Regalate alle vostre vacche un’estate al fresco

Al centro: la stalla dove vengono stabulate le vacche in preparto (in primo piano) e in post-parto (in fondo)

Tecnologia

Regalate alle vostre vacche un’estate al fresco

Come dotarsi di un impianto di raffrescamento adeguato alla propria struttura. L’esempio dell’allevamento Ambrosini di Vidolasco (Cr)

“Nell’estate del 2018, nonostante l’impianto di raffrescamento in sala di attesa e i destratificatori sopra alle cuccette, le nostre vacche avevano ancora manifestato un certo grado di stress da caldo. Motivo per cui nel 2019, prima che arrivasse la stagione calda, abbiamo potenziato l’esistente e abbiamo provveduto a dotare tutti i diversi reparti della stalla di un impianto di raffrescamento completo”. È con queste parole che Christopher Ferri ci accoglie ancora una volta all’interno dell’allevamento di Vidolasco (Cr) che gestisce insieme ai suoi cugini Igor, Alfio e Fabrizio Ambrosini.

allevamento Ambrosini, CMP Impianti
Da sinistra: Paolo Cavallari, Roberto Dordoni e Arianna Zanella di CMP Impianti insieme a Christopher Ferri dell’allevamento Ambrosini e a Marcello Guadagnini, tecnico ruminanti Elanco

Un’azienda che come ricorderanno i lettori di Allevatori Top, in virtù delle sue 500 vacche in lattazione, delle elevate performance e dell’ottimo management, è senza dubbio una delle realtà di spicco della zootecnia bovina di quest’angolo di Lombardia. E ancora una volta Christopher ci mostra il frutto degli ultimi investimenti aziendali: la nuova stalla per la rimonta e i dispositivi per il “cooling” della mandria montati nel reparto della lattazione, in quello dell’asciutta e nel capannone del close up/post-parto.
 

Aria pura anche in vitellaia

Una stalla nuova di zecca per la rimonta. È questo l’ultimo gioiello su cui i titolari dell’allevamento Ambrosini hanno voluto investire per il futuro della propria azienda agricola e per le future generazioni di lattifere. Una stalla luminosa, dalle ampie cubature e dotata di 10 box su lettiera, ciascuno dei quali ospita una quindicina di vitelle svezzate o di manzette. E al di sopra di ogni box un destratificatore Zefiro: “in ambienti come questo – spiega infatti Roberto Dordoni, tecnico della CMP Impianti – l’obiettivo della ventilazione artificiale non è creare refrigerio agli animali, ma rimuovere l’ammoniaca e mantenere asciutte le lettiere. Quanto al numero di destratificatori, l’importante è fare in modo che l’aria sia ben distribuita all’interno del capannone e che quindi gli animali non si addensino a capannelli in vicinanza delle sorgenti d’aria”.

allevamento Ambrosini, CMP Impianti, vitellaia
Una vitellaia luminosa, dalle ampie cubature e dotata di 10 box su lettiera
 

Impianto su misura

“Al di sopra delle aree di riposo – evidenzia Paolo Cavallari, co-titolare dell’impresa fornitrice, la CMP Impianti di Viadana Bresciana – abbiamo collocato i nostri destratificatori Zefiro, uno per ogni campata. Si tratta di dispositivi a basso consumo energetico, che muovono l’aria a velocità moderata, 2 metri al secondo, distribuendola in modo omogeneo. Nelle corsie di alimentazione, invece, le vacche vengono raffrescate ad opera del collaudato mix di acqua a goccia grossa e di aria ad alta velocità.

allevamento Ambrosini, CMP Impianti
L’acqua viene effettivamente distribuita soltanto quando i radar posizionati lungo la rastrelliera rilevano la presenza di animali in mangiatoia

L’impianto entra automaticamente in funzione in base al valore del THI rilevato dalla centralina, ma l’acqua viene effettivamente erogata soltanto quando i nostri radar, posizionati ogni 6 metri lungo la rastrelliera, rilevano la presenza di animali in mangiatoia.
Qui l’aria viene immessa dai ventilatori Vertigo, direzionati sul dorso degli animali e che in quest’azienda sono stati collocati ogni 13-14 metri. Sono infatti ventilatori a 6 pale, provvisti dunque di una buona portata, ma soprattutto in grado di imprimere all’aria una velocità elevata, pari a 7 metri al secondo in vicinanza delle pale e a 3 metri al secondo a 15 metri di distanza. Dunque l’ideale per asciugare gli animali dopo la sessione di bagnatura, permettendo loro di dissipare calore, ma anche per eliminare i gas ammoniacali in una stalla come questa, in cui i capannoni sono addossati l’uno all’altro”.
 

