Pangiabi: capirsi è il primo passo verso la conoscenza

Gestione mandria

Pangiabi: capirsi è il primo passo verso la conoscenza

L’interessante progetto del Crpa per dar vita a procedure illustrate rivolte a operatori di origine straniera per la gestione dell’allevamento di bovine da latte. Il concreto coinvolgimento della comunità Sikh

 

Una corretta informazione degli operatori di stalla è fondamentale per diffondere pratiche di gestione sostenibili, ovvero capaci di garantire un elevato standard di benessere e salute animale efficientando al contempo la gestione dell’allevamento. Se si guarda però al contesto, da anni si assiste a una costante riduzione della forza lavoro disponibile per le mansioni di stalla, sia in termini numerici che di competenze: il basso livello di scolarizzazione e digitalizzazione sono tra le principali barriere alla diffusione di pratiche innovative negli allevamenti.
A questi aspetti si sommano poi gli ostacoli linguistici dovuti all’origine straniera di molti operatori. La presenza di lavoratori stranieri è ormai un elemento strutturale nel settore agricolo, che prosegue da decenni; nel settore lattiero-caseario dell’Emilia-Romagna è particolarmente rilevante la presenza di lavoratori originari del subcontinente indiano, in prevalenza Sikh con un background migratorio dallo Stato indiano del Punjab; questa comunità ha trovato nella regione una nuova casa e rappresenta un esempio di successo di integrazione nel tessuto sociale, oltre a contribuire in modo significativo alla produzione di Parmigiano Reggiano.

 

Il progetto Pangiabi

Date queste premesse, risulta evidente l’importanza di considerare gli ostacoli linguistici e culturali quando si progetta la divulgazione di buone pratiche e innovazioni rivolte agli operatori. In caso contrario, prodotti pur validi da un punto di vista tecnico e scientifico rischiano di non avere efficacia comunicativa, riducendo quindi la diffusione dell’innovazione. Per questo motivo, il Centro Ricerche Produzioni Animali-Crpa scpa ha deciso di sperimentare un approccio innovativo alla divulgazione con il progetto Pangiabi – Procedure illustrate rivolte a operatori di origine straniera per la gestione dell’allevamento di bovine da latte, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del tipo di operazione 1.2.01 – Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione, Focus area 3A.
Il progetto ha previsto la creazione e la diffusione di un set di dieci schede informative illustrate e facilitate, contenenti procedure e raccomandazioni per operatori di stalla di bovine da latte. Le schede, che saranno disponibili gratuitamente sia in formato cartaceo che digitale, sono state concepite per essere fruibili anche da lavoratori a basso livello di scolarizzazione e/o di origine straniera, con un’attenzione particolare alla comunità Sikh; le informazioni sono state semplificate e rese accessibili ricorrendo alla mediazione linguistica e alla comunicazione visuale.

 

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Le schede informative

Nonostante il contenuto delle schede sia semplificato, il processo di redazione delle informazioni è stato svolto con un rigoroso approccio tecnico-scientifico. La scelta delle tematiche, nonché delle soluzioni tecniche più adatte, si è svolta in due fasi: nella prima fase, ricercatori e ricercatrici del Crpa hanno svolto una analisi bibliografica, includendo anche i risultati dei Gruppi Operativi per l’Innovazione, finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 dell’Emilia- Romagna, e delle reti tematiche europee a cui Crpa ha partecipato.
Nella seconda fase, il materiale raccolto è stato selezionato e organizzato coinvolgendo un advisory board composto da esperti agronomi, zootecnici, mangimisti, tecnici di mungitura, veterinari e allevatori. L’obiettivo di questa seconda fase era infatti selezionare, tra le molte informazioni raccolte, quelle più importanti da divulgare.
Per ciascuna pratica o fase operativa, identificata e raggruppata in sessioni di analisi, è stato svolto un risk assessment in cui gli esperti sono stati chiamati a esprimersi con un punteggio sulla probabilità di errore dell’operatore, ossia la frequenza con cui una certa procedura viene applicata non correttamente, e sull’impatto che l’esecuzione errata di tale procedura può avere sull’allevamento in termini di salute degli animali, qualità della produzione, redditività ecc.

