Perché e quando ricorrere all’ecografia?

Veterinario con vestiario impermeabile e con ecografo

Salute animale

Perché e quando ricorrere all’ecografia?

È fuori di dubbio che l’ultrasonografia transrettale sia una tecnica utile alla zootecnia bovina, ma per che cosa esattamente? Il dibattito è aperto…

L’approccio alla ginecologia buiatrica, negli ultimi decenni, ha subito profonde modificazioni in quanto si sono affacciati sullo scenario aziendale sistemi quali l’ultrasonografia transrettale di mandria e la sincronizzazione dei calori delle bovine. Ma se osserviamo a posteriori quanto queste tecnologie siano realmente utili, si potrà criticamente asserire che ben poco hanno apportato all’aspetto della fertilità che è da sempre stata un punto cardine per quanto riguarda l’allevamento della bovina da latte, ed al quale giustamente gli allevatori devono prestare la massima attenzione. Comincerò con un’analisi critica dell’ecografia, rimandando le mie obiezioni alla sincronizzazione dei calori al n. 9/2019 di Allevatori Top.
 

Tecnologie differenti

L’ultrasonografia transrettale, più comunemente detta ecografia, è un sistema che si basa sull’introduzione nel retto di una sonda, che emette una particolare frequenza d’onda di ultrasuoni; tali emissioni vengono recepite, a seconda del tipo di tessuto incontrato, dalla sonda stessa ed elaborate da un software in un’immagine che è visualizzata su monitor o altro apparato di visione, per poter essere analizzata dal medico veterinario. Già qui si presentano diversi aspetti critici: gli ecografi per la ginecologia buiatrica sono tutti uguali? Hanno software di elaborazione delle immagini simili? Hanno una buona affidabilità? Le sonde sono robuste e sterilizzabili? Ebbene, secondo la mia esperienza a tutte queste domande la risposta è no.
Ogni casa costruttrice propone la sua apparecchiatura con dimensioni, risoluzione di immagine e costi che hanno un’ampia variabilità; ciò si riflette sull’affidabilità e sulle capacità performanti della strumentazione, per cui le immagini che si ottengono da uno strumento all’altro sono molto difformi. Va da sé che il costo della strumentazione è ampiamente variabile e di conseguenza l’impatto economico sulla prestazione effettuata è diverso.
Ma veniamo agli aspetti più pratici, e vediamo come si opera per poter eseguire una serie di ecografie sulle bovine di una mandria. Generalmente in Italia, nelle aziende che attuano una gestione routinaria delle visite ginecologiche, si autocatturano le bovine dopo la mungitura del mattino al momento dello scarico dell’alimentazione dal carro unifeed. L’allevatore stila una lista delle bovine da sottoporre a diagnosi, prevedendo animali che hanno partorito e quindi necessitano di essere visitate per la corretta involuzione uterina e la ripresa dell’attività ovarica. E ancora bovine che hanno avuto qualche patologia nei controlli precedenti, per verificare il ripristino fisiologico, bovine per le quali verificare lo stato di gravidanza, negativo o positivo, bovine che hanno superato il tempo di attesa volontario, ma non hanno ancora avuto un estro evidente o utile, bovine repeat-breeder, bovine già diagnosticate gravide che hanno manifestazioni estrali vere o false.

ultrasonografia transrettale, ecografia
In una mandria dove si attua il controllo ecografico ogni 3-4 settimane, il gruppo di animali da diagnosticare solitamente oscilla tra il 30% e 50% delle bovine in lattazione
 

Tempi stretti

Orbene, in una mandria dove si attua il controllo ogni 3-4 settimane, questo gruppo di animali da diagnosticare solitamente oscilla tra il 30% e 50% delle bovine in lattazione. Molto raramente, anzi direi quasi mai, si riescono ad avere tutte le bovine da diagnosticare in autocattura. Questo cosa comporta? Che vi è la necessità di più personale per immobilizzare le bovine in cuccetta o per mandarle in autocattura ed assistere il veterinario nell’esame ecografico. Infatti il veterinario con vestiario impermeabile (camice monouso lungo) e con ecografo, per portabile che sia, non è agevolato nei suoi movimenti all’interno di un gruppo di bovine adulte libere e ancor meno di un gruppo di manze.

ultrasonografia transrettale, ecografia
Ogni casa costruttrice propone la sua apparecchiatura con dimensioni, risoluzione di immagine e costi che hanno un’ampia variabilità

