Separazione dalla madre, nuove regole in arrivo?

Gestione mandria

Separazione dalla madre, nuove regole in arrivo?

L’Efsa ha realizzato una prima bozza di Opinione sul benessere dei vitelli, che una volta riveduta e corretta verrà trasmessa a Bruxelles, in vista di una futura normativa ad hoc

 

Nell’ambito della strategia Farm to Fork, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA – European Food Safety Autority) ha ricevuto l’incarico dalla Commissione europea di produrre una serie di pareri scientifici sul benessere animale che fungessero da base scientifica per future proposte legislative. All’interno di questo incarico, EFSA ha realizzato nel 2022 una prima bozza di parere scientifico sul benessere dei vitelli (draft Scientific opinion on the protection of calves) che è stata resa disponibile per la consultazione pubblica.
All’interno di questa opinione viene sintetizzata la valutazione scientifica svolta dagli esperti di EFSA sulle seguenti problematiche di benessere dei vitelli:
• l’allevamento a carne bianca;
• la separazione precoce dalla madre.

In seguito alla consultazione pubblica, il contenuto di questa bozza potrà essere soggetta a modifiche. Si prevede che la versione finale del parere scientifico sarà adottata dal gruppo di esperti scientifici EFSA sulla salute e sul benessere degli animali entro marzo 2023. Il parere finale verrà successivamente trasmesso alla Commissione in vista di una futura normativa e pubblicato entro la primavera del 2023. All’interno della bozza il benessere dei vitelli da latte e i rischi associati a un legame limitato tra vacca e vitello viene affrontato nello Scenario specifico 3.

 

Comportamento naturale

In natura la vacca si separa dalla mandria prima del parto e rimane in questa condizione anche nei primi giorni dopo la nascita del vitello, rimanendo il suo unico partner sociale durante i primi giorni di vita, periodo nel quale si stabilisce il loro legame. Si ritiene che entro i quattro giorni successivi al parto, il legame vacca-vitello sia completamente consolidato (Stehulova et al., 2008). Dopo il periodo di isolamento, la vacca e il suo vitello si ricongiungono alla mandria e il vitello inizia a interagire con i vitelli della stessa età, oltre al contatto continuo con la madre, che rimane il principale partner sociale per le prime settimane di vita, fornendo cure materne come l’allattamento, il leccamento, il gioco e l’opportunità di apprendimento sociale (Jensen, 2011). La vacca continua ad allattare il proprio vitello fino a 8-12 mesi e, generalmente, poco prima della nascita del vitello successivo (Bouissou et al., 2001). La durata del contatto tra vitello e madre diminuisce con l’età del vitello, in quanto il numero di poppate si riduce, ma quando vengono tenuti insieme, il vitello rimane un partner sociale preferenziale della madre anche dopo lo svezzamento e la nascita di un nuovo vitello (Veissier et al., 1990) e alcune coppie si riconoscono anche dopo essere state completamente separate dopo lo svezzamento per più di 2 anni (Wagner et al., 2012).

 

Allevamento convenzionale

L’attuale normativa vigente sul benessere dei vitelli (Direttiva 2008/119/CE) non richiede alcun contatto tra vacca e vitello, limitandosi a richiedere che i vitelli ricevano colostro bovino entro 6 ore dalla nascita. La pratica largamente diffusa negli allevamenti bovini da latte consiste nella separazione di vacche e vitelli subito dopo la nascita, anche se esistono sistemi alternativi che consentono il contatto con la madre o con una vacca adottiva, detta balia. Si tratta di soluzioni che presentano alcuni vantaggi per il benessere e la salute sia della vacca sia del vitello, ma risultano scarsamente diffuse e presenti soprattutto negli allevamenti biologici. Come noto, nell’allevamento convenzionale i vitelli vengono separati dalla madre immediatamente o poco dopo la nascita, stabulati in box individuali e alimentati dopo pochi giorni con latte intero pastorizzato.

Le motivazioni di questa separazione precoce citate dagli allevatori (Flower e Weary, 2003) sono le seguenti:
• ragioni economiche (raccolta di latte che altrimenti sarebbe consumato dal vitello);
• monitoraggio del consumo di latte (è più facile controllare che l’assunzione di colostro e latte da parte dei vitelli sia adeguata);
• prevenzione del disagio da separazione in una fase successiva (impedendo l’instaurarsi di un legame tra la madre e il vitello).
Un’altra ragione è la prevenzione della trasmissione verticale di alcune malattie infettive, quali salmonellosi e paratubercolosi (Rapporto FAWC, 2015). Tuttavia, per quanto riguarda la prevenzione della paratubercolosi, un’indagine sulle principali pubblicazioni scientifiche, eseguita da Beaver et al. (2019), non ha individuato prove a sostegno dell’efficacia della separazione immediata e ha osservato che la separazione precoce vacca-vitello non dovrebbe sostituire un’adeguata gestione dell’igiene e della pulizia nella zona parto.

