In Irlanda per riscoprire il valore del pascolo

Il gruppo degli allevatori italiani e dei ricercatori del Crpa insieme all’allevatore Ian McClelland di Banbridge durante la rituale consegna di una punta di Parmigiano Reggiano

Gestione mandria

In Irlanda per riscoprire il valore del pascolo

Nell’ambito del progetto “Resilience 4 Dairy”, un gruppo di allevatori italiani ha visitato insieme a colleghi europei alcune stalle fra Dublino e Belfast. Realtà diverse che però fanno riflettere sul significato di sostenibilità


Le sfide che gli allevatori sono chiamati ad affrontare nei prossimi anni sono davvero globali e richiedono un approccio  flessibile e aperto a nuove soluzioni. Per arrivare a questo traguardo c’è bisogno di un confronto continuo e di uno scambio di idee con gli altri allevatori, anche se apparentemente la loro realtà produttiva è lontana da quella nazionale.
Il progetto Ue “Resilience 4 Dairy”, che vede come referente italiano il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, è nato proprio con lo scopo di promuovere lo scambio di esperienze fra gli allevatori europei, per trovare insieme le soluzioni ai piccoli e grandi problemi che interessano il settore. Con questo spirito, allevatori provenienti da una dozzina di Paesi europei si sono ritrovati in Irlanda e in Irlanda del Nord per scoprire come una zootecnia basata sul pascolo stia affrontando il tema della sostenibilità, sia ambientale che economica. Tre giorni di visite in stalla e nei principali centri di ricerca del Paese per toccare con mano le aspettative e le soluzioni proposte dagli enti governativi che si occupano (molto concretamente) di allevamento.
Un appuntamento a cui non hanno voluto mancare anche alcuni degli allevamenti pilota italiani aderenti al progetto “Resilience 4 Dairy”, vale a dire Kristian Minelli (Mn), Enrico Dadati (Pr), Saverio Delsante (Pr) ed Enzo Marcolin (Vi).

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In molti allevamenti le vacche percorrono anche un paio di chilometri per andarsi a far mungere

 

Il sistema produttivo irlandese


Vedere con gli occhi di un allevatore italiano come è impostata la produzione di latte in Irlanda non lascia indifferenti, perché il regime estensivo utilizzato nell’isola non richiede investimenti così massicci come da noi. Non è un caso che nelle stalle visitate il livello delle strutture sia ben lontano da quello della Pianura Padana perché gli animali sono sempre al pascolo e gli unici momenti in cui hanno bisogno di un ricovero sono quelli in cui si concentrano i parti, il cosiddetto “spring calving” (letteralmente parto primaverile).

La gestione è minimalista: le vacche vanno al pascolo, quando è l’ora della mungitura si incamminano verso il centro aziendale in fila ordinata, consumano la loro razione di concentrato, tornano al pascolo e così via, un giorno dopo l’altro. I parti?  Ovviamente tutti concentrati nei mesi invernali, periodo di superlavoro nelle stalle visto che gli allevatori di grosse realtà si  trovano a dover fronteggiare anche 300 parti in 45 giorni e non vorremmo essere nei loro panni. I ricoveri per il bestiame? Semplicissimi, privi di ventilazione, vecchiotti, ma perfetti per la realtà irlandese. L’importante è che la sala mungitura funzioni bene e nel nostro tour abbiamo visto modernissime giostre, nonché mandrie al pascolo dotate dei più sofisticati sistemi per misurare calori e ruminoattività. L’attitudine mentale dei colleghi irlandesi? Spendere poco, meccanizzazione ridotta al minimo (trattori di 15-20 anni, botte per i liquami, spandiconcime e poco altro), ampio uso dei terzisti e minimo ricorso ai mangimi concentrati. Il prezzo medio del latte? All’inizio dell’estate era di circa 48 centesimi (Iva inclusa) con premix di +4 centesimi per la proteina e +1,5 centesimi per il grasso. Costo di produzione attorno ai 25 centesimi. Fate voi i cont di chi guadagna di più fra noi e loro.

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Tutta la tecnologia e l’innovazione è concentrata in sala mungitura, ma sempre all’insegna della massima funzionalità


I vitelli valgono poco o niente anche perché avere in tutto il Paese i parti concentrati in un paio di mesi causa un picco dell’offerta con un conseguente crollo del prezzo. Al massimo i cross Frisona x Angus spuntano un centinaio di euro, mentre per gli incroci Frisona x Jersey o per la Frisona in purezza il mercato è “ribassista”. In linea di massima in Irlanda si munge da febbraio a novembre, poi tutta la mandria in asciutta e si entra nel periodo dei parti, che vede la partecipazione di tutte le forze lavorative aziendali, dai bambini ai nonni. Gli allevatori lo descrivono come un delirio, ma sono anche consapevoli che negli altri mesi la vita non sia poi così stressante e che ci sia sempre un pub a portata di mano.

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Sia l’allevamento da carne che da latte si svolge al pascolo per la maggior parte del ciclo produttivo

 

Testimonianze di campo


Az. Krisma Holsteins - San Benedetto Po (Mn)
“Tre giorni sicuramente intensi vissuti con la curiosità di un bambino. Resilience 4 Dairy è un progetto interessante e soprattutto stimolante nella sua visione. La trasferta irlandese sicuramente mi ha lasciato tante certezze e altrettanti dubbi. Tra le certezze ci sono sicuramente la parola “allevare” dove l’utilizzo del pascolo offre visioni e spunti sull’ottimizzazione e la riduzione dei costi di produzione. Altra certezza che viaggiare e confrontarsi con colleghi è il modo migliore per crescere e migliorarsi.

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Tra i dubbi ci sono gli scenari ai quali dovremo inevitabilmente fare i contri nei prossimi 10 anni. Sicuramente il nord Europa presserà per trasferire un modello più “sostenibile” ma difficilmente applicabile da noi. Alto dubbio è come riuscire a trasmettere al consumatore che il modello intensivo attualmente in essere non è il diavolo, anzi! Non nascondo che la comunicazione sarà una sfida fondamentale per il nostro futuro e perdonami la battuta......se fossi stato un comune ignorante in materia di zootecnica (lo sono ancora tanto per certi versi), sarei tornato con la convinzione che il pascolo dovrebbe essere una condizione “sine qua non” per l’allevamento bovino.” Tradotto: un’immagine parla più di mille ricerche scientifiche.

 

Viaggio in 3 puntate


Sono troppi gli spunti emersi dalle visite in Irlanda per essere contenuti in un solo articolo. Ecco perché abbiamo diviso il reportage in 3 puntate. Nel prossimo articolo (Allevatori Top 10/2022) parleremo in dettaglio della gestione della mandria al pascolo e delle attività condotte nei centri di ricerca Irlandesi, mentre nel terzo (Allevatori Top 11/2022) approfondiremo gli aspetti più agronomici della gestione del pascolo.

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Resilience for Dairy (R4D) ha ricevuto il finanziamento dell’Unione Europea N° 101000770 nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020

 

Approfondimenti


Per ogni informazione sul progetto Resilience 4 Dairy l’indirizzo è www.resilience4dairy.eu o è possibile contattare il Crpa, coordinatore delle iniziative in Italia all’indirizzo www.crpa.it