Con il cuore diviso fra Frisona e Jersey

Da sinistra Giovanni, Gilda e Maria Cerri con in braccio Giovanni Rota. Accosciati: Pietro Giovanni e Caterina Cerri e in piedi a destra Francesco Cerri

Gestione mandria

Con il cuore diviso fra Frisona e Jersey

I Cerri? Grandi frisonisti, ma con una passione per quelle testarde delle Jersey. Una famiglia che sulla multifunzionalità ha costruito un’azienda capace di guardare al futuro con ottimismo

 

Nel mondo della Frisona ci sono suffissi aziendali che hanno sempre giocato un ruolo importante nella selezione bianconera e AlCe Farm è uno di questi. Valtellinesi di origine, i Cerri si sono trasferiti verso la pianura alla fine del 1800 e, dopo una prima tappa a Bertonico, si sono poi stabiliti a Turano Lodigiano, dove ha preso corpo la loro azienda multifunzionale.

Quattro le attività principali: vacche da latte, maiali all’ingrasso, produzione di biogas e vendita diretta di carni bovine e salumi. Un mix che consente ai Cerri di utilizzare al meglio i 250 ettari di terreno a loro disposizione, sfruttare a fini energetici i liquami prodotti dai due allevamenti e rispondere alla domanda di carne di alta qualità di un numero di consumatori sempre in aumento.

 

006x6.jpg

Oltre alle vacche l’azienda può contare anche su 3.000 suini all’ingrasso e su un impianto di biogas da 500 kW e su 125 kW di fotovoltaico

004x3.jpg

Lei è AlCe Atwood Samuela Ex, con 5 parti in  carriera

 

Visione comune

“Con orgoglio – ricorda Giovanni Cerri – siamo già arrivati alla quarta generazione di Cerri e grazie a questa impostazione multifunzionale cercheremo di dare la possibilità a tutti coloro che lo vorranno di restare in azienda e contribuire alla sua crescita. La vacca da latte è la passione che lega la maggior parte di noi e non riusciamo a stare fuori dal ring in nessun modo, anche se il lavoro di preparazione è tanto e il tempo a disposizione è sempre meno. Siamo una stalla in cui si è sempre fatta selezione e dove la genomica è entrata appena è stato possibile. Il miglioramento genetico oggi non può più fare a meno di guardare alla sanità dell’animale e alla sostenibilità ambientale, aspetti che con la genetica tradizionale è difficile portare avanti con la velocità di cui gli allevatori hanno bisogno, mentre la genomica ti permette un cambio di passo”.

 

005x4.jpg

Un momento storico: era il 3 maggio, prima punteggiatura da parte dell’ispettore Daniele Galbardi per il Libro genealogico di Frisitali a cui i Cerri sono iscritti

 

008x3.jpg

Tutte le bovine sono genotipizzate per garantire ai Cerri un progresso genetico piuttosto spinto

 

La carne tira

Parallelamente negli ultimi anni in azienda si è anche iniziato a lavorare sulla carne, pregiato “sottoprodotto” della selezione da latte: “I tori genomici e il seme sessato sono destinati alle lattifere migliori - spiega Pietro Cerri – mentre il seme di tori da carne viene utilizzato sulle altre bovine. Ormai sono una decina di anni che genotipizziamo tutti i soggetti e, visto il miglioramento della qualità del seme sessato, oggi lo usiamo anche su molte vacche”. “Abbiamo da poco analizzato i dati dell’anno scorso – interviene Giovanni – è abbiamo un CR migliore sul sessato che non sul convenzionale, che ormai è rappresentato solo da Blu Belga, Angus e Wagyu ed oscilla sul 65% delle fecondazioni”.

“Nell’aprile 2021 abbiamo iniziato ad ingrassare qualche vitello - dice Pietro - con l’obiettivo di valorizzare anche questa risorsa, ottenendo un’ottima risposta da parte del consumatore e l’apertura del punto vendita aziendale è stato l’ulteriore passo avanti nella direzione della vendita diretta. Avendo anche l’allevamento di suini integriamo l’offerta con salami, cacciatorini e cotechini, consapevoli che sia un settore su cui investire energie perché il ritorno economico è oggettivo”.

 

002x2.jpg

Foto di gruppo nel punto vendita aziendale, il regno degli amanti della buona carne


La caseina paga

Intanto però si investe sul latte e la recente entrata in servizio della nuova stalla porterà entro la fine del 2023 a 350 il numero delle vacche in mungitura, di cui un 10% di Jersey: “Se l’obiettivo è avere un livello di benessere animale sempre più alto - dice Pietro - non si può fare a meno di dare ai propri animali lo spazio di cui hanno bisogno. Oggi abbiamo medie che superano i 35 litri, con il 4.2% di grasso e il 2,86% di caseina”. “Siamo soci del Consorzio Produttori Latte di Milano che conferisce a Soresina – ricorda Giovanni - e le premialità maggiori sono proprio sulla caseina, per cui si guarda sempre con la massima attenzione a questo parametro, visto che la maggior parte dei soci della cooperativa va in questa direzione, tirando sempre più su l’asticella. E la genomica, se vuoi davvero crescere, è uno strumento imperdibile anche per la caseina”.

 

003bxx.jpg

La nuova stalla permetterà ai Cerri di arrivare entro fine anno a 350 vacche in mungitura

009x4.jpg

La caseina media della mandria oscilla attorno al 2,86%

 

Passione Jersey

Poi c’è il capitolo Jersey, grande passione di Pietro: “sono innamoratissimo delle nostre Jersey, ma forse oggi ne abbiamo un po’ troppe. D’altro canto sono animali particolari e dal carattere molto deciso, capaci di farsi rispettare dalla Frisone, anche se sono più piccole. E questo lo sconti anche nella vita di tutti i giorni. Un esempio? Noi sondiamo tutti i vitelli alla nascita per far bere loro il colostro necessario ad una buona partenza, ma quando devi effettuare questa operazione su un Jersey, a volte è un rodeo. Oppure stai certo che se una vacca apre un cancello, quella è una Jersey. E che dire di quando stiamo per entrare nel ring e la Jersey, perfettamente preparata e pronta per il giudice, decide di non volerne sapere di camminare e si inchioda immobile? Non c’è nulla da fare. Detto ciò sono animali eccezionali sotto il profilo dell’efficienza, ma quando inizi ad averne molte devi essere consapevole di quello che la loro presenza comporta e non farti prendere troppo la mano dalla passione”.

 

007x2.jpg

Jersey: taglia piccola, ma carattere di ferro


Qualità garantita

L’altro pregio della Jersey si apprezza sul barbecue: “la carne migliore che produciamo – conclude Pietro - è quella che deriva dall’incrocio Jersey x Angus e il consumatore, pur non arrivando a comprendere questi aspetti molto tecnici, torna a fare acquisti con grande piacere, anche perché gli assicuriamo almeno 3 settimane di frollatura”.

Il valore aggiunto più grande? Visitare la stalla, vedere da dove viene la carne, parlare con il produttore e fare un giro in campagna. La consegna a domicilio non interessa e, a giudicare dalla cordialità con cui i Cerri ti ricevono, ecco il vero segreto della loro ciccia. Poi c’è l’effetto passa parola e l’effetto traino della trattoria vicina alla loro stalla, che cucina carne di AlCe Farm. Se passate da Turano Lodigiano sapete dove fermarvi. 

 

010x2.jpg

AlCe Farm può contare su 250 ettari di terreno coltivabile, destinati a mais, erba medica, prati stabili, frumento e loiessa