Gestione mandria
La mia stalla ha fatto boom
Dalla provincia di Cuneo un’altra storia di crescita, quella di Angelo Bernoco. Partito nel 1990 con 20 bovine di razza Piemontese, oggi alleva insieme ai figli la bellezza di 750 bianconere, con risultati produttivi eccellenti
“Certo, sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ma voglio ringraziare i miei figli, Anna e Paolo Felice, perché hanno veramente voglia di fare e di mettersi in gioco”. Così Angelo Bernoco, titolare di una delle realtà emergenti della zootecnia da latte cuneese, l’azienda agricola Bernoco di Bra (Cn). In stalla 750 capi di razza Frisona, a cui si affiancano 120 ettari di terreni coltivati a foraggere per la mandria.
Un bel traguardo per chi, come lui, è partito da ben altri numeri: “ho iniziato egli anni ‘80 – ci racconta – con 20 vacche di razza Piemontese, che nel 1990 sostituii con 29 frisone, e con 9 ettari di terra. Ma a furia di lavoro e reinvestendo continuamente tutti gli utili in azienda, passo dopo passo sono arrivato qui”. E nel proferire queste parole Angelo abbraccia con lo sguardo la grande stalla inaugurata nel 2022, che a regime può tranquillamente ospitare 400 vacche e dove sono attualmente allevate 340 bovine adulte, e nello specifico (e in senso orario): le bovine in close-up, le primipare, le pluripare e le vacche in post-parto (fino a 32 di numero, queste ultime, come le poste disponibili in sala di mungitura). Non mancano i “cupoloni” dell’impianto di biogas (100 kWh di potenza elettrica per un’alimentazione a soli reflui zootecnici) e infine, dall’altra parte della strada che taglia in due la frazione di Falchetto, ecco le stalle che ospitano vitelle, manze e asciutte.
La nuova stalla per le bovine adulte è stata inaugurata nell’estate del 2022
Dal 2021 l’azienda dispone anche di un impianto di biogas alimentato a soli reflui zootecnici, da 100 kWh di potenza
Medie fuori media
Ma i numeri, in sé, non dicono molto se non viene evidenziato il fatto che l’azienda Bernoco è una realtà altamente performante, dove durante l’intero arco dell’anno (luglio e agosto inclusi, grazie all’efficiente sistema di raffrescamento) la produzione media giornaliera di latte è costantemente intorno ai 42 kg per vacca (su 3 mungiture), e che i titoli sono eccellenti (4,24% di grasso e 3,48% di proteina. Destinazione del latte: caseificio Biraghi).
Cosa dire, poi, delle performance riproduttive, che negli ultimi anni viaggiano intorno a un rassicurante 30% di P.R. medio annuale? “Questi risultati – osserva Angelo – sono senza dubbio il frutto delle attenzioni e degli investimenti da noi realizzati non soltanto per l’alimentazione e la genetica, ma anche per l’ambiente, visto che da quando utilizziamo la nuova stalla abbiamo osservato un ulteriore impulso delle performance aziendali. Ma a mio parere, dietro a certi numeri c’è anche il fatto che i nostri consulenti aziendali collaborano a meraviglia: Paolo Fissore per l’alimentazione, Mattia Lucia per la genetica e il veterinario Elio Bertolino formano un trio eccezionale”.
La famiglia Bernoco (al centro) con il team di consulenti aziendali. A sinistra: Giancarlo Gastaudo e Mattia Lucia di Alta Italia; a destra: l’alimentarista Paolo Fissore con Luca Marzano, agente di Alimenti Zootecnici Srl, e il veterinario Elio Bertolino. All’appello manca soltanto Michele Campiotti, consulente per il bilancio aziendale
In materia di alimentazione, è lo stesso Paolo Fissore a fornirci ulteriori dettagli sull’ottimo lavoro svolto dalla famiglia Bernoco: “in quest’azienda – ci segnala – l’alimentazione è costituita dagli ottimi foraggi aziendali, che vengono completati dalle varie materie prime e da un nucleo commerciale. L’obiettivo non è soltanto sfruttare le ottime potenzialità produttive di queste bovine, correlate alla loro genetica, ma anche aumentare il più possibile la quota di azoto dietetico utilizzato per la sintesi delle proteine del latte (adesso siamo intorno al 30%), ottimizzare il rapporto tra acidi grassi della serie omega 3 e omega 6 contenuti nel latte, ridurre al minimo le emissioni climalteranti di metano, e soprattutto ottimizzare anche i kg di materia utile (grasso e proteina) per vacca al giorno. Un parametro, questo, che ha una correlazione diretta con la redditività aziendale e che qui raggiunge valori davvero considerevoli (a inizio novembre l’azienda produceva 3,3 kg di materia utile per vacca al giorno: ndA), che pongono l’azienda Bernoco nel miglior 7% degli allevamenti nazionali della razza Holstein”.