Programma su misura

La torrida estate del 2019 non ha dunque colto alla sprovvista lo staff dell’allevamento Ambrosini. Che da bravi imprenditori, ancor prima dell’arrivo dell’afa, si sono organizzati per valutare l’efficacia del nuovo impianto di raffrescamento. Per prima cosa è stato pianificato, in collaborazione con il dottor Marcello Guadagnini del servizio tecnico di Elanco, il programma di cooling da realizzare nel corso dell’estate. E così, in aggiunta alle erogazioni automatizzate di acqua in mangiatoia, si è deciso di sottoporre le vacche in mungitura a 5 sessioni giornaliere di bagnatura forzata da 35-40 minuti l’una: tre in sala di attesa, durante le tre mungiture giornaliere, e due in mangiatoia con le bovine in cattura. Per le vacche in asciutta ci si è limitati a tre sessioni attive, sempre in mangiatoia. Tutto questo - è il caso di sottolinearlo - è stato reso possibile dall’ottimo lavoro svolto con impegno e assiduità da Christopher e cugini.
Per valutare poi se con i nuovi dispositivi di raffrescamento e con il programma sopra indicato le bovine soffrivano di stress da calore, e per quante ore al giorno, nel corso dell’estate 2019 sono state realizzate ripetute sessioni di valutazione della temperatura corporea, utilizzando i data-logger. “Sono dispositivi da inserire in vagina – spiega Arianna Zanella, veterinaria CMP – che ogni 10 minuti rilevano in automatico la temperatura interna della bovina. La scorsa estate nell’allevamento Ambrosini sono state effettuate 5 sessioni di rilevamento da 1-3 giorni cadauna, utilizzando 10 data-logger su 30 capi appartenenti alle diverse categorie: primipare, pluripare, far off e close up”.
 

Risultati eloquenti

I dati via via raccolti attraverso i data-logger e analizzati da Marcello Guadagnini hanno non soltanto confermato il successo del lavoro svolto (vedi anche grafico 1), ma hanno anche suggerito tre elementi da tenere in considerazione: che c’è un’ampissima variabilità soggettiva in virtù della quale, a parità di condizioni climatiche, alcune vacche vanno in stress da calore e altre no; che le ore più critiche della giornata sono quelle tra le 17 e le 19; infine, che per la bovina la fase più a rischio è quella del close-up, senza significative differenze tra manze e vacche. Tutti elementi che saranno tenuti in considerazione al momento di stilare il programma di raffrescamento della prossima estate.
Quanto alle performance di stalla, i dati raccolti a fine stagione hanno evidenziato che nell’estate del 2019 l’allevamento Ambrosini è andato a tutta birra. “Rispetto all’estate del 2018 – sorride Christopher – tra giugno e settembre le nostre fresche hanno prodotto nei primi 30 giorni di lattazione oltre 2 litri di latte in più per capo al giorno. Ma ci hanno dato motivo di soddisfazione anche le prestazioni riproduttive: il CR medio estivo è passato dal 30% del 2018 al 40% del 2019 (vedi grafico 2), con un miglioramento di 10 punti percentuali del PR estivo medio. In particolare tra giugno e settembre 2019 c’è stato un aumento di 13 punti percentuali del PR delle primipare, che non è mai sceso sotto al 22%, e un aumento di 6 punti percentuali del PR delle pluripare, che è passato da un 18% a un 24% di media, senza mai scendere al di sotto del 10%”.
Con una buona dose di impegno quotidiano e con un impianto di raffrescamento performante sono risultati raggiungibili ovunque. Scommettiamo?


Approfondimenti: www.cmp-impianti.com