Stabulazione in coppia dei vitelli, semaforo verde dal Crpa

Gestione mandria

Stabulazione in coppia dei vitelli, semaforo verde dal Crpa

Presentati i risultati finali del progetto di ricerca “Two is better” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. L’alternativa “cage free” è tecnicamente percorribile, ma comporta maggiori costi gestionali

 

End the cage era”, metti fine all’era delle gabbie. È questo il nome della petizione popolare completata con 1 milione e mezzo di firme certificate che nel 2022 ha definitivamente indotto la Commissione europea a rinnovare l’ormai vetusta normativa Ue in materia di benessere dei vitelli, risalente al 2008.

E alla luce del recente parere dell’Efsa, sembra proprio che l’epoca della stabulazione dei vitelli lattanti in gabbietta singola sia ormai agli sgoccioli. Ma le alternative “cage free”, tra cui ad esempio la stabulazione in coppia, sono realmente sostenibili dal punto di vista tecnico ed economico nei nostri allevamenti? Una risposta complessivamente affermativa proviene da “Two is better”, il progetto di ricerca di durata biennale che è stato finanziato dal Psr 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna – capofila il caseificio Bio Sant’Anna di Anzola Emilia (Bo) e consulente scientifico la Fondazione Crpa – i cui risultati conclusivi sono stati presentati a fine giugno, in occasione del webinar “Vitelli in coppia con o senza separazione tardiva: una soluzione percorribile?”.

 

Triplice obiettivo

Tre in particolare, gli obiettivi specifici del progetto: conoscere l’opinione dei “portatori di interesse” sulla stabulazione in coppia dei vitelli lattanti e sulla separazione tardiva, conoscere le modalità di allevamento dei vitelli da latte più diffuse in regione e infine valutare la fattibilità in campo delle soluzioni “cage free”, rappresentate appunto dalla stabulazione in coppia preceduta o meno dalla separazione tardiva del vitello dalla madre.
Quanto al primo punto, i risultati sono presto detti: metà degli addetti ai lavori interpellati (allevatori, veterinari e tecnici di stalla) si è detta favorevole alla stabulazione in coppia (soprattutto come fase di passaggio al box di gruppo), mentre il 71% si è dichiarato contrario alla separazione tardiva del vitello, principalmente per le difficoltà nel valutare il consumo di colostro e di latte.
Relativamente alle tipologie di allevamento più diffuse in Emilia Romagna, l’indagine conoscitiva condotta dalla Fondazione Crpa su un campione di 37 aziende agricole ha evidenziato che nel 67% dei casi i vitelli vengono separati precocemente dalla madre per venire poi allevati nei box individuali e successivamente nel box di gruppo (quest’ultima fase manca in un altro 23% dei casi, dove lo svezzamento viene ultimato nel box singolo); solo in 2 allevamenti su 37 i ricercatori si sono imbattuti nella separazione tardiva e in un singolo caso alla separazione tardiva faceva seguito direttamente l’allevamento in box collettivo.

 

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Se la stabulazione in coppia è preceduta dalla separazione tardiva dalla madre, i benefici per il vitello possono essere aumentati, ma solo ponendo attenzione alla durata del contatto con la fattrice e alla gestione/progettazione del box parto

 

