Gestione mandria
La squadra corse di Daniele Cioni
Diamo i numeri: 478 kg di proteina per vacca, 3 robot di mungitura e 15 giorni (minimo) di ferie all’anno. Che per un allevatore da Parmigiano Reggiano della montagna modenese non è affatto male…
Daniele Cioni ha la fissa del “46”, che non è solo la sua età, ma è anche lo stesso numero di gara di Valentino Rossi. D’altro canto all’allevatore modenese piacciono non solo le vacche da latte, ma anche i cavalli motore e quando si tratta di andare veloce non si tira mai indietro. A ben guardare, gli piace correre sia su strada che in stalla e i risultati raggiunti in questi anni testimoniano come a casa Cioni si riescano a raggiungere risultati che per altri sarebbero inavvicinabili. I trofei contano sempre il giusto, ma sapere di essere al primo posto in provincia di Modena fra le stalle da Parmigiano Reggiano con robot per proteina prodotta con 478 kg, è una gran bella soddisfazione.
Successo di coppia
Un meritato successo che Daniele condivide con Marzia, la “morosa” incontrata alle scuole medie, poi diventata moglie, socia nell’allevamento e complice nella gestione di una vita intensa nella quale ritagliare momenti per la famiglia, i figli e le ferie non sempre è facile. La decisione di abbandonare la sala mungitura per passare al robot nasce proprio dalla ricerca di migliorare il benessere delle vacche, ma anche degli umani: “La settimana scorsa ci siamo trovati con entrambi gli operai in ferie – dice ridendo Daniele – e senza i robot non ce l’avremmo mai fatta, anche se è stata durissima lo stesso. Impagabile”.
Concedere ampio spazio ad ogni vacca è un investimento che rende
Robot, mai più senza
La scelta di passare al robot, pur con tutti i vincoli imposti dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha rappresentato un momento di svolta e di crescita per l’allevamento di Montese (Mo) che nel 2017 ultimo anno di sala mungitura aveva medie di 36,2 litri al giorno/capo e che oggi produce ben 6 litri in più, anche grazie al sistema volontario di mungitura: “Il robot ti cambia la vita - commenta Daniele - e non ho dubbi sul fatto che oggi le vacche abbiano un benessere nettamente superiore al passato, potendo andare liberamente a farsi mungere, quando ne sentono la necessità. Anche noi umani siamo certamente più liberi negli orari, ma dobbiamo imparare a cambiare modo di lavorare per sfruttare al meglio l’impatto del robot in stalla, uno strumento che ti permette di concentrarti lì dove la tua presenza ha un reale valore aggiunto. L’unica criticità? I costi di manutenzione ordinaria, che nel nostro caso, comprendendo tutte le voci, i detergenti e i cambi di guaina previsti dai protocolli, oscillano attorno di 50mila euro all’anno per 3 macchine”.
Vantaggi concreti
I vantaggi non mancano e a livello di sanità della mammella l’impatto del robot ha portato ad una riduzione delle cellule, nonché ha permesso una gestione di precisione dell’alimentazione, grazie alla possibilità di utilizzare in mangiatoia due mangimi diversi in pellet e un mangime liquido, erogati in funzione del momento della lattazione, dei livelli produttivi e delle curve impostate nel sistema.
“Poi occorre tempo per entrare in sintonia con il robot, comprenderne la filosofia di mungitura e padroneggiare i dati che genera in ogni istante, preziosi anche ai fini della salute della mammella e della prevenzione. Ma ti dà la libertà di andare a vedere le partite di tuo figlio il sabato pomeriggio, ti permette di fare un giro in moto con gli amici, senza avere sempre il patema di quello che sta succedendo in stalla. Se c’è un problema prendi lo smartphone, ti colleghi al robot e, una volta valutata la situazione, dici ai tuoi collaboratori come intervenire. E questo lo fai anche se sei in spiaggia con la famiglia. Mica poco”.
