SenseHub™ dà più forza al miglioramento genetico

Nell’azienda agricola Biancardi di Maccastorna (Lo) sono allevati più di 1.200 capi di razza Limousine in linea vacca-vitello

Tecnologia

SenseHub™ dà più forza al miglioramento genetico

Nell’azienda Biancardi, con 1.200 capi di Limousine, l'allevatore è ricorso alla F.A. e a un sistema affidabile per il rilevamento dei calori

Maccastorna è una località familiare agli appassionati di bovini da carne. Non tanto per il suo splendido castello medioevale o per le altre attrattive di questo minuscolo borgo incastonato nel verde della campagna padana, quanto per essere sede dell’azienda agricola Biancardi, uno degli allevamenti di bovini di razza Limousine in linea vacca-vitello più grandi e conosciuti d’Italia. “Attualmente – ci spiega infatti Matteo Biancardi, al timone dell’azienda insieme al padre Antonio e al fratello Carlo – ospitiamo 1.200-1.300 bovini di razza Limousine iscritti al Libro genealogico italiano, di cui 750-800 riproduttrici. Abbiamo una media di 750 parti all’anno, con un interparto medio di 386 giorni. Non pratichiamo l’ingrasso: il 15-20% delle vitelle nate in azienda sono destinate alla rimonta interna, mentre le altre vengono vendute in Italia o all’estero come capi da vita, o al limite come ristalli per gli allevamenti da ingrasso nazionali. Concetto analogo per i vitelli maschi: il 10% vengono venduti come torelli aziendali, e tutti gli altri come ristalli per i nostri ingrassatori”.

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Matteo Biancardi utilizza i tag da collare cSense™ sulle vacche nella fase tra il preparto fino ai 100 giorni dal parto

Ai 7 ettari di stalle e ai 500 ettari di campagna coltivata a foraggere si affiancano inoltre i due impianti di biogas da 1 MWh di potenza cadauno. Senza dubbio un bell’impegno per la famiglia Biancardi, che sul fronte squisitamente zootecnico sta implementando un interessante piano di miglioramento genetico.

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Ai 7 ettari di stalle si affiancano 500 ettari di campagna e due impianti di biogas da 1 MWh di potenza cadauno
 

Meno costi, più benessere

“Storicamente – spiega infatti Matteo – le nostre fattrici venivano fecondate per via naturale, con i torelli aziendali che andiamo a reperire e ad acquistare in Francia. Ma da alcuni anni a questa parte abbiamo deciso di affiancare la fecondazione naturale all’inseminazione artificiale, che ci permette di usare il meglio della genetica disponibile a livello mondiale. In particolare, il nostro attuale obiettivo è aumentare la presenza di capi polled, visto che nella razza Limousine l’assenza genetica di corna è correlata, da quanto dimostra la letteratura scientifica e ci confermano i nostri stessi clienti, a una migliore qualità della carne, in termini sia di tenerezza che di sapore. Senza dimenticare che con la genetica polled non siamo costretti a decornare sistematicamente tutti i vitelli che ci nascono in stalla, con indubbi vantaggi di benessere animale e minori costi di manodopera.

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I capi di genetica polled (acorne) presentano una carne di migliore qualità

Oggi il 35% dei nostri vitelli nasce acorne, ma vorremmo incrementare ulteriormente questa percentuale attraverso l’impiego di seme di riproduttori polled”. Purtroppo passare dalle parole ai fatti non è mai facile: “abbiamo iniziato a utilizzare la F.A. circa 7 anni fa – prosegue infatti il nostro interlocutore – ma ci siamo subito accorti che sarebbe stata dura inseminare le nostre fattrici sfruttando il rilevamento visivo del calore naturale. Per cui abbiamo prima provato con la sincronizzazione, che oggi utilizziamo con soddisfazione sulle manze: sul primo calore dopo i trattamenti utilizziamo la F.A., mentre ai ritorni in estro ci pensa il torello aziendale. Per quanto riguarda invece le vacche adulte, ci siamo messi ad esplorare la tecnologia per l’individuazione dei calori. E su consiglio dei nostri alimentaristi, due anni fa siamo partiti con il sistema SenseHub™”. La famiglia Biancardi acquista così i primi 100 tag da collare cSense™ di Allflex Livestock Intelligence, e sceglie il pacchetto “Premium” per avere riscontro non soltanto dell’attività riproduttiva, ma anche della ruminazione, dell’ingestione e della salute di gruppo.

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Le manze vengono sincronizzate e al primo calore vengono inseminate artificialmente
 

Non solo calori

“Come dicevo – puntualizza Matteo – eravamo interessati principalmente al rilevamento dei calori, motivo per cui abbiamo iniziato a utilizzare i collari nei soggetti nella fase del ciclo compresa tra il preparto e i primi 100 giorni dal parto, allevati in un capannone dove per altro non ci sono problemi di linea: l’antenna capta bene il segnale dei collari. Arrivate ai 100 giorni dal parto, le bovine vengono spostate in un’altra area dell’allevamento e noi rimuoviamo i collari, applicandoli ai soggetti che entrano nel capannone. Questo protocollo, tuttora in essere, viene però abbandonato nei mesi estivi, perché in questo periodo dell’anno non pratichiamo la F.A.: abbiamo migliori risultati con i torelli aziendali”.

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L’azienda Biancardi pratica l’allevamento a ciclo aperto, con vendita di capi da vita e da ingrasso

Quanto all’affidabilità del sistema SenseHub™, Matteo non ha dubbi: “per ogni bovina segnalata in calore viene indicata la finestra di tempo utile per la FA. Ed è un’indicazione molto attendibile e precisa, che all’atto pratico ci aiuta tantissimo. E ultimamente comincio a impratichirmi anche con i report sulla ruminazione e sullo stress da caldo. Sono dati sicuramente utili: in zootecnia è importante ragionare sui numeri e non decidere in base a sensazioni soggettive, che poi vengono spesso smentite dai fatti. Prendiamo ad esempio il caso dello stress da caldo: oggi presto attenzione alle informazioni proposte dal sistema e poi vado in stalla a verificare se il gruppo di bovine che mi vengono segnalate manifestano segni tangibili di stress da caldo. E’ certamente un dato interessante nell’ottica di garantire alla mandria uno stato di pieno benessere, anche se nelle nostre fattrici le ripercussioni produttive sono per fortuna meno gravi di quanto avvenga in una razza da latte altamente specializzata come la Frisona”.

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Attualmente Matteo Biancardi sta prendendo confidenza anche con i dati sulla ruminazione, sull’ingestione, sulla salute e sul monitoraggio di gruppo rilevati dal sistema SenseHub™
 

Obiettivi chiari

E visti i riscontri positivi, la famiglia Biancardi è pronta a nuovi investimenti: “nel breve termine – conclude infatti Matteo – il nostro obiettivo è aumentare il numero di collari disponibili, utilizzandoli laddove prende il segnale. Eventualmente collocheremo a questo scopo nuove antenne. Ma sono convinto che l’ideale sarebbe estendere l’impiego dei tag da collare cSense™ all’intera mandria di fattrici”. 


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La famiglia Biancardi intende aumentare a breve il numero di tag da collare disponibili