Prove di campo

Interessanti, infine, gli esiti delle prove di campo condotte in due grandi allevamenti (800 capi il primo, 700 capi il secondo) afferenti al circuito della cooperativa casearia Bio Sant’Anna (Parmigiano Reggiano biologico). Una scelta dettata dalla necessità di disporre di un numero sufficiente di vitelli coetanei con cui popolare i box doppi e su cui condurre i test. Ebbene, come evidenziato dalla relazione di Marzia Borciani e Ambra Motta del Crpa, nei due cicli di prova (estate ’23 e inverno ’23-’24) sono state misurate le performance di crescita (incrementi di peso e di altezza al garrese), le condizioni sanitarie (incidenza di diarree, scoli nasali e oculari e trattamenti farmacologici) e le espressioni comportamentali (tempo dedicato al gioco, alle interazioni sociali, all’abbeverata e all’alimentazione, al riposo, ecc.) dei vitelli allevati in box singolo, mettendole a confronto con quelle rilevate nei vitelli allevati invece in coppia. Gli stessi parametri sono stati utilizzati anche per valutare cosa succede quando la stabulazione in coppia viene preceduta dalla permanenza del vitello insieme alla madre per 3-4 giorni nel box-parto di gruppo.
I risultati? Primo, i vitelli allevati in coppia presentano un maggior incremento ponderale medio giornaliero (qualche grammo in più al giorno, per pesare circa un quarto di chilo in più allo svezzamento), vantaggio che è riconducibile a maggiori consumi di mangime starter (i vitelli si imitano a vicenda), e che nella prova si è verificato anche nei vitelli separati tardivamente dalle madri e poi allevati in coppia. Altro aspetto decisamente interessante, è che questa tendenza a crescere di più si protrae anche nella successiva fase di allevamento in gruppo. Secondo, i vitelli allevati in coppia dedicano meno tempo al riposo, ma una volta inseriti nel gruppo riposano di più degli altri, perché sanno adattarsi con facilità ai cambiamenti.
È vero o non è vero che i vitelli allevati in coppia si ammalano di più? Le prove del Crpa non hanno evidenziato differenze per quanto riguarda lo stato sanitario delle coppie rispetto ai single. Il tema è controverso, perché le ricerche finora condotte a livello internazionale hanno dato esiti discordanti, ma è anche vero che la salute dei vitelli dipende da molteplici fattori che spesso esulano dalla modalità/ambiente di stabulazione in fase di pre-svezzamento (si pensi, ad esempio, all’importanza della colostratura).
Altrettanto interessanti, infine, le opinioni espresse dai ricercatori che hanno preso parte alla ricerca: la stabulazione in coppia – ha riferito innanzitutto Ambra Motta – risulta problematica nei piccoli allevamenti, dove è difficile abbinare vitelli coetanei, e d’altro canto allevare nello stesso box soggetti di età diverse comporta inevitabilmente elevati rischi sanitari. La separazione tardiva è praticabile, ha poi osservato la ricercatrice, ma occorre porre attenzione fino a quando tenere il vitello sotto alla madre: oltre i 3 giorni di vita del vitello è un pratica stressante. Last but not least, l’allevamento dei vitelli “cage free” comporta un’aumentata necessità di manodopera, e questo ha un impatto sui costi gestionali.

 

Costi a confronto

Di seguito è stato Alessandro Gastaldo della Fondazione Crpa a riepilogare i risultati della ricerca internazionale effettuati in tema di fattibilità tecnica (vedi tabelle 1-2-3-4) e a proporre alla platea virtuale un confronto tra i due sistemi di stabulazione (box singolo/box doppio) per ciò che riguarda i costi di impianto e di mantenimento. In sintesi: i costi di investimento per singolo vitello sono sovrapponibili tra i due sistemi, ma i costi di gestione sono un po’ più elevati nella stabulazione in coppia proprio per l’aumentata necessità di manodopera finalizzata al controllo del consumo alimentare.

 

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Per quanto riguarda invece la separazione tardiva, la stabulazione con la madre nel box parto collettivo necessita di un investimento superiore rispetto all’impiego di un box ad hoc individuale (4.800 euro per capo vs 4.000), e ancora più onerosa è la stabulazione di più vitelli con una singola balia in box individuali (necessariamente più ampi). In questi ultimi sistemi il risparmio di manodopera impiegata nelle operazioni di colostratura e di preparazione/distribuzione del latte viene compensato dall’aumentata necessità di manodopera per controllare i consumi alimentari dei vitelli e per pulire le lettiere dei box (soprattutto quando i box parto collettivi ospitano diverse coppie di madri con vitello).