Patologie podali, stabulazioni a confronto

Salute animale

Patologie podali, stabulazioni a confronto

La tipologia di allevamento è uno dei fattori di rischio che condiziona la comparsa di queste malattie, ma è sempre il management l'elemento che pesa di più

L’ambiente di stabulazione influisce direttamente sulla salute podale perché costituisce l’insieme delle condizioni con le quali l’unghione bovino stabilisce continue interazioni durante la stazione quadrupedale, la deambulazione e il riposo.

La tipologia di stalla, in relazione alla possibilità di movimento da parte degli animali, al pavimento e alle sue caratteristiche di struttura, di durezza, di tessitura dello strato superficiale, della presenza di corpi estranei, di umidità della superficie e del grado di igiene legato alla presenza delle deiezioni, condiziona la produzione e il consumo di corno ungueale e, di conseguenza, la forma degli unghioni e i rapporti tra gli stessi e, quindi, la comparsa dei difetti cornei nonché la suscettibilità alle patologie cutanee infettive (tabella 1).

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Ambienti diversi

Nella stabulazione fissa i movimenti delle bovine sono limitati ad uno spazio ristretto, condizione che determina uno scarso o pressoché nullo consumo degli unghioni e induce, contemporaneamente, una minore produzione di corno ungueale che stimola una crescita a dismisura degli unghioni stessi, soprattutto quelli anteriori che si allungano esageratamente. Questo fenomeno non causa, però, particolari problemi se il piede appoggia su un’abbondante lettiera asciutta e pulita. In questa tipologia di stalla l’insorgenza delle patologie podali infettive è indotta dalla scarsa igiene e dal microclima più caldo e più umido, interessando sia gli unghioni anteriori, quando la lettiera è bagnata dalle perdite di acqua degli abbeveratoi, sia quelli posteriori, che possono essere immersi nelle deiezioni.

La stabulazione libera, invece, consente agli animali una maggiore possibilità di movimento, la quale dovrebbe ridurre la suscettibilità alle malattie da parte degli unghioni che non si allungano eccessivamente perché il loro consumo si verifica durante la deambulazione, e dipende dal grado di abrasività dei pavimenti. Però, nei pavimenti fessurati, una porzione dell’unghione si trova sempre sopra ad una fessura, sottraendosi così all’appoggio e sovraccaricando la restante parte, situazione che altera la produzione di corno ungueale e ne riduce il consumo; il risultato è che l’unghione si deforma predisponendosi all’insorgenza dei difetti cornei. Anche in questa tipologia di stabulazione i ristagni di acqua, le pozzanghere di urine diluite e l’accumulo delle deiezioni a contatto prolungato con il piede (provocato da un allontanamento non sempre adeguato, che genera un aumento della carica microbica ambientale sulla superficie calpestata dalle bovine), ammorbidiscono il corno ungueale condizionandone la durezza; ovviamente tanto più il corno è umido, tanto più sarà morbido. Inoltre, il continuo contatto con il materiale di lettiera e le superfici umidi macera la cute del piede, facilitando la comparsa e la diffusione delle malattie cutanee infettive; in particolare, la lettiera permanente aumenta la sensibilità dell’unghione alla dermatite digitale e interdigitale, se non è mantenuta pulita e asciutta.

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Nella stabulazione fissa, l’insorgenza delle patologie podali è favorita dalla lettiera scarsa e bagnata unita all’accumulo delle deiezioni nella parte posteriore della posta (foto Olivari, 2021)

 

Studio tedesco

Uno studio condotto in Germania (Hanemann, 2014) ed eseguito su 1.435 bovine di razza Fleckvieh, delle quali 766 (53,4%) allevate in stabulazione libera e 669 (46,6%) ricoverate in stabulazione fissa, ha rilevato come i due terzi di tutti gli animali risultino affetti da almeno una patologia podale (il 23% delle vacche allevate in stabulazione libera e il 6% di quelle legate alla posta presentano sia un difetto corneo sia una malattia infettiva; nel complesso, il 49% del totale dei capi oggetto dello studio presenta una concomitanza di più patologie) con una percentuale di bovine interessate significativamente più alta nella stabulazione libera rispetto a quella fissa (79,3% vs 62,6%).

Anche secondo Fiedler (2000), nella stalla a posta fissa la percentuale delle vacche affette da patologie podali è più bassa se paragonata alla stabulazione libera (28% vs 47%). Comunque, la prevalenza media delle patologie varia, per la stabulazione fissa, tra il 6,4% e il 41%, mentre per quella libera i valori oscillano tra l’8,9% e il 77%.

La minore incidenza rilevata nelle bovine legate alla posta sarebbe da attribuirsi al periodo che gli animali trascorrono ogni anno in alpeggio, dove gli unghioni sono più puliti e asciutti. I valori riportati nella tabella 2 mostrano come il tipo di stabulazione influenza sia la prevalenza sia la gravità delle differenti patologie che interessano il piede bovino.

Se paragonate alle vacche legate alla posta, le bovine allevate in stabulazione libera manifestano una maggiore incidenza di patologie a carattere infettivo associata ad una più bassa frequenza delle lesioni del piede, in particolare dei difetti cornei a carico della parete ungueale, attribuibile probabilmente alla maggiore possibilità che gli animali hanno di muoversi liberamente.

