La Regina della Val di Fosse

Gestione mandria

La Regina della Val di Fosse

Avete mai pensato al giro d’affari che gira intorno alle malghe e ai pascoli d’alta quota? Un sistema in cui tutti vincono e dove razze di montagna come la Grigio Alpina fanno la differenza, tutelando un ambiente delicato ed unico al tempo stesso

 

Avete idea di quanto “bene” alla collettività possa fare una vacca al pascolo in montagna? Tantissimo. Aiuta l’ambiente, preserva il territorio, crea lavoro, fa girare l’economia locale, abbellisce il paesaggio e utilizza a fini produttivi risorse che altrimenti sarebbero sprecate.
Per capirlo meglio siamo andati in Val di Fosse (Pfossental), valletta laterale della più celebre Val Senales, in provincia di Bolzano. Luogo di una bellezza inaspettata perché inizia stretta e un po’ oscura, prima di aprirsi a ventaglio, chiusa a est da montagne alte più di 3.000 metri che la separano dalla Val Passiria, meta raggiungibile a piedi o in mountain bike, facendo magari sosta al rifugio Petrarca (2.875 mt. slm).

Per arrivare ai pascoli alti dove il pastore Franz Schaffler porta gli animali a lui affidati ci si incammina dal parcheggio della pensione Jägerrast (www.jaegerrast.com), che accoglie il visitatore con una piccola stalla di Frisone e un altrettanto piccolo caseificio dove Richard Kofler produce ancora oggi ottimi formaggi a chilometro zero. Un’oasi di pace con un ottimo ristorante e un orto che potrebbe competere in gare internazionali di giardinaggio, tale è la semplice bellezza del maso Voderkaser.

 

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L’orto-giardino della pensione Jägerrast, un piccolo capolavoro di bellezza naturale

 

Ambiente non facile

Poi si prende il sentiero che si snoda lungo tutta la valle e si sale dolcemente verso la nostra meta, ma non senza aver prima incontrato la malga Rableid (www.rableidalm.com), con le sue Grigio Alpine, un piccolo caseificio e l’accoglientissimo ristoro. Non fatevi ingannare dalla tranquillità che si respira qui, perché la malga è stata totalmente distrutta da una slavina nel 1986, per essere poi ricostruita identica al passato, tornando ad essere una perfetta destinazione per una merenda o una sosta gourmet prima di riprendere il cammino.
A presidiare la malga sono Stefan, allevatore, casaro nonché chef, e Heidrun (Heidi per gli amici) Rechenmacher.

 

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La malga Rableid è stata distrutta da una valanga nel 1986 e ricostruita nello stesso stile

 

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Stefan, allevatore di Grigio Alpina, casaro e patròn insieme a Heidi Rechenmacher della malga Rableid

 

È grazie a loro che questo maso vive ancora, dopo un’esistenza secolare iniziata nel XIII secolo, prima di essere abbandonato nel 1876. Poche vacche, sempre al pascolo da giugno a fine settembre, grande spazio ai prodotti locali, una cucina tipica che guarda alla sostanza e la possibilità di dormire nelle deliziose camerette a disposizione degli ospiti.

 

Business d’alta quota

Il punto di incontro con il pastore Franz è ancora più avanti, nel punto in cui la valle si apre e dove sorge la malga Eishof (www.eishof.com), a 2.076 metri, uno dei più alti alpeggi della Senales, in cui si viveva tutto l’anno sino al 1897. Nel 1973 un incendio distrugge la malga, ricostruita bella come prima nel 1981 e oggi gestita da Hannes e dalla sua squadra multietnica di giovani, che, quando c’è il sole, accoglie e rifocilla centinaia di persone al giorno, sempre con il sorriso in viso.