igloo.JPG

Con la separazione precoce e la stabulazione in box individuali, i vitelli sperimentano lo stress da isolamento, ma si presume che non soffrano di stress da separazione

 

Separazioni tardive e balie

La separazione “tardiva” fra madre e vitello può variare in base a uno o più dei seguenti aspetti (Sirovnik et al., 2020; Eriksson et al., 2022):

• la durata del contatto (da alcuni giorni a settimane o addirittura mesi);
• il numero di ore giornaliere del contatto (tempo pieno, mezza giornata, brevi periodi poche volte al giorno);
• il tipo di contatto fisico consentito (contatto completo con suzione del latte oppure contatto parziale).
In alternativa, è possibile separare rapidamente il vitello dalla madre e assegnarlo a una vacca adottiva, detta anche balia, che non viene munta e che viene destinata ad allattare alcuni vitelli (fino a un massimo di 4), che possono essere tutti estranei o comprendere anche il figlio della balia. Anche in questo caso esistono differenze relative, in particolare, al tipo e alla durata del contatto.

Il sistema con la balia presenta vantaggi in termini di benessere animale rispetto all’allevamento convenzionale, poiché il vitello ha contatti con altri vitelli e vacche adulte e può mettere in atto un comportamento naturale relativo all’allattamento. Tuttavia, i vitelli affidati alla balia possono ricevere meno cure “materne” rispetto a quelli allevati dalla madre e la loro crescita risulta strettamente correlata al numero di vitelli dati alla balia e alla sua produzione di latte (Johnsen et al., 2016).

 

Comportamenti anomali

L’incapacità di eseguire il comportamento di suzione è stata identificata come una delle conseguenze negative più rilevanti per il benessere di un vitello allevato con contatto limitato (o nullo) con la madre.
La suzione del latte nell’allevamento convenzionale è ridotta rispetto all’allevamento con separazione tardiva a causa di una durata di suzione di latte molto più breve. I vitelli con le madri succhiano 5-11 volte al giorno per 5-15 minuti per singola poppata (Fröberg e Lidfors, 2009). La fame prolungata è causata anche da una quantità di latte somministrata spesso inferiore a quella che i vitelli ingerirebbero se allattati dalla madre o avendo accesso al latte ad libitum (Barth, 2020).

Vitelli con contatto illimitato e accesso libero alla mammella hanno avuto un maggiore aumento di peso rispetto a vitelli allevati convenzionalmente, probabilmente a causa delle maggiori quantità di latte ricevute (Roth et al., 2009). In generale, il rischio di fame prolungata è considerato più elevato nell’allevamento convenzionale rispetto ai sistemi alternativi, ma ciò è strettamente legato alla corretta gestione e alle quantità di latte fornite ai vitelli. Questa fame, dovuta alla breve durata della suzione e alla scarsa quantità di latte, porta a comportamenti orali anomali, in particolare quando i vitelli non vengono alimentati con latte tramite una tettarella artificiale, dove possono continuare a succhiare.

In pratica, il loro comportamento di suzione viene reindirizzato verso oggetti, quali pareti divisorie e attrezzature (detta suzione non nutritiva), oppure, se disponibili, verso altri vitelli. Quest’ultimo caso, detto di suzione incrociata, è spesso diretto alla regione inguinale e, in particolare, allo scroto o alla pianta della mammella (Roth et al., 2008). Con la suzione incrociata la postura del vitello assomiglia a quella assunta durante la suzione della mammella e il vitello può avere comportamenti correlati alla suzione, quali le testate. La suzione incrociata e la suzione non nutritiva di oggetti sono considerati comportamenti anomali e reindirizzati che indicano una forte compromissione del benessere (Costa et al., 2016).

 

Stress da isolamento

Con la separazione precoce e la stabulazione in box individuali i vitelli sperimentano lo stress da isolamento, ossia stress e stati affettivi negativi dovuti all’assenza o al limitato contatto sociale con i conspecifici. Sebbene possa essere evitato tenendo i vitelli insieme a quelli della stessa età, lo sviluppo della competenza sociale (cioè il comportamento appropriato in una situazione sociale, ad esempio dimostrando un comportamento sottomesso nei confronti di un conspecifico più anziano) sembra essere più appropriato quando i vitelli sono allevati con la madre (Buchli et al., 2017).