Vi sono anche tempistiche diverse tra operatore ed operatore in base alla sua manualità: prima di introdurre la sonda nel retto della bovina, questo deve essere infatti svuotato dalle feci presenti e solo successivamente può essere introdotta la sonda ecografica: in questo tempo che intercorre tra lo svuotamento del retto e l’introduzione della sonda, l’ampolla rettale può riempirsi di aria, compromettendo gravemente la corretta esecuzione della diagnosi. È pur vero che si può ritornare sui propri passi ed eseguire più tardi l’accertamento, ma ciò comporta un’ulteriore perdita di tempo.
Un ulteriore aspetto negativo è la luminosità della stalla: tanto più è luminosa, tanto più difficoltosa risulta l’interpretazione dell’immagine. Si sono visti anche veterinari farsi assistere da personale munito di ombrello parasole per poter cercare di interpretare l’immagine del monitor. Anche gli ecografi che sono provvisti di visore necessitano di ambiente a luminosità ridotta, ed inoltre con questo sistema di visione si riduce il contatto con l’ambiente circostante e con eventuali animali liberi, e ciò può predisporre l’operatore ad incidenti.
 

Metodi a confronto

Se parliamo di diagnosi di gravidanza vi è stato uno studio israeliano, che ha messo in relazione la diagnosi di gravidanza eseguita con ecografia e mediante palpazione rettale, al fine di avere un minor numero di giorni aperti nella mandria.
Sono state prese in considerazione due mandrie di 900 e 650 capi con produzione superiore ai 110 quintali capo/anno e provviste di podometria. Le diagnosi dopo FA venivano eseguite con la palpazione dai 42 ai 48 giorni, mentre mediante ecografia tra i 26 e i 32 giorni.
Dopo oltre un anno di sperimentazione, i giorni aperti dei due gruppi testati con ecografia e mediante palpazione erano rispettivamente di 122 e 123 nell’azienda di 650 capi, e di 115 e 115 nell’azienda di 900 bovine: praticamente identici. Gli autori concludono che non vi è nessuna differenza tra un metodo o l’altro al fine di ridurre i giorni aperti delle mandrie e quindi di incrementare l’efficienza e il profitto delle aziende. Sia questo che altri studi condotti in differenti università hanno poi negato che esista una correlazione tra metodo adottato e riassorbimenti fetali, sia che la diagnosi fosse effettuata mediante palpazione rettale che mediante ecografia transrettale.
 

Sesso del nascituro

L’ecografia è stata anche allocata come tassello cardine della programmazione aziendale, proponendo ad esempio il sessaggio fetale. La conoscenza preventiva del sesso del nascituro dovrebbe essere importante per programmare: numero di femmine nate per anno, assistenza del personale a specifici animali  o vendita a terzi delle stesse. In realtà non ho mai visto nessun allevatore indurre aborto in bovine gravide di feti di sesso maschile, né tanto meno acquistare femmine in previsione di nascita di vitelli maschi, oppure ancora procurare un aborto selettivo nel caso di gravidanze gemellari, oppure prestare maggiore attenzione alla bovina partoriente. Infatti dopo 8 mesi dall’esecuzione della diagnosi, questo aspetto cade spesso in secondo ordine.
 

Diagnosi precoce

Si dice poi che tramite l’ultrasonografia è possibile effettuare una diagnosi di gravidanza precoce, dai 28 ai 30 giorni. In realtà se è pur vero che ciò sia possibile, questo non ha nessuna ricaduta pratica: per eseguire le diagnosi di gravidanza in quel periodo, sarebbe necessario eseguire tutti i giorni le diagnosi di quegli animali che ricadono in quella finestra temporale, cosa che non ha nessuna praticità. Infatti anche nelle aziende di maggiori dimensioni, le diagnosi vengono eseguite una volta a settimana se non ogni 15 giorni, per cui il periodo temporale di accertamento della gravidanza si allunga inevitabilmente qualunque sia il metodo di accertamento preso in esame, come dimostra d’altronde lo studio israeliano.

ultrasonografia transrettale, ecografia
Nel tempo che intercorre tra lo svuotamento del retto e l’introduzione della sonda, l’ampolla rettale può riempirsi di aria, compromettendo gravemente la corretta esecuzione della diagnosi

ultrasonografia transrettale, ecografia
Anche gli ecografi che sono provvisti di visore necessitano di ambiente a luminosità ridotta
 

Non per la routine

Con tutto ciò non intendo dire che l’ecografia è una pratica inutile, anzi credo che ogni veterinario debba avere un ecografo tra il proprio strumentario, ma non è certamente una pratica che sia utile alla routine dell’allevamento, né tanto meno per accorciare l’intervallo parto-concepimento o far aumentare la fertilità e la redditività aziendale, o per diagnosi più efficaci. Pur essendoci differenze molto evidenti tra strumento e strumento, così come tra operatore e operatore, credo che l’ecografo debba essere utile al veterinario, e non all’allevatore, come strumento di approfondimento di eventuali patologie o incongruenze dei dati a disposizione.


di Pierangelo Cattaneo – Medico veterinario