 

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Figura 1 - Esempio di risk assessment tratto dalla sessione: routine di mungitura

 


Dopo ciascuna sessione è seguita una discussione su quali fossero le raccomandazioni più importanti da rispettare. Sulla base di questa analisi condivisa sono state definite le procedure prioritarie da divulgare e sono state redatte le schede in formato testuale, riassumendo le procedure in brevi istruzioni facilmente comprensibili.
Successivamente, le istruzioni sono state tradotte e illustrate da un disegnatore professionista e organizzate in dieci schede. Una prima versione delle illustrazioni e dei testi è stata condivisa in un focus group con allevatori e operatori di origine straniera, per valutare l’efficacia del materiale per i fruitori finali, in termini di chiarezza e comprensibilità dei contenuti. Tenendo in considerazione i feedback raccolti dal focus group, si è quindi proceduto alla stesura definitiva delle schede. Ogni scheda illustrata affronta una specifica tematica legata alla corretta gestione e conduzione dell’allevamento da latte; le procedure descritte nelle schede sono corredate da disegni e da brevi testi in italiano, inglese e punjabi.

 

Le procedure illustrate

Routine di mungitura. La mungitura rappresenta il lavoro più delicato e impegnativo che deve essere svolto in un allevamento da latte; errori commessi a questo livello possono generare problematiche rilevanti a carico degli animali e della produzione (qualità e quantità di latte), nonché stress e affaticamento per gli operatori.
La routine di mungitura illustrata nella scheda, rappresentata da sei azioni in sequenza, è quella consigliata nella maggioranza dei casi, ma se i capezzoli sono molto sporchi è preferibile eseguire una rapida pulizia che preceda il controllo dei primi getti di latte.
Igiene delle mani. Questa procedura è alla base della sicurezza sanitaria dell’allevamento, perché l’operatore può essere involontariamente uno dei principali responsabili della diffusione di malattie da animali malati ad animali sani. L’utilizzo di guanti a perdere è sempre consigliabile, anche per garantire una maggiore protezione delle mani dell’addetto.
Igiene nella stalla a cuccette. ll mantenimento di un elevato standard d’igiene nelle aree di stabulazione è fondamentale per garantire benessere e salute alle bovine ospitate in stalla e per permettere la produzione di un latte di elevata qualità. L’area di riposo, in particolare, merita attenzione perché in essa l’animale dovrebbe trascorrere molte ore della sua giornata tipo (circa 12 ore per una vacca in lattazione). La scheda illustra la procedura per l’igiene dell’area di riposo a cuccette, perché questo tipo di stabulazione è il più diffuso per le vacche da latte, ma ovviamente l’igiene è altrettanto importante per le zone di riposo a lettiera permanente, a lettiera inclinata e a lettiera lavorata (compost barn). Nel caso delle lettiere permanenti risultano decisivi il regolare apporto di lettime fresco, l’asportazione completa della lettiera esausta e il rispetto della superficie attribuita al singolo capo (da 7 a 10 m2/vacca).
Pulizia degli abbeveratoi. L’acqua è fondamentale per la vita e per la produzione di latte; il consumo di acqua può aumentare considerevolmente passando dall’inverno all’estate, al punto che una bovina in lattazione può arrivare a bere fino a 200 l/d di acqua nella stagione più calda.
Negli allevamenti l’acqua di bevanda viene fornita in modo continuo tramite abbeveratoi automatici: i più diffusi sono gli abbeveratoi a vasca a livello costante, che permettono l’assunzione di acqua in modo naturale e anche a più animali contemporaneamente. Un aspetto spesso carente è proprio quello della pulizia degli abbeveratoi e del controllo frequente del loro funzionamento.
Assistenza al parto. Il parto è un momento rilevante nel ciclo produttivo della bovina, perché permette la nascita del vitello, che potrà diventare in futuro una vacca (rimonta), e consente l’inizio della lattazione, che è la ragione stessa dell’allevamento di questi animali. L’assistenza al parto deve essere discreta ma attenta, per non disturbare e innervosire la bovina in un momento così delicato; grande importanza, anche in questo caso, ha l’igiene del box parto (frequente aggiunta di paglia).