Tuttavia, altri studi hanno dimostrato che l’allevamento sociale con altri vitelli è altrettanto efficace per lo sviluppo del comportamento sociale rispetto all’allevamento con la madre (Krohn et al., 1999; Duve et al., 2012).

vitelli.jpg

Alcuni studi dimostrano che la vita in gruppo con altri coetanei è altrettanto efficace per lo sviluppo del comportamento sociale rispetto all'allevamento con la madre

 

Stress da separazione

Quando la separazione tra vacca e vitello avviene dopo il legame, i vitelli possono sperimentare lo stress da separazione. Si presume che lo stress da separazione non si verifichi nei vitelli allevati in maniera convenzionale fin dal primo giorno di vita, perché la separazione avviene prima che il legame madre-vitello sia completamente formato (cioè a circa 4 giorni). Lo stress da separazione durante e dopo la separazione dipende dalla durata del contatto tra madre e vitello e dal metodo di svezzamento.

La risposta dei vitelli da latte legati alla separazione brusca all’età di 4-14 giorni è caratterizzata da irrequietezza e tentativi di ristabilire il contatto, espressi da un maggior numero di movimenti in piedi, dall’appoggiare la testa fuori dal recinto, da un maggior numero di comportamenti esplorativi come annusare le pareti e la lettiera e leccare le pareti rispetto ai vitelli separati alla nascita o entro 24 ore (Stehulova et al., 2008; Flower e Weary, 2001). Se vitello e madre rimangono insieme per 8-12 settimane, la separazione brusca rispetto al processo di svezzamento naturale porta a risposte del vitello caratterizzate da un aumento dell’attività e da richiami ad alta voce (Veissier et al., 2013; Johnsen et al., 2015).

Oltre all’età della separazione, altri fattori che influenzano lo stress da separazione sono il metodo di separazione e la coincidenza o meno con lo svezzamento dal latte. Nello svezzamento brusco, la separazione dalla madre e lo svezzamento dal latte avvengono contemporaneamente. Si ipotizza che minimizzare l’effetto di questi due fattori di stress attraverso uno svezzamento in due fasi, ossia consentendo ancora il contatto fisico, ma impedendo al vitello di succhiare, o uno svezzamento graduale (ossia riducendo progressivamente il tempo di contatto in diverse fasi fino alla separazione definitiva) riduca le risposte allo stress nei vitelli.

 

Svezzamento bifase

I risultati di uno studio condotto su vitelli da latte di 6 mesi separati dalla madre da un recinto hanno concluso che questi vitelli vocalizzavano circa la metà rispetto a quelli separati bruscamente; inoltre, mangiavano, camminavano e si sdraiavano tanto quanto gli animali di controllo tenuti con la madre. I vitelli separati bruscamente, invece, mangiavano e si sdraiavano meno e camminavano di più rispetto ai controlli e ai vitelli separati dal recinto (Price et al., 2003). Una tendenza simile è stata osservata in uno studio condotto su animali di 10 settimane: i vitelli a cui sono state applicate delle alette nasali per impedire la suzione per due settimane prima di essere separati dalla vacca adottiva vocalizzavano meno, camminavano meno e avevano una frequenza cardiaca più bassa dopo la separazione rispetto ai vitelli separati e svezzati simultaneamente (Loberg et al., 2008).

Tuttavia, le alette nasali possono causare lesioni al setto nasale in alcuni vitelli se lasciate per troppo tempo (Lambertz et al., 2015). Simili effetti positivi dei metodi di separazione in due fasi rispetto alla separazione brusca sono stati osservati anche nei vitelli più giovani; i vitelli da latte di 8 settimane con contatto fisico con la madre ma senza possibilità di succhiare, vocalizzavano meno ed erano meno vigili rispetto ai vitelli separati da una vera e propria parete divisoria (Johnsen et al., 2015). Infine, il contatto prolungato con la madre crea stati affettivi positivi. Le cure materne, infatti, comprendono il leccamento, l’allattamento e il gioco, comportamenti associati a stati affettivi positivi e a effetti fisiologici benefici (Waiblinger et al., 2020).

Gabbia x 2.JPG

Secondo l'Efsa il vitello dovrebbe essere tenuto con la madre per un minimo di 1-2 giorni e poi essere alloggiato con un altro vitello

 

Raccomandazioni finali

La bozza di Opinione EFSA sul contatto vacca-vitello si chiude con alcune conclusioni e con le seguenti raccomandazioni:
il vitello deve essere tenuto con la madre per un minimo di 1-2 giorni e poi essere alloggiato con un altro vitello. Questo migliorerebbe la situazione attuale, in cui i vitelli sono per lo più separati dalla vacca poco dopo la nascita e poi alloggiati individualmente;
il contatto prolungato vacca-vitello deve essere implementato sempre di più, visti i benefici per il benessere del vitello. In futuro, i vitelli dovrebbero avere un contatto con la madre durante tutto il periodo pre-svezzamento;
• Se il contatto prolungato con la madre non è possibile, si raccomanda un contatto prolungato con una vacca adottiva.

Il documento EFSA si conclude con l’indicazione che sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio come implementare questo contatto su scala più ampia e per identificare le opzioni migliori nella pratica.

di Alessandro Gastaldo - CRPA di Reggio Emilia