido. La prima in Europa a sfruttare la "ventilazione in pressione"

Che il benessere animale sia il principale propellente delle prestazioni zootecniche è cosa ormai assodata dalla letteratura scientifica e dall’esperienza quotidiana di migliaia di allevatori. Chi, però, avesse ancora qualche dubbio, è caldamente invitato a visitare la nuova stalla a ventilazione ibrida delle Aziende Agricole Fugazza di Gragnanino Trebbiense (Pc), progettata e costruita dalla Rota Guido. Perché è all’interno di questa grande stalla, dove vivono nel più totale relax 600 frisone in mungitura, che si ha la concreta dimostrazione di cosa significhi offrire alle vacche un ambiente realmente confortevole.

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L’ingegner Giuseppe Volta di Rota Guido (a sinistra) in compagnia di Lorenzo Marini, amministratore delegato delle Aziende Agricole Fugazza

“Nella moderna edilizia zootecnica – premette l’ingegner Giuseppe Volta di Rota Guido srl – è il benessere animale che guida la progettazione, e si dice che una stalla sia ben concepita quando garantisce alla mandria la totale assenza di stress sociali e microclimatici. È esattamente questo l’obiettivo che ci siamo prefissati quando abbiamo iniziato a lavorare a questa nuova idea di stalla, suggerita dal veterinario statunitense Gordie Jones e ispirata ad alcune grandi realtà a stelle e strisce da 50 litri/capo/giorno. Un’idea che noi abbiamo voluto fare nostra, adattandola alla realtà zootecnica italiana ed europea. L’abbiamo chiamata stalla a ventilazione in pressione o stalla a ventilazione ibrida: in pressione perché dall’esterno, ad opera di ventilatori posizionati lungo la parete longitudinale dell’edificio, viene immessa aria pulita, che poi in stalla si riscalda e grazie alla pressione positiva, sfoga dallo shed di colmo. Ibrida perché viene sfruttata sia la ventilazione forzata che quella naturale: in condizioni climatiche estreme (estate e inverno) la stalla può venire completamente isolata dall’ambiente esterno, affidando appunto alla ventilazione forzata il compito di dare avvio ai ricambi d’aria; nelle stagioni più miti (primavera e autunno) è possibile invece aprire le tende, collocate sempre lungo la parete longitudinale della stalla, e sfruttare in modo controllato la ventilazione naturale”.
 

Zero stress sociali

Ma la definizione forse più calzante potrebbe essere stalla a zero stress. “All’interno di questa struttura – sottolinea infatti Volta – vengono annullati prima di tutto gli stress sociali legati alla competizione che normalmente insorge tra le bovine. Qui ogni animale ha il proprio spazio per mangiare e riposare, visto che sia gli accessi alla mangiatoia che il numero di cuccette sono proporzionali rispetto al numero di capi stabulati. Stesso concetto per ciò che riguarda i punti di abbeverata e l’ampiezza dei passaggi”.
Due, in particolare sono i punti su cui cade l’occhio dell’osservatore: esattamente al centro della stalla è collocato il corridoio che gli animali imboccano per recarsi in sala di mungitura, esterna al capannone: il passaggio è largo 6 metri, in modo che gli animali non si trovino in competizione e possano procedere da soli, in tranquillità, verso la zona mungitura. Lo stesso corridoio centrale divide il capannone in 4 comparti (due comparti per lato), ciascuno dei quali ospita 150 vacche ed è dotato di un ampissimo passaggio centrale, che gli animali possono sfruttare per passare dalla zona di riposo all’area di alimentazione. Ebbene, il passaggio centrale è largo 7,8 metri ed è dotato di ampi abbeveratoi su entrambi i lati.

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Dietro alla rastrelliera si intravede l’ampio passaggio centrale di 7,8 metri dotato di abbeveratoi, che le bovine possono utilizzare per spostarsi dalla corsia di alimentazione verso l’area di riposo