La razione è formulata anche in modo tale da ottimizzare l’efficienza di impiego dell’azoto contenuto nella dieta e da minimizzare le emissioni di metano e anidride carbonica
Tranquillità d’animo
“Per quanto riguarda la genetica – ci fa notare Angelo – sono partito 30 anni fa con i capi consigliati dai tecnici dell’Apa di Cuneo, ma in tempi più recenti, per quanto riguarda la scelta dei tori e i piani di accoppiamento, sono passato ad Alta Italia che, aspetto non secondario, ci ha fornito anche il software di gestione aziendale Dairy Comp. Uno strumento decisamente prezioso, che ci aiuta tutti i giorni nella gestione riproduttiva e che ci ha consentito di programmare con tranquillità i nostri investimenti, senza che questi diventassero dei salti nel vuoto”.
“Per esempio – spiega la figlia, Anna Bernoco – Dairy Comp ci ha supportato egregiamente nella delicata transizione alla stalla nuova, quando dovevamo passare dalle 220 vacche adulte alle attuali 340. Per incrementare l’effettivo abbiamo dovuto necessariamente programmare le fecondazioni, ovvero stabilire, anche in base al nostro tasso di riforma, quante vacche coprire col sessato e quante col seme da carne”. “E da quando abbiamo raggiunto l’obiettivo – aggiunge Angelo – utilizziamo il Blue Belga su più del 50% dell’effettivo, e questo ci sta fruttando un reddito decisamente interessante, che integra quello proveniente dal latte”.
“Sul fronte riproduttivo – interviene l’altro figlio di Angelo, Paolo Felice Bernoco – i report di Dairy Comp ci hanno permesso di verificare l’effetto dei vari protocolli di sincronizzazione prescritti dal veterinario, e di aggiustarli di conseguenza. Un altro esempio: al momento in azienda continuiamo ad usare il Double Ovsynch®, ma in tempi recenti abbiamo allungato a 76 giorni il periodo di attesa volontario, e questo ci sta dando buoni risultati. Il tasso di successo medio della prima fecondazione post-parto è del 49%, ma nelle primipare è del 59%. Senza infine dimenticare – conclude Paolo Felice – il supporto di Dairy Comp nella gestione dei vitelli neonati, che ci ha portato all’attuale protocollo aziendale: il colostro materno viene immediatamente raccolto e valutato, e se non arriva ai 30 gradi Brix, ricorriamo al colostro in polvere di Alta Italia. Il tutto nelle tempistiche e nelle quantità opportune: parlo di 4 litri di colostro per sonda esofagea. E poi, nei successivi 3-4 giorni, i vitelli ricevono il latte di transizione”.
La nuova struttura garantisce elevati standard di benessere animale
Largo ai giovani
Converrete con me che uno degli aspetti più edificanti di questa performante realtà della pianura piemontese è che una volta tanto non ci sono problemi di ricambio generazionale (per forza, osserveranno i maliziosi, con certi risultati!), per cui chiediamo ai giovani di casa quali sono i prossimi obiettivi aziendali. “Quando abbiamo iniziato ad affiancare nostro padre in allevamento – sorride Paolo Felice – non avremmo mai immaginato di raggiungere certi livelli, per cui non ci poniamo limiti”. “Certo è – chiosa Anna, con sano pragmatismo femminile – è che continueremo ad investire nella vitellaia in modo tale da rendere l’ambiente ancora più confortevole e le operazioni sempre più automatizzate. Con una cinquantina di parti al mese, adesso è proprio venuto il momento”. Non abbiamo dubbi, sarà un altro successo.