 

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La bella squadra della malga Eishof: sapori classici ma anche tanta innovazione

 

Menù di montagna, ma interpretato con la giusta innovazione. Grande attenzione per i colori dei piatti, stoviglie mai banali nella forma e nelle finiture, provenienza delle materie prime indicata nel menù. Siamo in malga, ma è una malga 2.0, dove c’è anche spazio per i cocktail e per la cucina vegetariana, con un taglio diverso dalla classica offerta alpina e dove i tradizionali Lederhosen vivono in perfetta armonia con i pantaloni larghi e dal sapore un po’ freak dei ragazzi che servono ai tavoli. Si respira una bella atmosfera, immersi nel Parco del Tessa. Che altro chiedere?
A fianco della malga una grande stalla, sopra la quale vive Franz Schaffler, pastore per vocazione e profondo conoscitore dei pascoli della Pfossental. Lo aiutano nel suo lavoro due selezionatissimi Border Collie a cui manca solo la parola, che lo guardano in adorazione, in attesa che Franz dia loro qualche comando da eseguire, prima di schizzare su per la montagna ad una velocità impressionante.

 

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Franz Schaffler, pastore e appassionato allevatore di Border Collie. Per gestire al meglio la mandria a lui affidata va a controllare i pascoli due volte al giorno


Gli stessi animali con cui Schaffler gareggia in tutta Europa nei vari campionati per cani da pastore, disciplina che lo vede sempre nella parte alta delle classifiche.
Gli allevatori della zona si affidano a Franz per portare in malga il proprio bestiame e nella stagione di monticazione 2024, il pastore ha avuto in gestione 150 bovini, per la maggior parte di razza Grigio Alpina, 250 capre di razza Passeirer Gebirgsziege (capra della Passiria), 200 pecore di razza Schnalserschaf (pecora della Val Senales) e una ventina di cavalli Aveglinesi.
Si carica la malga a metà giugno, per scendere poi a fine settembre. Ogni allevatore paga una cifra variabile al pastore in funzione dell’animale che gli darà in gestione per i mesi estivi: sono circa 160 euro per cavallo, 55 per vacca adulta, 8 euro per capra o pecora. Di tutto il resto si occuperà Franz, che due volte al giorno fa il giro dei pascoli, rimette in sicurezza gli animali che si sono spinti troppo in alto o che sono andati in zone pericolose, sistema le recinzioni elettriche e periodicamente distribuisce sale pastorizio per bilanciare l’alimentazione.

 

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Thomas Ploner, un viso noto agli allevatori di Grigio Alpina e grande esperto della razza

 

Il ruolo della Grigio Alpina

“La Val di Fosse è conosciuta da sempre per la qualità del suo foraggio - ricorda Thomas Ploner, l’esperto della Grigio Alpina, per lunghi anni in forza all’associazione di Razza, che ci accompagna nel nostro giro – e per questo è molto apprezzata dagli allevatori. Sono pascoli “grassi” e si ha la certezza che quando gli animali scenderanno avranno una forma fisica invidiabile, pronti per affrontare i mesi di stalla senza problemi. La Grigio Alpina è perfetta per questa realtà e le sue caratteristiche di ottima pascolatrice, con un piede robusto e perfetto anche per i pascoli alti la rendono ideale per la vita in quota e Franz lo può testimoniare. Il fatto poi di avere più specie diverse permette un utilizzo ottimale della malga e delle sue risorse foraggere, purchè il pastore sappia far ruotare gli animali nel modo giusto, spostandoli in modo da non sfruttare troppo il pascolo e permettere che l’erba ricresca in maniera corretta prima che sia monticata di nuovo”.
Quest’anno le abbondanti piogge hanno permesso una stagione di pascolo lunga e ricca e non si vede in giro un animale magro. I primi a lasciare la malga sono stati i cavalli, poi gradualmente anche tutti gli altri.

 

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Non c’è pendenza che possa fermare la Grigio Alpina

 

Tradizioni e territorio

E si è fatto festa, perché da queste parti le tradizioni sono ancora importanti e scandiscono il tempo dell’anno. Ma è anche un modo per catalizzare l’attenzione degli ultimi turisti, far girare ulteriormente l’attività dei ristori e creare reddito. Un sistema rodato da secoli che permette alla Val di Fosse di restare bella, curata come un giardino, pronta ad ospitare una fauna che non è certo solo quella zootecnica, ma comprende anche rane, anfibi, marmotte, scoiattoli e camosci.
Senza la Grigio Alpina il paesaggio non sarebbe più lo stesso, il pastore Franz non troverebbe alcun interesse a venire quassù, i casari locali non farebbero più formaggio e il delicato ambiente della montagna non sarebbe presidiato con la stessa premura. La prossima volta che andate in malga fateci un pensierino…