Proteggiamoli subito dal sinciziale

C'è un nuovo strumento di prevenzione per difendere i vitelli dalla malattia respiratoria

Salute animale

Proteggiamoli subito dal sinciziale

Il mercato offre nuovi strumenti di prevenzione contro questo virus, che insieme al virus parainfluenzale è alla base della malattia respiratoria del bovino

“Non risolve, ma aiuta”. Potremmo utilizzare questo vecchio slogan pubblicitario per sintetizzare l’effetto del nuovo strumento di prevenzione con cui oggi gli allevatori italiani possono difendere i loro vitelli dalla malattia respiratoria. Una patologia che, come ha ricordato il professor Sandro Cavirani in occasione di un ciclo di conferenze organizzate dalla MSD Animal Health, è sicuramente una spina nel fianco della zootecnia da latte e da carne, anche perché la specie bovina è “costituzionalmente” predisposta a tale malattia.

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Sandro Cavirani è docente di malattie infettive degli animali domestici presso il Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma
 

Nemico ubiquitario

L’albero respiratorio di questi animali, oltre ad essere volumetricamente limitato rispetto al peso corporeo (massa ossigenante insufficiente rispetto alla massa da ossigenare), presenta infatti un’architettura complessa, con una fitta rete bronchiale e con la presenza di setti tra lobuli e tra alveoli, che favoriscono una scarsa “clearance” microbica (i patogeni entrano facilmente, ma non escono), oltre che il confinamento (sequestro) dei siti di infezione e le recidive. Fanno il resto gli stress respiratori (inalazione dei gas di fermentazione, condizioni meteo caldo-umide) e l’eventuale presenza nell’ambiente di goccioline di aerosol (vi ricordate le nebulizzazioni d’acqua “a goccia fine”?), che proteggono e veicolano i patogeni fino alle vie respiratorie dei bovini. E poi ci sono loro, i virus e i batteri. Tra i primi, il virus sinciziale è sicuramente il nemico numero uno: gli scienziati ritengono sia la prima causa di malattia respiratoria a livello mondiale, che i danni economici da esso provocati siano particolarmente rilevanti e che sia così diffuso da offrire la certezza che qualsiasi bovino da latte o da carne lo incontri nel corso della carriera produttiva.

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Approccio corretto
Per il controllo del virus sinciziale – ha ricordato Cavirani – c’è la vaccinazione intranasale. Che come qualsiasi vaccinazione va applicata con raziocinio, ovvero su una corretta percentuale di popolazione recettiva e secondo gli intervalli temporali suggeriti dal produttore, per conferire l’immunità “di mandria” (herd immunity), quello status in cui la diffusione del patogeno viene bloccata. Nel caso specifico del sinciziale, ha poi osservato il docente, la vaccinazione intranasale funziona molto bene dal punto di vista immunologico: gli anticorpi colostrali presenti in circolo (IgG) sono di per se inefficaci a proteggere dal virus l’apparato respiratorio del vitello, e non interferiscono sul vaccino intranasale, che invece è in grado di stimolare le difese immunitarie delle prime vie respiratorie. Tra gli strumenti difensivi evocati, c’è anche la produzione locale di particolari anticorpi, le IgA secretorie, che risultano efficaci nei confronti di un virus ad azione locale come il sinciziale. La protezione risulta di breve durata, ma per questo esistono i richiami. Piuttosto l’importante è partire con il piede giusto: secondo il docente, oggi gli allevatori dovrebbero cominciare proprio dalla vaccinazione intranasale contro il sinciziale. “Per tradizione – ha osservato Cavirani – nelle nostre stalle il primo vaccino intranasale è quello contro l’IBR, ma attualmente non è questo il primo virus a essere incontrato dai vitelli”.
 

Costi e benefici

Quali risultati è infine lecito attendersi dalla vaccinazione intranasale contro il sinciziale? Su questo punto i dati raccolti in Italia dal Dipartimento di Scienze medico veterinarie dell’Università di Parma non alimentano false aspettative: essa non azzera la possibilità di avere dei focolai di malattia respiratoria, di cui limita però morbilità e mortalità. In altre parole nonostante il vaccino, il virus sinciziale continuerà a circolare nella mandria, con episodi di malattia che potranno ripetersi anche a breve distanza di tempo. I sintomi della malattia saranno però attenuati, e la mortalità ridotta. Non risolve, ma aiuta.
Di più non è possibile ottenere contro questo virus e comunque – ha concluso Cavirani – il gioco vale la candela: in termini di rapporto costo/beneficio tutte le valutazioni effettuate dimostrano che la vaccinazione paga.

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Oggi, la prima vaccinazione intranasale può essere quella contro il sinciziale e la parainfluenza