Dualbreeding, un sogno durato “solo” 7 anni

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Dualbreeding, un sogno durato “solo” 7 anni

A fine giugno si conclude il progetto dedicato alle razze a duplice attitudine, che ha coinvolto 186mila capi e 10mila allevatori. I risultati sono stati importanti, ma ora occorre trovare nuove risorse per andare avanti

 

Il progetto “Dualbreeding” forse non avrà risolto tutti i problemi delle razze a duplice attitudine, ma di certo è la prova concreta di quanta strada si possa fare condividendo lo stesso traguardo, amministrando con la massima attenzione le risorse disponibili e dando vita ad una rete di esperti di alto livello che hanno messo a disposizione il proprio sapere, creando una rete i cui effetti dureranno anche in futuro. Cinque gli enti selezionatori coinvolti, partendo da Anapri (Pezzata Rossa), che ha fatto da capofila, seguita da Anaborare (Reggiana), Anaga (Grigio Alpina), Anaborava (Valdostana) e Anare (Rendena), 16 le razze che hanno beneficiato del progetto (Pezzata Rossa Italiana; Valdostana Pezzata Rossa, Pezzata Nera e Castana; Grigio Alpina; Rendena; Reggiana; Pinzgauer; Pezzata Rossa D’Oropa; Burlina; Modicana; Cinisara; Cabannina; Agerolese; Pustertaler Sprinzen/Barà; Modenese; Varzese-Ottonese-Tortonese; Garfagnina), 186mila i capi totali, 10mila gli allevatori.

 

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La Razza Reggiana è diventata celebre anche grazie al Parmigiano Reggiano delle vacche Rosse

 

Investimento per il futuro

Questi i numeri chiave del progetto, indispensabile strumento per fare un po’ d’ordine e valutare il livello di consanguineità delle razze interessate, per molte delle quali, specialmente quelle a limitata diffusione, il tema è vitale per garantire loro un futuro meno incerto. Ma c’è stato un grande lavoro di caratterizzazione fenotipica, di caratterizzazione genetica, di verifica della congruenza dei dati presenti nei libri genealogici e nei registri anagrafici e di stima di indici genetici e genomici sui quali costruire la selezione.

Parallelamente si è anche monitorata la diversità genetica delle razze interessate, si è valutata la resistenza alle malattie e si è proceduto ad una ampia divulgazione dei risultati ottenuti, aspetto essenziale perché gli allevatori si sentano coinvolti. La tutela della biodiversità è una delle parole chiave più caratterizzanti di “Dualbreeding”, un progetto che ha guardato molto alla sostenibilità ambientale, tema delicato visto che molte di queste razze vivono in montagna e contribuiscono a preservare territori che sono a rischio di abbandono e dissesto idrogeologico.

 

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Grigio Alpina, una razza importante per l’economia della montagna

 

Approccio innovativo

Per fare ciò sono state applicate le tecnologie più moderne che la zootecnia mette a disposizione e oltre 36mila capi sono stati genotipizzati, con l’obiettivo di utilizzare la selezione per longevità, salute e fertilità come strumento per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento.
Un approccio olistico che ha preso in considerazione anche la salute del piede, un parametro caratterizzato da bassa ereditabilità e che per questo ha bisogno di numerosi dati per produrre indici genetici ad alta attendibilità. Dati che, grazie al progetto Dualbreeding (vedi anche sul sito www.dualbreeding.com), vengono oggi caricati dai podologi in un database condiviso con gli enti selezionatori per poter utilizzare queste informazioni a livello di miglioramento genetico.
E adesso? Nell’arco di 7 anni, di cui 4 nel periodo di durata di Dualbreeding 1 e 3 nella sua prosecuzione Dualbreeding 2, è stato impostato un lavoro enorme, con protocolli di alto profilo e tecnologie a cui sino ad oggi solo le razze cosmopolite hanno avuto accesso. Il 30 giugno 2024 si scriverà la parola fine, ma si spera che si possano trovare le risorse necessarie per poter continuare l’esperienza e approfondire ulteriormente i risultati ottenuti in questo arco di tempo.

 

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Rendena, storica protagonista della zootecnia Trentina

 

Oggi si parla tanto di biodiversità, sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e dispiace vedere quanto si possa realizzare se si lavora insieme per dare agli allevatori della montagna gli strumenti per continuare ad allevare razze antiche, legate a filo doppio con la storia del territorio e le tradizioni locali.
Dualbreeding ci ha fatto sognare, intravvedere un futuro in cui i vantaggi non sono solo per il mondo zootecnico, ma anche per tutta la collettività. Ora occorre rimboccarsi le maniche ancor di più per non disperdere quanto è stato fatto sinora. Ad maiora.