 

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Prime ore di vita del vitello. Dopo il parto si devono dedicare attenzioni al neonato, con particolare riguardo alla colostratura e all’igiene; fondamentale l’assunzione della prima dose di colostro entro le prime 6 ore di vita del vitello, con almeno 4 l nelle prime 12 ore, perché importanti ricerche hanno dimostrato che tale procedura riduce la mortalità nei primi giorni di vita e può avere un positivo effetto sulla produzione di latte della futura vacca.
Igiene nei box dei vitelli. Nelle prime settimane di vita, i vitelli sono spesso allevati in box individuali di diversa tipologia e con differente collocazione. Questi box, in genere prefabbricati e acquistati da ditte specializzate, richiedono un’accurata pulizia e disinfezione al termine dell’occupazione ed è consigliabile il loro riutilizzo solo dopo 48 ore dalla pulizia.
Assistenza delle bovine ferite o malate. Ogni allevamento dovrebbe essere dotato di strutture o locali specifici destinati a ospitare temporaneamente animali malati o feriti. Ciò è necessario per almeno tre buone ragioni: evitare o limitare il rischio di trasmissione di malattie infettive; permettere all’animale malato o ferito di mangiare, bere e riposare senza essere disturbato dagli altri animali del gruppo (difficoltà di competizione dell’animale non sano); consentire interventi più agevoli da parte dell’allevatore e del veterinario.
Lavorare in sicurezza. Il comparto zootecnico presenta un elevato rischio di infortuni sul lavoro; ciò è conseguenza delle numerose operazioni potenzialmente pericolose che devono essere svolte e del fatto che in molti casi gli addetti utilizzano macchine operatrici complesse, entrano in contatto con animali di grande mole, devono gestire effluenti, operano in ambienti aggressivi (presenza di gas tossici) e devono movimentare carichi rilevanti (rotoballe di fieno e paglia). Molto importanti sono l’abbigliamento adeguato, l’adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI) quando necessari, l’attenzione costante all’ambiente di lavoro e l’esecuzione delle attività nei tempi adeguati (la fretta deve essere evitata).
Muovere le bovine. La bovina adulta può raggiungere una massa corporea rilevante, fino a 700-800 kg; questo dato è già sufficiente per comprendere la pericolosità potenziale dell’operare con e fra questi animali. Ovviamente, il livello di sicurezza sul lavoro dipende molto dalle dotazioni della stalla, ad esempio dalla predisposizione di idonee vie di fuga, di rastrelliere autocatturanti e di box di isolamento con dispositivi di contenzione dell’animale. Nella movimentazione, però, ha importanza anche l’approccio dell’operatore e soprattutto il suo modo di agire nei confronti dei bovini, con attenzione nell’evitare l’utilizzo sistematico di bastoni per colpire gli animali o le urla per incitarli.

 

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Conclusioni

Le schede del progetto Pangiabi sono disponibili in versione cartacea e digitale: sono state stampate 1.000 copie in formato A3 plastificato, adatte per essere appese nei locali dove avvengono le diverse operazioni di stalla illustrate. Le schede sono gratuite e possono essere richieste direttamente al Crpa inviando una mail ad a.poluzzi@crpa.it; verranno inoltre messe in distribuzione a Reggio Emilia presso le sedi di Dinamica e delle principali organizzazioni professionali agricole.
Le schede possono anche essere scaricate in formato pdf dal sito (vedere primo QR code qui sotto). Per promuoverne ulteriormente la diffusione delle procedure illustrate sono stati prodotti anche dei brevi video-reel adatti per la diffusione sui social e sugli smartphone (vedere secondo QR code qui sotto), nonché un video riassuntivo (vedere terzo QR code qui sotto) che può essere adottato come materiale formativo.
Infine, tutti i prodotti di comunicazione del progetto sono stati presentati in un’iniziativa finale presso il Gurdwara Singh Sabha, tempio della comunità Sikh a Novellara (Re), occasione importante per riconoscere l’importanza fondamentale che i lavoratori di origine straniera rivestono nel mantenere in vita le produzioni e le tradizioni agroalimentari dell’Emilia-Romagna, ribadendo la necessità di promuovere processi virtuosi di accoglienza e integrazione per rafforzare il tessuto socio-economico del Paese.

 

di Andrea Porcelluzzi e Paolo Rossi – CRPA scpa, Reggio Emilia

 

Per scaricare le schede in pdf:

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Per visualizzare i video reel:

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Per vedere il video riassuntivo:

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