Tecnologia
Importante la programmazione nutrizionale in utero
Gli studi di epigenetica hanno evidenziato che l’alimentazione della madre a fine gravidanza ha conseguenze a vita sulla crescita e sulla salute del nascituro
La colina in forma incapsulata (ReaShure®, Balchem Corp.) riveste un ruolo importante quale nutriente essenziale per le vacche in transizione. Una ricerca svolta presso l’Università della Florida e pubblicata sul “Journal of Dairy Science” ha evidenziato che l’utilizzo di colina in transizione garantisce un incremento della produzione di latte pari a 2,1 kg/giorno/vacca per le prime 40 settimane di lattazione (figura 1).
Le stesse vacche in prova hanno inoltre partorito manze che sono cresciute 40 gr/capo/giorno in più rispetto ai nati dalle vacche controllo, tra la nascita e la data di parto. Oltre a ciò le vitelle esposte a colina in utero, perché nate da vacche alimentate con ReaShure® in transizione, si sono dimostrate più sane.Una domanda ragionevole che ci si può porre è come l’impiego di certi nutrienti, somministrati per un periodo di tempo relativamente breve e in corrispondenza della parte finale di gestazione e dell’inizio della lattazione, possa avere degli effetti così a lungo termine sulle performance delle manze.
Molte ricerche svolte sia in campo animale che umano hanno evidenziato come squilibri nutrizionali subiti da una madre durante la gravidanza possano determinare effetti permanenti sul feto, tali da influenzare lo sviluppo di alcuni organi e portare conseguenze per la vita sulla crescita e sulla salute del nascituro. Questi cambiamenti possono, ad esempio, predisporre a un maggior rischio di insorgenza di diabete, pressione alta, problemi al cuore e addirittura cancro. La scienza che studia questi fenomeni viene definita epigenetica o programmazione nutrizionale in utero. Cercando di far semplice una cosa estremamente complicata, esistono variazioni ereditabili nella funzione dei geni che sono causate dal regime alimentare della madre durante la gestazione e non invece collegati all’espressione stessa del DNA in geni.
Uno dei principali effetti epigenetici conosciuti è definito metilazione, ossia l’aggiunta di uno o più gruppi metilici (-CH3) a siti specifici dei geni, che può in ultimo risultare in una variazione dell’espressione di quel gene. La colina è una delle fonti più ricche ed economiche di gruppi metilici. Quindi il concetto di epigenetica e di metilazione può spiegare alcuni dei risultati ottenuti dalle vitelle visti nello studio sopra citato condotto dall’Università della Florida. Gli animali del gruppo trattato sono stati infatti alimentati con colina in forma protetta (ReaShure®) per circa 17 giorni prima della data di parto. Come evidenziato precedentemente, le vitelle nate dalle vacche del gruppo sperimentale sono cresciute più in fretta di quelle nate dal controllo (tabella 1: Zenobi et al., 2018), conseguentemente a un incremento medio giornaliero pari a 0,89 kg/giorno per le prime rispetto a 0,85 kg/giorno delle seconde. Ulteriori studi condotti sia in campo umano che su pecore, hanno indicato come cambi nello stato di metilazione possano influenzare fino a tre generazioni di discendenza.
di Glen Aines (Balchem Co.) e Stefano Vandoni (Balchem Italia)
Le stesse vacche in prova hanno inoltre partorito manze che sono cresciute 40 gr/capo/giorno in più rispetto ai nati dalle vacche controllo, tra la nascita e la data di parto. Oltre a ciò le vitelle esposte a colina in utero, perché nate da vacche alimentate con ReaShure® in transizione, si sono dimostrate più sane.Una domanda ragionevole che ci si può porre è come l’impiego di certi nutrienti, somministrati per un periodo di tempo relativamente breve e in corrispondenza della parte finale di gestazione e dell’inizio della lattazione, possa avere degli effetti così a lungo termine sulle performance delle manze.
Effetto generazionale
La risposta a questa domanda può essere trovata nel concetto di “programmazione nutrizionale in utero”. Molti di noi, infatti, sanno che è il nostro codice genetico a determinare cosa siamo. Al contrario, quello che molte persone non sanno è come l’espressione di questi geni possa essere influenzata fortemente dall’ambiente circostante. Le nostre attività quotidiane, l’aria che respiriamo e quello che mangiamo possono cambiare come i nostri geni vengono espressi.Molte ricerche svolte sia in campo animale che umano hanno evidenziato come squilibri nutrizionali subiti da una madre durante la gravidanza possano determinare effetti permanenti sul feto, tali da influenzare lo sviluppo di alcuni organi e portare conseguenze per la vita sulla crescita e sulla salute del nascituro. Questi cambiamenti possono, ad esempio, predisporre a un maggior rischio di insorgenza di diabete, pressione alta, problemi al cuore e addirittura cancro. La scienza che studia questi fenomeni viene definita epigenetica o programmazione nutrizionale in utero. Cercando di far semplice una cosa estremamente complicata, esistono variazioni ereditabili nella funzione dei geni che sono causate dal regime alimentare della madre durante la gestazione e non invece collegati all’espressione stessa del DNA in geni.
Uno dei principali effetti epigenetici conosciuti è definito metilazione, ossia l’aggiunta di uno o più gruppi metilici (-CH3) a siti specifici dei geni, che può in ultimo risultare in una variazione dell’espressione di quel gene. La colina è una delle fonti più ricche ed economiche di gruppi metilici. Quindi il concetto di epigenetica e di metilazione può spiegare alcuni dei risultati ottenuti dalle vitelle visti nello studio sopra citato condotto dall’Università della Florida. Gli animali del gruppo trattato sono stati infatti alimentati con colina in forma protetta (ReaShure®) per circa 17 giorni prima della data di parto. Come evidenziato precedentemente, le vitelle nate dalle vacche del gruppo sperimentale sono cresciute più in fretta di quelle nate dal controllo (tabella 1: Zenobi et al., 2018), conseguentemente a un incremento medio giornaliero pari a 0,89 kg/giorno per le prime rispetto a 0,85 kg/giorno delle seconde. Ulteriori studi condotti sia in campo umano che su pecore, hanno indicato come cambi nello stato di metilazione possano influenzare fino a tre generazioni di discendenza.
Conclusioni
Più impariamo relativamente al concetto di epigenetica e di programmazione in utero, e più diventa determinante l’importanza di una corretta alimentazione delle vacche in asciutta. Considerando la capacità potenziale di condizionare non solo le performance delle vacche, ma anche quelle delle vitelle da esse concepite, è quindi tempo di guardare alla nutrizione della vacca in asciutta con una rinnovata attenzione, focalizzandosi sull’utilizzo di nutrienti essenziali, quali la colina, in grado di determinare evidenti miglioramenti.di Glen Aines (Balchem Co.) e Stefano Vandoni (Balchem Italia)