La meglio gioventù della Ferrari Ciboldi

Lo staff dirigenziale dell’azienda Ferrari Ciboldi. Giovanni Rivolta è in piedi al centro, sua madre Donata è la seconda in piedi da destra.

Gestione mandria

La meglio gioventù della Ferrari Ciboldi

Decisioni basate sui dati e sguardo rivolto al futuro, con attenta pianificazione degli investimenti: così il 34enne Giovanni Rivolta interpreta la sua vita di imprenditore zootecnico alla guida di uno degli allevamenti più blasonati del Cremonese

 

Diciamolo pure, Giovanni Rivolta avrebbe potuto vivere di rendita, come altri nella sua situazione avrebbero senz’altro scelto di fare. In effetti, ritrovarsi a meno di vent’anni alla guida di un’azienda agricola come quella dei suoi genitori, con 280 magnifiche frisone in mungitura e abbondanza di terreni fertili, potrebbe quanto meno indurre a tirare a campare. Ma evidentemente Giovanni è fatto di un’altra pasta: “ho sempre sentito – ci dice quando lo incontriamo nel nuovo centro aziendale di Soresina – il dovere della responsabilità. La responsabilità non soltanto di mantenere l’esistente, ma anche di crescere”. E per centrare questo obiettivo non c’è scelta, c’è da correre. Tutti i giorni. Ed è esattamente quello che ha fatto Giovanni fin dal 2008, ovvero da quando, dopo la prematura scomparsa del padre Luca Rivolta, ha affiancato la madre Donata Ferrari Ciboldi nella “plancia di comando” dell’azienda agricola di famiglia.

Sentite qui: nel 2011 prende vita, nella vecchia sede aziendale di Casalmorano, un impianto di biogas da 1 MWh, a cui segue, nel 2016, la nuova stalla per le manze. Nel 2020, nell’azienda in precedenza acquistata dai cugini Ferrari Ciboldi, viene effettuata la demolizione delle strutture esistenti e vengono avviati i lavori di costruzione del nuovo, modernissimo centro aziendale, inaugurato lo scorso 24 marzo (vedi Allevatori Top numero 5-2023, pagina 96-98). Qui a Soresina vengono al momento munte 550 vacche (che a fine 2023 saranno 650), ma trovano alloggio anche le asciutte e il vitellame. Le manze no, vengono allevate nella vecchia sede di Casalmorano fino a quando il primo parto è vicino.

 

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Una bella panoramica del nuovo centro aziendale di Soresina (foto credits: Agricolturaitalianadelnord)

 

Se non ora, quando?

Avete letto bene: qui a Soresina le strutture precedentemente esistenti sono state demolite. “Certo – conferma Giovanni – ho preferito ricostruire tutto da capo, perché sognavo da sempre di avere un centro zootecnico ben concepito, spazioso e ben ventilato, che potesse consentire alle bovine di vivere in condizioni di pieno benessere, senza muri da abbattere in corso d’opera. Insomma, volevo lavorare in un luogo che rappresentasse la mia idea di fare allevamento, e quindi in una stalla razionale, pulita, confortevole per gli animali. Certo, è stato un impegno oneroso, ma lo dovevo a me stesso: se non lo fai a 34 anni, mi sono detto, non lo farai mai più. E oggi posso dire che, procedendo un passo alla volta per renderlo economicamente sostenibile, il mio sogno si è realizzato. Adesso sono felice, è bello lavorare qui. Le produzioni ci sono, le vacche stanno bene e il lavoro è più veloce oggi con 550 vacche in mungitura che un tempo con 280. Vero, rispetto ad allora ho qualche dipendente in più, ma nessuno fa straordinari e turni di notte (a parte chi munge, ovviamente) e alla fine viviamo meglio tutti. Vacche comprese”.

