Per tenere i giovani vicini occorre automatizzare la stalla

La famiglia Sanfelice al completo

Gestione mandria

Per tenere i giovani vicini occorre automatizzare la stalla

Parola di Martino Sanfelice, allevatore lucano che crede nei robot di mungitura, nella gestione rispettosa del benessere di animali e nel valore aggiunto della ricerca Purina

Viggiano, uno dei centri principali della Val d’Agri, in provincia di Potenza, sarà un po’ fuori mano quando si deve prendere l’autostrada, ma è ricco d’acqua e gli agricoltori locali possono irrigare il mais senza particolari limiti. Forti di questo vantaggio notevole all’azienda Spineto, una delle realtà zootecniche più conosciute della zona, hanno optato per l’irrigazione con i pivot e il mais di Martino Sanfelice, patròn dell’allevamento lucano, stava crescendo in perfette condizioni quando abbiamo visitato la stalla insieme ad Attilio Chiola e Giuseppe Carbonella, gli specialisti della squadra Purina® che segue l’azienda.

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In stalla sono più di 700 i capi presenti

 

“Se vogliamo dare un futuro alle nostre stalle – spiega Martino Sanfelice – dobbiamo meccanizzarle il più possibile, non solo per un discorso di efficienza, ma anche per rendere invitanti per le nuove generazioni. E in questa azienda, che storicamente è sempre appartenuta alla mia famiglia, stiamo cercando di dare concretezza a questa visione. Negli anni ‘70 la nostra era una classica stalla con vacche legate, poi quando nel 1987, dopo la scomparsa di mio zio, sono subentrato nella gestione, iniziando ad apportare graduali innovazioni. Sono legatissimo a Viggiano e a questo allevamento dove, dalla Svizzera, venivo da bambino a trascorrere le vacanze, coccolato dalle zie come un principe. Gli studi di agricoltura li ho completati a Zurigo, poi la Lucania è diventata la mia casa e oggi sono ancora qui”.

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L'azienda ha sempre lavorato sulla genetica frisona e oggi sta capitalizzando gli investimenti del passato

 

Progresso continuo


Le vacche legate vengono liberate, si costruiscono i primi paddock, si installano le cuccette e la stalla cambia volto, adeguandosi alle “nuove” tendenze per l’epoca e crescendo come mandria: “Fra vacche in lattazione e rimonta oggi abbiamo circa 730 capi, dei quali 300 in mungitura. Poi un bel giorno Attilio Chiola, nostro storico alimentarista Purina®, mi inizia a parlare del robot di mungitura e inizio ad interessarmene, sino a quando ho deciso ed è iniziata questa nuova avventura tecnologica. La scelta è caduta su DeLaval perché l’ultimo modello è autoapprendente e non richiede alcun addestramento quando si immettono animali nuovi. Abbiamo iniziato con due robot e oggi ne abbiamo 4 in funzione, con un quinto in arrivo, una scelta mi ha soddisfatto completamente, anche per la disponibilità e la professionalità del servizio di assistenza tecnica. Ma soprattutto credo che la mungitura volontaria sia essenziale in una stalla dove la qualità del lavoro è importante, insieme alla distribuzione automatizzata della razione, il prossimo investimento che conto di portare avanti”.

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Oggi sono 4 i robot in attività, a cui se ne aggiungerà a breve un quinto

 

 

Nutrire il robot


“L’adozione del robot – spiega Attilio Chiola – ha portato anche ad un aggiustamento della razione, con l’inserimento di un prodotto specifico, il Milking Robot, che viene distribuito durante la mungitura nell’ordine di 2.5-2,8 kg capo/giorno. È un mangime formulato in modo da non produrre polvere, ma soprattutto è un prodotto con grandissima appetibilità per invogliare le vacche ad entrare nello stallo per farsi mungere. Poi, robot a parte, abbiamo cercato di focalizzare la razione sugli ottimi foraggi aziendali e sull’insilato di mais, che qui rientra per quasi 20kg giorno, unitamente a fieno di avena, siloerba e fieno di medica essiccato. L’azienda dispone infatti di 300 ettari di terreno, coltivati in maniera professionale e questo ci facilita il lavoro come nutrizionisti”.

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La formulazione della razione è seguita da Attilio Chiola

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I Sanfelice con Chiola e Carbonella dello staff Purina

 

Il risultato è una media di stalla attorno ai 34 litri, con titoli in linea con le migliori aspettative di chi produce in alta qualità. “Ma soprattutto, conclude Martino Sanfelice, è una stalla automatizzata che ha destato l’interesse dei miei figli e questo mi fa ben sperare per il cambio generazionale. Penso infatti che il compito di un allevatore attento alle dinamiche sociali, sia anche quello di lavorare non solo per soddisfare la propria visione, ma anche per garantire all’impresa un futuro, coinvolgendo i giovani”. E, a giudicare, dall’attenzione con cui la figliolanza partecipa alla chiacchierata, sembra proprio che le basi siano state gettate con successo.

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Il latte delle 300 vacche in mungitura entra nel circuito dell’Alta Qualità Granarolo