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Il sistema di stabulazione influisce in modo significativo anche sul numero di arti (tabella 3) i cui piedi sono affetti da una patologia (2-3 per la stabulazione libera) anche se il 4,86% di tutti i capi esaminati presenta tutti e quattro gli arti con i piedi malati. Inoltre, in entrambe le tipologie di stabulazione, gli unghioni posteriori risultano essere maggiormente interessati dalle patologie podali con una frequenza che raggiunge l’82,80% nella stabulazione libera e l’80,81% in quella fissa. Confrontando le lesioni a carico del piede con le malattie cutanee infettive emergono differenze tra le due tipologie di stabulazione anche se per tutte le patologie considerate, ad eccezione dell’ulcera soleare (US), la prevalenza sia più elevata nella stabulazione libera (grafico 1).

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Frequenza delle patologie podali rilevata da diversi autori nei due sistemi di stabulazione. Legenda: PAD pododermatite asettica diffusa; MLB malattia della linea bianca; DS doppia suola; US ulcera soleare; DD dermatite digitale; DI dermatite interdigitale; ECT erosione del corno dei talloni; T tiloma; F flemmone

 

Lesioni del piede

Le differenze più evidenti tra i due sistemi stabulativi riguardano la malattia della linea bianca (MLB) e la doppia suola (DS) che compaiono più frequentemente nella stabulazione libera, mentre l’ulcera soleare (US) si riscontra soprattutto nelle  vacche legate alla posta per le quali il rischio di esposizione risulta due volte superiore. Alcuni autori (Maier, 2006 e Sanders, 2009) riportano, però, un’incidenza dell’US pari al 24% nella stabulazione libera e al 16% in quella fissa, forse perché la  comparsa di questo difetto è probabilmente legata anche alla razza. L’erosione del corno dei talloni (ECT) mostra, invece, una frequenza simile tra le due tipologie di stabulazione, ma la sua insorgenza è correlata più alla scarsità di igiene e all’esiguità della lettiera in paglia, manifestandosi soprattutto dove gli unghioni rimangono a lungo bagnati (es: ristagni di liquami nella parte posteriore delle poste e delle cuccette).

Rispetto alla stabulazione fissa il tiloma, ritenuto l’esito di un flemmone guarito o l’effetto di infezioni interdigitali, compare con una frequenza quattro volte superiore nella stabulazione libera, dove il rischio di lesioni a carico della cute interdigitale è più elevato perché le bovine si muovono liberamente. Infine, la pododermatite asettica diffusa (PAD), infiammazione conseguente ad un’alterata circolazione sanguigna nel vivo del piede che dà origine a lesioni cornee, manifesta una prevalenza elevata in entrambi i sistemi stabulativi, ma con una maggiore gravità dei sintomi nella stabulazione libera.

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Le caratteristiche del pavimento e il grado di pulizia: due fattori determinanti per la comparsa delle patologie podali nella stabulazione libera (foto Olivari, 2021)

 

Malattie infettive

Le patologie cutanee infettive interessano più frequentemente gli animali allevati in stabulazione libera con la dermatite digitale (DD) che colpisce circa il 24% delle bovine, per le quali il rischio di contrarre la malattia è 2-3 volte superiore, e solo il 3,29% delle vacche legate alla posta; nella stabulazione libera a cuccette si nota un incremento dei casi di DD quando gli animali rimangono a lungo in piedi nelle corsie. In entrambi i sistemi stabulativi, l’insorgenza della DD è, comunque, fortemente condizionata dal grado di pulizia dei pavimenti, fattore che influisce anche sulla comparsa della dermatite interdigitale (DI).

Nella stabulazione fissa, la DI interessa maggiormente gli unghioni posteriori perché sono più a contatto con le deiezioni, mentre nella stabulazione libera, l’incidenza è simile negli unghioni di tutti e quattro gli arti, sebbene le bovine allevate su grigliato ne siano meno affette rispetto a quelle stabulate sul pavimento continuo. Le lesioni a “V”, conseguenti alla patologia e localizzate sul corno dei talloni, sono più profonde nella stabulazione fissa e in quella libera con lettiera permanente, dove il microclima della stalla è caldo-umido, mentre il loro aspetto è più variabile nelle vacche legate alla posta in stalle ben aerate e più fredde. Il microclima caldo-umido della stalla, associato al pavimento o alla lettiera umidi, predispone il piede all’insorgenza del flemmone interdigitale che compare più spesso nelle bovine da latte stabulate su lettiera permanente contrariamente a quelle detenute su grigliato. Perciò, se stabulate su una lettiera ben gestita, le vacche alla posta hanno una cute interdigitale più asciutta con una presenza scarsa o nulla della malattia in confronto alle bovine allevate in stabulazione libera dove, oltre all’umidità e alla contaminazione fecale dei pavimenti, è più frequente il contatto fra gli animali.

 

L’importanza della gestione

È evidente che la tipologia di stabulazione influisce sull’incidenza delle patologie podali, ma la probabilità di insorgenza e la gravità delle malattie che interessano il piede bovino non sono mai disgiunte dal livello di gestione dell’ambiente stalla (igiene, adeguatezza e microclima della struttura), della mandria (sovraffollamento) e dell’attuazione di programmi di pareggio.

 

di Mattia Olivari – Tecnico bovini da latte, Bergamo