 

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“Sognavo di allevare i miei animali in una stalla razionale, pulita e confortevole”. Parola di Giovanni Rivolta

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Dati accurati

Ma oltre che pensare al benessere di uomini e vacche, un’altra cifra distintiva dello stile imprenditoriale di Giovanni è la decisione basata sul dato: “Sono cresciuto così – commenta il diretto interessato –. Mio padre era laureato in Scienze della produzione animale, ma aveva anche il pallino dell’informatica e infatti fu uno dei primi a occuparsi di software per la gestione dell’allevamento da latte. Motivo per cui la nostra azienda è stata una delle prime in Italia ad acquistare la licenza per l’uso di Dairy Comp, un gestionale che utilizziamo tuttora, e con grande soddisfazione perché ci permette di gestire la stalla come vogliamo noi: possiamo creare le nostre liste di attenzione in base alle nostre necessità, e questo, secondo me, è impagabile. E visto che è dal 2003 che lavoriamo con il Dairy Comp, disponiamo di uno storico di spessore: 20 anni di dati, che riusciamo a sfruttare al meglio anche grazie alle dritte di Francesco Antonini di Alta Italia. Ed è da 20 anni che ci confrontiamo con parametri come PR, CR e HDR, che oggi sono di dominio comune, ma che per lungo tempo in Italia sono stati ignorati dai più”.

E a proposito di dati e di analisi della fertilità, Giovanni ci racconta un altro interessante aneddoto: “nel 2007 è venuto a trovarci Paul Fricke (uno dei papà dei moderni protocolli di sincronizzazione: ndA) per verificare che quel 21% di PR medio annuale che avevamo appena totalizzato, una cifra che per l’epoca era fuori dal comune anche negli Usa, fosse un dato attendibile. Ebbene, Fricke si sedette al computer e verificò una serie di parametri indicativi dell’accuratezza con cui eravamo soliti raccogliere i nostri dati, tra cui, ad esempio, il numero di vacche gravide di 500 giorni. Ebbene, superammo a pieni voti l’esame, ma fu anche l’occasione per ripassare bene la lezione: quando si inseriscono i dati nel gestionale, è indispensabile essere precisi e puntuali, segnare sempre tutto e con scrupolo: l’esatto peso del vitello, quanti gradi Brix ha il colostro della vacca, il nome dell’operatore che l’ha fecondata, il nome del toro... Perché tanto più accurato è il dato che inserisci, quanto più accurata è l’analisi resa dal programma informatico, su cui poi basi le tue decisioni imprenditoriali. Si, perchè le decisioni devono sempre essere basate su dati e non su sensazioni che poi, ogniqualvolta vengono verificate, si rivelano immancabilmente sbagliate”.

 

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La vitellaia luminosa, pulita e ventilata, offre un eccellente ricovero ai vitelli nelle prime settimane di vita

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I box su lettiera per le bovine in close-up

 


Tappe future

Ed ha proprio ragione Massimo Capra – il famoso giudice internazionale della Holstein che nell’azienda della famiglia Ferrari Ciboldi è da sempre di casa, anche in qualità di referente tecnico-commerciale di Alta Italia – quando dice che Giovanni Rivolta “è un giovane con le idee chiare, che pensa a come far crescere l’azienda, si informa e decide”. Infatti, quando gli chiediamo di investimenti passati e futuri, Giovanni tira fuori dalla tasca un foglietto su cui sono segnati tutti gli acquisti in macchinari effettuati negli ultimi 2 anni, con i relativi sgravi legati a Industria 4.0. “Secondo me – afferma Giovanni – provvedimenti come il credito di imposta sono treni che passano e su cui bisogna saltar sopra. Ma bisogna informarsi bene ed effettuare degli acquisti realmente necessari: guai spendere soldi a casaccio perché tanto hai l’agevolazione statale”.

E a proposito di investimenti futuri il percorso è già tracciato: “ho in progetto, nell’ordine, di convertire a biometano l’impianto di biogas della vecchia sede; poi, sempre a breve, di approfittare del bando agrisolare per installare i pannelli fotovoltaici necessari alla produzione di altri 170 kWh. Inoltre, vorrei automatizzare l’irrigazione con i pivot e infine sto pensando a costruire, qui nel nuovo centro, un quarto capannone per le vacche, per arrivare ai 950-1.000 capi in mungitura”. Altro che tirare a campare, qui si corre. E si cresce.

 

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L’area di mungitura è giustamente uno dei punti di orgoglio dell’azienda

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Giovanni con Massimo Capra. Il famoso giudice di razza è di casa nell’azienda della famiglia Ferrari Ciboldi anche in qualità di referente Alta Italia