Gestione mandria
La vacca da latte secondo Lele
Emanuele Bianchessi da Castel Gabbiano (Cr) ha le idee chiare su come gestire la stalla di famiglia, lavorando in prevenzione e sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla genotipizzazione
Come si fa a vivere tranquilli e prendere 15 giorni di ferie all’anno quando in stalla hai 600 vacche in latte e devi governare un allevamento con 1.200 capi totali? Chiedetelo a Lele Bianchessi. Resterete però delusi perché non ci sono segreti, ma solo buona organizzazione, ottimo salame per la merenda delle 10.30 e un clima disteso, nonostante le dimensioni extra large dell’azienda di Castel Gabbiano (Cr). Se non bastasse, di recente i Bianchessi hanno anche preso in affitto un’altra stalla di 200 vacche in lattazione e una cinquantina di ettari di terreno agricolo, funzionale per gestire con i giusti spazi la rimonta destinata alla stalla principale. In totale le vacche in mungitura sono quindi diventate 800, con un totale di 1.600 capi fra le due realtà produttive e, almeno per adesso, il progetto di Lele si può considerare completo, ma conoscendo il tipo, mai dire mai.
“In zona c’è una fame di terra incredibile e i prezzi per ettaro partono dai 60mila euro – commenta Lele – e quando c’è la possibilità di espandersi a meno di 2 km di distanza da qui non si può dire di no, anche se gli affitti oscillano dai 1.200 ai 1.500 euro/ettaro. Se ci spostiamo verso Bergamo le zone artigianali e commerciali hanno ulteriormente aggravato il problema sottraendo tanto terreno agricolo e questo, unitamente all’elevatissimo numero di vacche, ha fatto il resto”.
Lele Bianchessi con il papà Giuseppe, 92 anni portati con disinvoltura
Fra la stalla principale e quella in affitto oggi sono 800 le vacche in mungitura
L’impegno di Giuseppe
I Bianchessi iniziano con una stalla di piccole dimensioni in paese, poi nel 1977 il papà di Lele, Giuseppe, e i suoi fratelli costruiscono un nuovo allevamento, lavorando tutti insieme per una ventina di anni, prima di distaccarsi dal resto della famiglia e giocarsela in proprio: “Ottimi rapporti fra tutti i tre rami della famiglia, ci si aiuta quando c’è bisogno, ma ognuno gestisce la propria attività in autonomia, seguendo le attitudini personali e imprenditoriali”.
A dire il vero, Lele da ragazzo avrebbe voluto fare il geometra e aveva anche iniziato il relativo tirocinio, ma la vita d’ufficio non faceva per lui, amando la vita all’aria aperta. Il richiamo della campagna ha fatto il resto e insieme a suo fratello Giovanni e a Giusy, una delle loro sorelle, si sono fermati in azienda. “Eravamo giovani, motivatissimi e con un padre che ha sempre avuto l’intelligenza di darci spazio, pur restando ben presente. Pian piano siamo cresciuti, abbiamo comprato terra e soprattutto abbiamo imparato a gestire una realtà complessa come un’azienda zootecnica, sino a decidere una decina di anni fa di costruire la nuova stalla e di passare ad un livello superiore di complessità, arrivando prima alle 400 vacche in mungitura, poi alle 600, sino alle 800 attuali. La fine delle quote latte, nel 2015 ha messo tutti davanti a un bivio: consolidare la posizione o crescere. E noi non siamo capaci di star fermi, come testimoniano gli investimenti per acquistare quote durante gli anni del contingentamento produttivo”.
Ogni mungitura dura poco meno di 4 ore
Latte pregiato
Nel corso degli anni il latte dei Bianchessi va prima al caseificio Arrigoni, specializzato in Taleggio e Gorgonzola, poi negli ultimi 5 anni la scelta di passare a Galbani. “Riceviamo un prezzo indicizzato all’interno del quale la componente Grana Padano ha un peso importante, con effetti positivi viste le quotazioni attuali. Passare al latte alimentare - spiega Lele - è un’ulteriore spinta ad essere più competitivi, ma non ci ha cambiato il modo di lavorare. Mungiamo tanto latte (medie di 40 litri), ma abbiamo sempre titoli alti, con il 4,4% di grasso, 3,7% di proteina e il 2,98% di caseina. Sono risultati buoni, che rappresentano l’effetto congiunto di una infinità di variabili, a partire dall’insilato di mais, base alimentare della razione, sul quale mio fratello Giovanni ha un’attenzione quasi maniacale con una buona gestione di terreni, macchinari e personale, mettendoci molto del suo, con ottimi risultati per nulla scontati. Ma non saremmo mai arrivati qui senza aver garantito alla mandria un livello di benessere animale davvero notevole, che vede nell’ultima stalla costruita la sua massima espressione, nonostante i costi di realizzazione non certo bassi. Poi c’è il discorso genetico, con tutti gli aggiustamenti che la nostra storia aziendale ha richiesto, passando dagli anni della crescita in volume di latte prodotto, a quelli in cui si è lavorato su qualità e fitness delle bovine. Il sessato è stato uno strumento fondamentale per la nostra crescita, sino a quando, verso il 2018 ci siamo accorti di avere troppe manze. Allora abbiamo iniziato ad introdurre il blu belga sugli animali più anziani o con indici genetici non entusiasmanti, e oggi il 90% delle vacche è fecondata con seme da carne, mentre il 10% dei capi geneticamente interessanti ha un piano di accoppiamento piuttosto competitivo, utilizzando esclusivamente sessato”.