Per i Cioni il robot ha significato prima di tutto svincolarsi dal problema della manodopera
Anni ruggenti
Sembra passata una vita da quando nel 1988 il padre di Daniele, operaio in una fabbrica di ceramiche di Pavullo, iniziò ad allevare vacche, iniziando con 6 animali: “Abbiamo iniziato mungendo a mano – dice Cioni – con tanto di sgabello di legno, poi abbiamo acquistato la prima mungitrice a secchio, costruito la stalla da 47 vacche legate e ci sembrava di essere in paradiso. La vera rivoluzione è stata nel 2004 con la stalla libera e la sala di mungitura parallela da 12, ma non ci saremmo mai aspettati l’impatto dei primi 2 robot, installati nel 2017, a cui ha fatto seguito una terza macchina nel 2019. Chi non ha una stalla non può capire il problema della manodopera, i piccoli ricatti a cui si è sottoposti con la minaccia di perdere un mungitore dalla sera alla mattina e con l’incertezza se il rimpiazzo sarà o meno capace di mungere. Con il robot il problema è risolto e la qualità della vita cambia, specialmente qui in montagna, dove gli operai iniziano a venire meno volentieri rispetto alla pianura”.
Lavoro di squadra
Il fatto di produrre per il Parmigiano Reggiano non è stato un problema e il casaro del caseificio di cui Daniele è socio non ha mai avuto nulla da recriminare sulle vacche dei Cioni, ma ci sono solo stati apprezzamenti per la qualità del latte, il basso livello di cellule somatiche e la percentuale di caseina: “Abbiamo sempre lavorato molto sulla genetica e curiamo al massimo l’alimentazione, pur dovendo sottostare ad un disciplinare restrittivo come quello della Dop, ma le soddisfazioni non ci sono mai mancate. Oggi, grazie alle informazioni che il robot ci mette a disposizione dopo ogni mungitura, due volte al giorno, quarto per quarto, lavorare in prevenzione è possibile e i protocolli messi a punto insieme alla nostra veterinaria Emanuela Sorgia, ci consentono di non usare quasi più l’antibiotico e di risolvere generalmente i problemi con un antinfiammatorio. La spesa per il farmaco veterinario è calata drasticamente, il latte scartato idem e le vacche sono più sane, hanno mammelle in condizioni migliori rispetto al passato e trascorrono meno tempo in piedi. Con la sala avevamo una media di 3-4 vacche zoppe a settimana, adesso passano 6 mesi senza un problema podale”.
Nell'azienda agricola Cioni la produzione media giornaliera procapite è di 46 litri di latte al 3,5% di grasso e al 2,6-2,7% di caseina
Alimentazione di precisione
Poi c’è il capitolo alimentazione, una nuova strada da percorrere insieme a Claudio Vezzani, il nutrizionista Adisseo che collabora con i Cioni, e a Davide Zanni Bertelli di Progeo, che da sempre segue la stalla: “Anche sotto questo profilo conclude Daniele - il robot rappresenta un cambio di regime nella direzione dell’alimentazione di precisione, ma occorre imparare a gestire il carro e l’alimentatore automatico in modo da premiare le vacche più produttive e seguire la loro curva di lattazione, senza sprechi inutili. Nel robot usiamo due mangimi in pellet e un mangime liquido, con una flessibilità totale, vacca per vacca. Prima non sarebbe stato possibile e la differenza in termini di latte in più si vede, ma non è questo l’obiettivo principale, che resta sempre l’affrancamento dalla manodopera. È chiaro che avere un latte al 3,5% di grasso e al 2,6-2,7% di caseina sia una garanzia di tranquillità nel consegnare il latte al caseificio e nel prezzo finale, ma il vero benessere è la libertà e la possibilità di godersi la famiglia come fanno le persone normali”.
E se poi ci scappa un giro in moto, ancor meglio!
La veterinaria Emanuela Sorgia insieme a Claudio Vezzani, nutrizionista Adisseo