Clarifide<sup>®</sup> Plus, la Basilicata corre veloce

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Clarifide® Plus, la Basilicata corre veloce

Grazie all’iniziativa della Regione, che per due anni consecutivi ha contribuito tramite l'Ara alle spese sostenute per il test, gli allevatori lucani stanno genotipizzando un numero sempre più elevato di giovani bovine per i principali tratti produttivi e sanitari

In un momento storico in cui i nostri allevamenti sono di nuovo sul banco degli imputati, con l’accusa di comportamenti non rispettosi della sostenibilità etica e ambientale, viene alle volte da chiedersi da che parte stia il mondo della politica e delle istituzioni. Una risposta, per fortuna incoraggiante, proviene dalla Basilicata, il cui assessorato regionale all’Agricoltura ha voluto dare un segnale di concreta vicinanza agli allevatori locali: nel quadro del Piano di sviluppo rurale del 2019 è stato infatti realizzato un finanziamento di 150mila euro destinati alla copertura, ancorché parziale (60%), delle spese sostenute per l’esecuzione di Clarifide® Plus, il test di genotipizzazione delle bovine da latte per i principali tratti produttivi e sanitari messo a punto da Zoetis. Un test la cui esecuzione potrà consentire, in prospettiva futura, una svolta etica: allevare mandrie geneticamente sane e migliorare così i livelli di benessere animale, nonché limitare il ricorso ai farmaci. Nel 2020 l’aiuto regionale è stato dunque percepito, attraverso l’Ara Basilicata che ha fatto da tramite, dagli allevatori locali che su base volontaria hanno voluto aderire al monitoraggio. Il risultato? 1.850 animali testati. Non solo: lo scorso anno la Regione ha deciso di rifinanziare il test, per l’analisi di ulteriori 700 campioni.

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L’azienda Squicciarini Antonio, uno degli allevamenti lucani in cui sono stati eseguiti i test genomici
 

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Ma in che modo è stata percepita dagli allevatori lucani l’iniziativa regionale? E soprattutto quali risultati ha dato a livello di singola azienda agricola? Lo abbiamo chiesto a Nico Squicciarini dell’azienda agricola Antonio Squicciarini di Irsina (provincia di Matera, 480 vacche in mungitura), nonché a Marco Saraceno e Felice Sassano, rispettivamente titolare e veterinario delle Masserie Saraceno di Atella (provincia di Potenza, 550 vacche in mungitura).

Contributi regionali per i test genomici: perché e quando avete ritenuto opportuno approfittarne?
Nico Squicciarini: “Avevo già in programma di genotipizzare i miei animali con Clarifide® Plus. Motivo per cui quando l’Ara Basilicata ha messo a disposizione il contributo, ho subito aderito eseguendo i test in due slot, prima a fine 2019 e poi a fine 2020”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Negli ultimi anni abbiamo cambiato direzione nella scelta dei tori, orientandoci su una genetica più funzionale. Il contributo regionale ci ha indotto a testare i nuovi nati, con l’obiettivo di capire se le nostre scelte avevano avuto successo ed eravamo riusciti a migliorare i caratteri di nostro interesse”.

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Nico Squicciarni

Su quanti animali e di quale tipologia avete finora eseguito il test Clarifide® Plus?
Nico Squicciarini: “Ho testato a tappeto tutti gli animali di età inferiore a un anno, per un totale che ammonta a circa 350 capi”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Abbiamo eseguito il testo sugli animali giovani, da 2 anni in giù, per un totale di 250 capi. Anche noi in due tranches, a fine 2019 e a fine 2020”.

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Nell’allevamento di Marco Saraceno (foto) sono state testate 250 bovine di età inferiore ai 2 anni

Stando all’esperienza finora maturata, ritenete che il software gestionale Searchpoint® consenta una lettura tempestiva, agevole, chiara e completa dei risultati del test?
Nico Squicciarini: “Trovo che Searchpoint® sia un ottimo strumento, anche se necessita di un minimo di formazione all’uso. Una volta rotto il ghiaccio, diventa tutto facile e intuitivo”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Si, usiamo Searchpoint® abitualmente e dobbiamo dire che lo troviamo uno strumento molto comodo. Possiamo orientare le graduatorie per ogni tratto come preferiamo, consultare le schede di ogni singolo animale, le curve di distribuzione della mandria per i vari indici... Insomma, è un software molto utile e intuitivo”.

Ritenete che selezionare animali con un elevato indice DWP$ e perciò geneticamente più resistenti di altri alle malattie del bovino da latte, costituisca un’opportunità interessante per un allevatore? In che modo la state sfruttando nella vostra azienda?
Nico Squicciarini: “In azienda utilizziamo il DWP$ da più di 4 anni e adesso i valori riscontrati negli ultimi animali che ci sono nati in stalla ci proiettano tra le prime 10 aziende in Italia per questo indice. Trovo che il DWP$ sia uno degli strumenti con cui oggi è necessario lavorare: la possibilità di allevare animali sempre più resistenti alle malattie offre infatti l’opportunità di ridurre l’impiego di farmaci, il che rappresenta ormai una priorità dal punto di vista etico ed economico, oltre che un obbligo di legge”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Si, l’indice DWP$ è uno strumento molto interessante, la concreta dimostrazione di come oggi gli allevatori abbiano l’opportunità di cambiare i criteri di selezione e usarne di più moderni. Quindi di non guardare soltanto agli indici morfologici, ma anche a tratti gestionali come la fertilità, o come la resistenza alle malattie più comuni, quali le patologie del post-parto”.

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Il veterinario Felice Sassano (a destra) insieme a Don Mimì Saraceno

A quali tecniche riproduttive state sottoponendo i soggetti con gli indici migliori e per quale obiettivo strategico?
Nico Squicciarini: “Al momento il nostro obiettivo è migliorare il livello genetico medio della mandria, per cui ci limitiamo a fecondare le nostre vacche con i tori migliorativi per quei caratteri ritenuti deficitari. Non è escluso, però, che in futuro sottoporremo a embryotransfer o ad ovum pick up gli animali di particolare pregio”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Al momento il migliore 2% per DWP$, ma anche per latte, DPR e Net Merit viene destinato a fare da donatore di embrioni, mentre il migliore 10% è destinato a essere fecondato con il seme sessato. Sulla rimanente parte della mandria, usiamo il seme convenzionale oppure individuiamo le riceventi delle sessioni di ET. Adesso abbiamo ancora bisogno di manze, ma quando esauriremo le nostre esigenze di rimonta useremo anche del seme da carne”.

Oggi consigliereste Clarifide® Plus anche ai vostri colleghi di altre aree del Paese, in cui non c’è il contributo pubblico per il test genomico?
Nico Squicciarini: “Certamente. Come accennavo prima, anche senza contributo regionale avrei comunque utilizzato Clarifide® Plus. È un intervento che consiglio a tutti i colleghi, e in particolare a quelli che hanno in stalla un livello genetico medio-alto: per fare un ulteriore step, Clarifide® Plus è uno strumento indispensabile”.
Marco Saraceno e Felice Sassano: “Eccome. I costi per l’allevamento della rimonta sono elevati, e Clarifide® Plus è un utile mezzo per fare selezione, e scegliere quale vitella tenere e quale invece vendere. È una spesa, quella per il test, che successivamente si ripaga alla grande”. 

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Il test Clarifide® Plus viene eseguito sul materiale biologico ottenuto con il prelievo di un frammento di cartilagine auricolare