Nella nuova stalla ogni vacca gode dello spazio necessario a farle esprimere il potenziale genetico
Riproduzione al top
Sarà merito della fertilità del seme, sarà l’aria di Castel Gabbiano o sarà brava la squadra dei Bianchessi, ma gli indici riproduttivi sono decisamente ottimi, con un PR del 33% e un CR di 47%: “e il tutto – commenta soddisfatto Lele – senza alcun piano di sincronizzazione, lavorando solo sui calori naturali e limitandoci all’Ovsync sugli anestri, ma solo in casi particolari. Sulla rilevazione dei calori abbiamo sempre investito e non a caso siamo stati fra i primi ad importare da Israele i pedometri elettronici. Certo, c’è sempre l’impegno quotidiano di fecondare, ma i risultati sono buoni, grazie ad una gestione precisa, ma non massacrante, che cerchiamo di concentrare alla mattina. Negli anni abbiamo costruito una routine ben rodata, che prevede visite ginecologiche settimanali, nonché BCS al parto, a 60 giorni e all’asciutta. C’è una correlazione fortissima fra BCS e fertilità, ma occorre imparare a interpretare questo dato e a gestire la mandria ad hoc, considerando anche nuove esigenze come l’asciutta selettiva, visto che dobbiamo asciugare capi che producono ancora 30-32 litri. Poi c’è il capitolo genotipizzazione – spiega Bianchessi - essenziale per una sintonia fine della mandria. Un investimento più che un costo, indispensabile per alzare sempre l’asticella, generazione dopo generazione, decidendo la direzione in cui andare. Da noi non ci sono animali da fiera, ma troverai animali che assicurano produzioni e longevità, con manze in ottime condizioni di sviluppo che oggi partoriscono a 23,6 mesi. Non pensiamo mai di poter fare tutto da soli e siamo aperti alle collaborazioni con validi professionisti e da qualche tempo ci affidiamo a consulenti esterni che fanno un controllo mensile sulle vacche che partoriscono, verificando la qualità del latte in mungitura, lavorando con antibiogrammi sui casi che lo richiedono e tenendo sempre alta l’attenzione per le mastiti. In questo modo, rispetto a due anni fa, oggi abbiamo ridotto del 40% l’utilizzo di farmaco veterinario, partendo comunque da un consumo non certo elevatissimo. E questo si ripercuote positivamente, anche sotto il profilo economico sugli aiuti comunitari alle stalle virtuose. Lavoriamo tanto con le vaccinazioni, IBR e BVD in primis, ma anche sui vitelli c’è una attenzione incessante e una persona a loro dedicata, che fa un buon lavoro”.
Grazie ad una gestione in prevenzione delle mastiti, il consumo di farmaco veterinario è calato drasticamente negli ultimi due anni
Terza mungitura
E la terza mungitura? “Bella domanda – risponde sorridendo Lele – ci abbiamo pensato a lungo e ci stiamo pensando anche oggi, ma non ci siamo mai decisi, non tanto per gli altri 3 dipendenti da assumere, indispensabili per garantire a tutti i giusti turni di riposo, ma perché oggi siamo arrivati ad un’organizzazione che gira veramente fluida e che con la terza mungitura andrebbe comunque risintonizzata. Il prossimo passaggio sarà la costruzione di una nuova vitellaia, sistemando anche quest’area della stalla, poi si vedrà. La terza mungitura è un obiettivo economicamente sostenibile, lo so bene, ma sono convinto che anche una gestione economica della stalla, con una contabilità analitica precisa che ti dia la possibilità di decidere sui numeri e non sulle sensazioni sia altrettanto importante e sotto questo profilo poter contare sulla precisione di mia sorella Giusy è una garanzia di successo”.