Fertilità al top

Gestione mandria

Fertilità al top

Eccoci a Quistello (Mn), ospiti di Alessandro Passerini, il giovane frisonista candidato 2021 e 2022 al prestigioso “Dairy Cattle Reproduction Council Award". Il suo segreto? L'apertura mentale e l'approccio "matematico" all'allevamento della vacca da latte

Non c’è trucco, non c’è inganno: tra ottobre 2020 e ottobre 2021, nelle stalle della Società agricola San Luigi delle famiglie Passerini e Preti, su 662 calori disponibili l’HDR è stato del 73% e il PR del 39%. E dal 29 marzo 2021 al 29 marzo 2022, su 228 gravidanze avvenute, solo 2 vacche si sono ingravidate oltre i 210 giorni. Ancora: dall’1 aprile 2020 all’8 marzo 2022, il CR medio delle vacche è stato del 52%, con valori molto costanti nel corso delle stagioni.

Non sono certo dati anonimi, quelli che ho potuto vedere di persona dal computer di Alessandro Passerini, sintonizzato sul gestionale Dairy Comp.

StallaAPass.jpg

Il latte prodotto dalle 250 vacche in mungitura viene trasformato in Parmigiano Reggiano

 

Del resto, a questo  performante allevamento da 250 vacche in lattazione del Mantovano a sud del fiume Po, in area di Parmigiano Reggiano, questi stessi numeri sono valsi due candidature consecutive da parte di Alta Italia al Dairy Cattle Reproduction Council che si tiene annualmente negli Usa. “Per me – sorride Alessandro – è già una vittoria”.

C’è da capirlo: a 34 anni di età, ma con alle spalle una decina di anni di lavoro in stalla, deve essere veramente una grandissima soddisfazione vedere il proprio allevamento inserito all’interno di una élite internazionale. E d’altra parte il merito di certe prestazioni è proprio tutto suo.

capannonex.jpg

La stalla costruita nel 2012 dove sono stabulate le vacche in mungitura. La produzione media giornaliera è intorno ai 37 litri per vacca, con il 90% di vacche gravide entro i 150 giorni

 

Un uomo solo al comando

"Quando abbiamo acquistato questo terreno – ci racconta infatti il padre Luca, ex suinicoltore – qui non c’era proprio nulla, soltanto terra e un fienile. I lavori di costruzione della prima stalla sono finiti a inizio 2012, e nel febbraio di quell’anno abbiamo iniziato a mungere, mentre il primo latte consegnato a Parmigiano Reggiano risale a giugno 2012, dopo il periodo di quarantena previsto per gli animali nati al di fuori del comprensorio. Alessandro ha iniziato a lavorare in stalla proprio in quel periodo, dopo aver rinunciato a tutt’altro genere di carriera professionale. Ma da allora l’ho sempre lasciato fare: io mi occupo di trovare il denaro per gli investimenti, e lui pensa alle Frisone”.

ufficiox.jpg

Alessandro Passerini è laureato in economia gestionale e prima del 2012 non si era mai occupato di zootecnia da latte

 

Quello che poteva dunque essere una partenza ad handicap, per Alessandro è diventato un punto di forza: ascoltando senza pregiudizi le dritte dei consulenti di fiducia e basando le proprie decisioni non su sensazioni, ma sui “freddi numeri”, come presumibilmente appreso nel corso dei suoi studi di economia gestionale, il “ragazzo” di strada ne ha fatta parecchia.

E dai primi, buoni risultati è venuto il carburante per continuare a migliorarsi. “Dal 2012 a oggi – concorda il diretto interessato – l’azienda è progressivamente cresciuta, sia dal punto di vista delle produzioni che delle performance riproduttive. Per ciò che riguarda la fertilità, un primo salto di livello è avvenuto nel 2016, quando abbiamo adottato i primi due robot di mungitura, e abbiamo iniziato a usare anche i sensori a collare per il rilievo dei calori. Contestualmente, abbiamo eliminato un paio di capi positivi all’IBR e soprattutto, su insistenza di un mio ex compagno di scuola che oggi ci dà una mano in qualità di buiatra, abbiamo esordito anche con i protocolli di sincronizzazione. Da allora, per tutto ciò che riguarda la ginecologia, insieme al nostro team di veterinari cerchiamo di essere molto pressanti e scrupolosi sulla mandria”.

Tutto vero, e a testimoniarlo sono i dati ottobre 2020/ottobre 2021: dopo un periodo di attesa volontaria di 72 giorni, a 90 giorni sono andate in porto 141 delle 228 gravidanze registrate nell’anno, altre 30 a 120 giorni, altre 35 a 150. E come dicevo prima, oltre i 210 giorni solo 2 vacche (su 228) sono rimaste vuote...

robotx.JPG

In azienda sono in funzione 4 stazioni di mungitura robotizzate, ma una cinquantina di capi vengono munti in sala (5+5)

 

Alimentazione e cow comfort

“Un altro passo avanti – continua Alessandro – risale a circa 3 anni fa: mungevamo 300 vacche e avevamo già raggiunto un P.R. medio annuale del 32%, ma analizzando i numeri del Dairy Comp, ci siamo accorti che producevamo meno latte di quanto avremmo potuto. A quel punto ci siamo affidati al nostro attuale alimentarista, che ha ottimizzato la razione unica delle vacche in lattazione, e da allora la produzione media giornaliera è aumentata di 4-5 litri per vacca. In pratica oggi produciamo lo stesso latte di allora, ma con 50 vacche in meno”.

Non solo: lavorando sull’alimentazione e sul benessere animale (leggasi, in primis, spazi procapite più generosi), anche la fertilità è ulteriormente migliorata: “per arrivare agli attuali 39% di pregnancy rate – continua infatti Alessandro – è stato fondamentale incrementare il benessere ruminale delle nostre vacche, che oggi, secondo quanto ci dice il software dei robot di mungitura, presentano 100 minuti di ruminazione media. Altro elemento a mio avviso di enorme importanza, è stato standardizzare la composizione e soprattutto il taglio del nostro unifeed. Il merito di questo va dato al nostro nuovo carro miscelatore 4.0, che tutti i giorni mi manda sul cellulare il report sul lavoro svolto dal carrista, mettendo in luce eventuali errori di tempi e di pesate”.

rimontax.JPG

La rimonta viene allevata in un capannone a se stante. Anche in questo reparto gli spazi non mancano

 

Vero imprenditore

A questo punto il discorso slitta sul ruolo dei collaboratori aziendali, e sull’attuale difficoltà a trovare manodopera seria e preparata. “Qui da noi – osserva Alessandro – si stenta ancora a credere che lavorare in campagna, oggi, sia esattamente come lavorare in un’azienda di qualunque altro comparto”. È certamente così, quando in cabina di regia c’è un vero imprenditore...