Polveri sottili, rimandato a settembre il voto del PE

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Polveri sottili, rimandato a settembre il voto del PE

Il Parlamento europeo verrà chiamato a esprimersi sulla proposta di revisione della “Direttiva aria” avanzata dalla Commissione Ue, che punta ad abbassare i limiti di legge per i particolati a partire dal 2030

 

Dopo il via libera di fine giugno passato a risicata maggioranza (46 si e 41 no) in Commissione Ambiente, il voto dell’Europarlamento sulla proposta della Commissione europea relativa alla revisione della direttiva sulla qualità dell’aria, è stato posticipato dalla riunione plenaria di luglio a quella di settembre. “La cosa importante - ha sottolineato al proposito l’eurodeputata Gianna Gancia - è che di qui a settembre dovremo lavorare sodo, perché l’approccio della Commissione Ue non è pragmatico”.
Come infatti ricordavamo sulla nostra rivista (vedi Allevatori Top n 6-2023, pagina 18), l’ulteriore abbassamento dei livelli di concentrazione consentiti per PM 10, PM 2,5 e biossido di azoto comporterebbe pesanti conseguenze per le nostre regioni padane. Nella sola Lombardia, ha infatti sottolineato Attilio Fontana in occasione della presentazione a Bruxelles del “Manifesto lombardo sulla qualità dell’aria”, l’adeguamento ai nuovi standard proposti dalla Commissione Ue “impedirebbe la circolazione dei tre quarti dei veicoli che oggi circolano, avremmo più del 60% dei nostri riscaldamenti che sarebbero fuori legge, e significherebbe obbligare al fine attività anche il 75% degli allevamenti e delle attività agricole del nostro territorio”.

 

Ripristino della natura

Nella plenaria di metà luglio il Parlamento Europeo si è invece espresso a favore della “Nature Restoration Law” proposta dalla Commissione. Gli eurodeputati hanno infatti sostenuto la proposta dell’esecutivo di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’Unione europea. Tuttavia l’Europarlamento ha anche proposto che la normativa si applichi solo una volta che la Commissione Ue avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine, e dopo che i Paesi membri avranno quantificato le aree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat.