Lotta alle mosche? Meno stress per tutti

Per il buiatra Mauro Marmiroli il problema delle mosche va visto in un’ottica di benessere umano ed animale

Salute animale

Lotta alle mosche? Meno stress per tutti

Con un piano di autocontrollo in stalla vacche più tranquille, vicini di casa più sereni e maggior biosicurezza. Ne parliamo con il buiatra Mauro Marmiroli

Su un punto tutti concordano: le mosche sono moleste. Ma un conto è doverle scacciare mentre si pranza in giardino con la famiglia, un altro è dover lottare contro la loro fastidiosa presenza in stalla, specialmente se sei una vacca da latte. Senza poi trascurare gli aspetti sanitari, perché sotto il profilo della biosicurezza le mosche sono la porta di ingresso in stalla di pericolosi patogeni, come ci ricorda un buiatra di lunga esperienza come Mauro Marmiroli del Centro Veterinario San Martino di Traversetolo (Pr).“A dire il vero – spiega Marmiroli – il problema andrebbe affrontato a monte, mettendo in atto un organico piano di controllo delle mosche, fondamentale per eliminare o almeno ridurre al minimo il fastidio che questi insetti arrecano non solo alle vacche da latte, ma anche a noi umani. Come buiatra non posso però non enfatizzare le problematiche di biosicurezza e salute animale che le mosche si portano dietro e che dovrebbero spingere gli allevatori a non trascurare questo tema, come invece spesso mi tocca osservare”.

 

Questione di consapevolezza o di scarsa attenzione alla biosicurezza?

“La definirei quasi una questione culturale, anche perché gli strumenti per intervenire non mancano. Oggi poi – ricorda Marmiroli - la finestra temporale entro la quale le mosche sono un problema si è notevolmente ampliata visto il cambiamento climatico in atto e ormai alle nostre latitudini rischiamo quasi di dover affrontare il problema 365 giorni l’anno”.

 

La prevenzione paga, quindi, anche con le mosche?

“Assolutamente sì. E, lo ribadisco, occorre predisporre un piano già contro le larve, perché quando vediamo le mosche volare significa che abbiamo perso tempo, ma purtroppo spesso siamo abituati a pensare a un problema solo quando il problema è già manifesto, mentre con le mosche occorre pensarci almeno un paio di mesi prima delle gravi infestazioni che vedo già in primavera nelle stalle che visito come buiatra. Di certo non in tutte le stalle c’è un piano di autocontrollo, ma sicuramente negli ultimi 10 anni la sensibilità è aumentata da parte degli allevatori, anche in virtù delle nuove normative che hanno cambiato il quadro in cui ci si trova ad operare”.

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ll prodotto adulticida serve ad abbassare il carico di insetti volanti in totale sicurezza per gli animali presenti in stalla

 

Ci sono poi aspetti di carattere economico da prendere in considerazione legati alle infestazioni di mosche. Sotto questo profilo trova gli allevatori più sensibili?

“In letteratura il tema è stato dibattuto a lungo e oggi i dati disponibili indicano come esista un danno economico legato al calo della produzione di latte, correlato alla gravità dell’infestazione. La perdita di latte è misurabile e di certo la presenza di adulti volanti causa un aumento del numero di ore in piedi della bovina, che evita di coricarsi in cuccetta pur di allontanare le mosche. Ma anche il continuo muovere la coda o scrollare la testa per scacciare gli insetti va a incidere sul consumo metabolico di base della bovina e aumenta lo stress. Mettiamoci in testa che se le mosche sono un fastidio per noi, lo sono anche per le vacche”.

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La lotta alle larve è il modo più efficace per controllare l’infestazione, purchè si trattino periodicamente le zone più a rischio della stalla, dove la presenza di “future” mosche è maggiore

 

Vogliamo entrare più in dettaglio nel capitolo della salute animale?

Tema ampio e forse non indagato quanto meriterebbe, visto che le mosche sono un potenziale veicolo per una infinità di patogeni, dai batteri ai virus ai parassiti. Dovremmo inoltre iniziare ad analizzare il problema non solo a livello di singola stalla, ma di area più estesa perché inevitabilmente c’è un aumento del rischio in termini di biosicurezza fra stalle vicine. L’implementazione di Classy Farm ha certamente aumentato la sensibilità verso il problema, ma vorrei ricordare come il grado di infestazione abbia ripercussioni anche sui punteggi del benessere animale correlati al tasso di occupazione delle cuccette. In alcune stalle che ho visitato ho anche trovato la mandria tutta ammassata in un’area, magari sotto ai ventilatori, perché nelle altre zone ci sono infestazioni di mosche importanti e gli animali si difendono come possono. Lo stress è difficile da quantificare, ma il latte si fa in cuccetta, lasciando gli animali ruminare tranquilli. Ogni allevatore lo sa bene. Vorrei concludere con un invito a non trascurare anche i buoni rapporti con i vicini di stalla, spesso persone di provenienza urbana che dalla città si sono spostate in campagna e abitano in graziose villette a schiera a poche centinaia di metri dalla nostra azienda. Se con un adeguato piano di controllo delle mosche possiamo evitarci la visita di Polizia municipale e veterinari Asl chiamati dai vicini infastiditi lo stress lo riduciamo primariamente a noi stessi ed è già un guadagno netto”. 

 

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Ci vorrebbe una No Fly Zone

• La lotta alle mosche? Occorre una corretta programmazione, la scelta dei prodotti più idonei da usare contro larve e adulti volanti, applicandoli con le giuste modalità.
• Il risultato? È quello che in Elanco Animal Health chiamano la No Fly Zone. Un obiettivo che ogni allevatore può raggiungere. Vuoi sapere come? www.elanco.it/categoria-di-prodotti/biosicurezza