Dal vitello al toro, per una Piemontese sempre al top

Gestione mandria

Dal vitello al toro, per una Piemontese sempre al top

Il Centro Genetico di Carrù (Cn) riveste un ruolo essenziale nello schema selettivo della razza. L’obiettivo è individuare i soggetti più meritevoli di diventare tori per Inseminazione Artificiale

I caratteri legati alla produzione, quali accrescimento e muscolosità, presentano ereditabilità elevate, e le misura di questi caratteri in condizioni di allevamento omogenee, rappresentano un buon indicatore del loro valore genetico. I tori destinati alla Fecondazione Artificiale (FA), sono quindi facilmente valutabili attraverso la “prova di performance” in stazione. Situato a Carrù e gestito da Anaborapi, il Centro Genetico mette in prova oltre 200 vitelli all’anno, programmati o preselezionati attraverso la loro genealogia, per individuare i futuri riproduttori.

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I migliori vitelli maschi nati negli allevamenti in selezione possono competere per diventare i futuri riproduttori (Ph Anaborapi)

 

La scelta dei candidati

Premessa fondamentale è l’estrazione di un gruppo di coetanei al fine di limitare le differenze dovute all’età; ogni mese si classificano i vitelli appena nati secondo i loro indici genetici e per scegliere i candidati all’ingresso si applicano i seguenti criteri:

• devono avere almeno 4 generazioni di antenati noti;

• la consanguineità del vitello deve essere inferiore al 3%;

• la parentela della madre con i tori di FA disponibili deve essere contenuta;

• il padre del vitello non deve superare un certo numero di figli già testati in Centro Genetico.

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Il Centro Genetico qualifica 40-50 tori all’anno per la FA e oltre un centinaio per la monta naturale (Ph Anaborapi)

 

Gli accoppiamenti programmati

La strategia principale per ottenere tali requisiti è quella di programmare le nascite attraverso gli accoppiamenti tra i Padri di Toro e le cosiddette Madri di Toro, che sono gruppi di animali “di élite”, individuati settimanalmente dall’Ufficio Tecnico.

Questi accoppiamenti sono effettuati dai tecnici Anaborapi, sentiti gli allevatori proprietari delle madri di toro. Effettuate tutte le verifiche in azienda, un tecnico Anaborapi sceglie i soggetti più idonei all’inserimento in prova. Previa verifica dello stato sanitario degli allevamenti di provenienza, i 18 vitelli prescelti accedono al Centro a un’età media di 50 giorni per essere sottoposti a un periodo di quarantena e poi al “Performance Test”.

Le Madri di Toro (MdT) sono le bovine più interessanti per la produzione dei futuri tori da Fecondazione Artificiale e su queste si concentra l’attività di accoppiamenti programmati. Oggi le MdT sono circa 3.800, scelte sulla base del loro valore genetico, e distribuite in circa 1.200 allevamenti. Una MdT è una vacca o manza gravida, con almeno tre generazioni di antenati conosciute, senza difetti alla nascita. Attualmente, una MdT deve avere un indice allevamento di almeno 110 o un indice carne di 113 e una parentela massima del 4% con i Padri di Toro.

La scelta dei vitelli che entrano in Centro Genetico privilegia i figli delle MdT, ma va concessa una leggera elasticità per via dei criteri dinamici che, nel lasso di tempo tra la scelta del toro e il parto, possono portare una bovina ad entrare o uscire dal gruppo MdT.

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L’ingestione di alimento è un aspetto su cui il Centro Genetico sta lavorando per mettere a punto nuovi indici

 

Il “Performance Test”

Il trasferimento dagli allevamenti di nascita alla Stazione di Prova è mensile. Durante la quarantena, della durata di 3 mesi, avviene lo svezzamento, i vitelli vengono testati per tutte le malattie sotto controllo ufficiale e un laboratorio specializzato verifica la parentela tramite l’analisi di un campione biologico. Al termine della quarantena, 15 vitelli, dei 18 iniziali, sono trasferiti nelle stalle dove avvengono i controlli previsti dal protocollo di prova.

La razione è composta da una quantità predefinita di mangime da “allevamento” e da paglia a volontà, opportunamente quantificata. Questo sistema consente di stimare sia l’efficienza produttiva che l’emissione di metano e dovrà portare ad individuare gli animali che, a parità di produzioni, avranno una emissione inferiore di gas serra, dannosi per l’ambiente.