Zero stress ambientali

Zero stress anche sul fronte del micro-ambiente all’interno del ricovero zootecnico: oltre alla già citata integrazione tra ventilazione forzata e ventilazione naturale controllata, che rende del tutto omogenei in qualsiasi punto della stalla non soltanto i flussi, ma anche la qualità dell’aria, occorre segnalare anche la presenza dei dispositivi per il raffrescamento degli animali durante i mesi più caldi. “Durante l’estate – osserva infatti l’ingegner Volta – le vacche vengono raffrescate anche attraverso l’aspersione di acqua a goccia grossa sul corpo dell’animale. L’erogazione di acqua è legata al THI, ma anche alla routine: dopo le due mungiture giornaliere le bovine bevono e vanno in rastrelliera dove vengono bagnate. Ma dopo la doccia – puntualizza – grazie alla ventilazione forzata trasversale operata dai ventilatori posti sui due lati della stalla, l’evaporazione e l’estrazione del calore coinvolgono l’intera superficie corporea della bovina, posteriore compreso”.
A completare, infine, il “trattamento-benessere” ecco le luci artificiali, che contribuiscono a rendere ovunque omogenea anche la luminosità ambientale: la struttura è infatti illuminata con un’intensità di 200 lux al centro e 120 lux ai lati, così che le vacche possano avere la giusta quantità di luce per una durata ottimale di 16-18 ore al giorno.
Ed ecco anche le spazzole rotanti per l’autopulizia del mantello e le comode cuccette, confortevoli sia per il design, che per la consistenza e per l’ineccepibile livello igienico del materiale di riempimento. Si tratta infatti della componente solida del digestato ottenuto dall’impianto di biogas aziendale (2 MW/h di potenza), che lavora in termofilia (i 52°C mantenuti all’interno dell’impianto abbattono la carica batterica ed eliminano i patogeni). Salta immediatamente all’occhio dell’osservatore l’eccellente stato di pulizia delle bovine, a cui contribuisce questo tipo di lettiera.

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Le bovine presentano un eccellente stato di pulizia
 

Vantaggi ad ampio raggio

Descritta sinteticamente la struttura, chiediamo allo staff aziendale di elencarci quali sono i vantaggi concretamente osservati nella mandria dal giorno di inaugurazione ad oggi. “Prima di scegliere questa nuova tipologia di stalla – risponde senza esitazioni Lorenzo Marini, amministratore delegato delle aziende agricole Fugazza – ci siamo recati negli Stati Uniti per ben 3 volte, al fine di studiare il comportamento delle bovine allevate in una stalla di questo tipo. L’impressione è stata fin dall’inizio ottima: all’interno delle strutture che abbiamo visitato l’aria era sempre fresca e respirabile in qualsiasi punto della stalla, e le bovine ci sembravano tranquille. Niente mosche, nessun disturbo arrecato dall’ambiente esterno come ad esempio piccioni, nessun ammassamento indice di stress. Tutti aspetti importantissimi, che oggi vediamo in essere anche nella nostra azienda. Non solo: il 18 agosto abbiamo spostato in questa stalla la bellezza di 600 vacche nell’arco di sole 3 ore. Da quel giorno non ci è uscita una sola bovina per zoppia o per un calo di produzione. Anzi, abbiamo stimato che giornalmente ogni singolo animale riposa un’ora in più. E ogni ora aggiuntiva di riposo giornaliero equivale a un aumento produttivo di 2 litri di latte”.
“Da quando abbiamo inaugurato questa stalla – sintetizza il capostalla Sergio Lomila mandria riposa di più e produce di più. Le vacche stanno bene, e sono pulitissime”.

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In estate e in inverno la stalla può venire completamente chiusa, isolata dall’ambiente esterno, affidando alla ventilazione forzata il compito di dare avvio ai ricambi d’aria
 

Costi standard

Va bene, direte voi, la stalla funziona ma quanto potrebbe costare? “L’investimento richiesto – segnala a questo proposito l’ingegner Volta – è in linea con quello prevedibile per altre tipologie di stalla a stabulazione libera. Non a caso, il fatto che sia una struttura ad arco del tutto priva di colonne non soltanto riduce la spesa, in particolare per ciò che riguarda le fondazioni, ma offre anche vantaggi gestionali: il personale può avere maggiori spazi di manovra all’interno delle corsie e un migliore colpo d’occhio sulla mandria. Non solo: l’esperienza che abbiamo maturato in oltre 50 anni di lavoro in questo settore, ci ha evidenziato che le colonne sono gli elementi strutturali che maggiormente impediscono l’inserimento dei cambiamenti tecnologici all’interno di una stalla. In assenza di colonne, quest’azienda potrà integrare qualsiasi dispositivo sviluppato dal progresso tecnologico di qui ai prossimi cent’anni”.