Per tutta la permanenza nel Centro, ciascun soggetto indossa un collare elettronico. Quando il vitello si avvicina all’alimentatore, questo lo riconosce e consente l’erogazione di una dose di mangime. Le dosi si susseguono fino ad un massimo giornaliero predeterminato in funzione dell’età e identica per tutti i coetanei dello stesso gruppo.

Inoltre, un sistema basato su sensori di movimento consente il monitoraggio continuo dell’attività motoria che può essere messa in relazione con aspetti comportamentali, situazioni di stress o eventuali problematiche connesse alla salute e al benessere degli animali.

 

I dati rilevati

Ai fini dell’indicizzazione finale, tutti i vitelli vengono pesati mensilmente, dai 2 ai 12 mesi di età, per un totale di 11 pesate. A fine prova, all’età di 12 mesi, i soggetti vengono anche valutati da una commissione di esperti. Oltre alla muscolosità, questi valutano anche altri tratti morfologici attraverso la descrizione dei caratteri funzionali. Su tutti i soggetti viene anche rilevata una serie di misure somatiche.

Tutte queste misure, insieme all’accrescimento e alla stima della taglia effettuata degli esperti, forniscono ad ogni torello l’indice genetico della taglia. Da alcuni anni vengono anche eseguiti dei test sulla docilità, poiché sempre più allevatori ne fanno uno dei criteri di scelta dei riproduttori da usare in azienda. Anche se la mansuetudine degli animali si acquisisce attraverso una corretta gestione degli stessi, avere animali predisposti geneticamente ad un’indole docile è molto conveniente sia per questioni di sicurezza per l’allevatore sia per un maggiore benessere per gli animali. Questo aspetto si traduce in produzioni migliori, crescita più rapida e maggiore facilità nello svolgimento delle operazioni a contatto con gli animali.

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Sempre più allevatori considerano la docilità un elemento decisivo nella scelta del toro

 

Le valutazioni finali

Al termine delle prove, grazie ad una regressione lineare, si calcola l’incremento giornaliero medio dei vitelli durante la prova. Questo dato viene poi trasformato, attraverso una elaborazione statistica, nell’indice genetico di accrescimento. L’accrescimento valutato in Centro Genetico in condizioni standardizzate, derivando da una serie di misure precise, è un carattere per il quale è molto facile evidenziare l’effetto genetico che ha sul fenotipo, e infatti la sua ereditabilità è superiore al 50%.

L’indice genetico di muscolosità deriva dalla descrizione dello sviluppo muscolare di 6 regioni dell’animale, distribuite sull’anteriore, sui lombi e sul posteriore, nonché dalla stima della finezza dello scheletro, che è strettamente legata alla resa al macello.

La valutazione della muscolosità, richiedendo l’intervento dell’occhio umano, è meno precisa di quella dell’accrescimento: infatti la sua ereditabilità si aggira sui 40%, valore comunque molto alto che consente la facile individuazione dell’effetto genetico nelle differenze tra individui. Aggiungendo gli indici genetici derivanti dal pedigree, come facilità di nascita e facilità di parto, si ottengono, per ciascun soggetto, gli indici genetici aggregati Carne e Allevamento. È da rilevare la recente l’introduzione degli indici genomici che vanno ad integrare gli indici pedigree dei parti.

 

Destinazione dei torelli in uscita

I torelli i cui indici raggiungono il valore soglia fissato periodicamente dall’Ufficio Tecnico Anaborapi, qualora il giudizio degli esperti sia stato positivo sono qualificati all’Inseminazione Artificiale. I soggetti sotto questa soglia vengono invece qualificati per l’impiego in Monta Naturale e messi a disposizione degli allevatori.

I torelli destinati alla monta naturale, anche se lievemente inferiori a quelli qualificati per la FA, vantano indici genetici di tutto rispetto e rappresentano un’alternativa valida per la diffusione dei migliori geni anche nelle aziende che, per scelta o per necessità, adottano la monta naturale. Infatti, numerosi torelli sono venduti ad acquirenti, sia italiani che stranieri. I pochi soggetti che rimangono invenduti sono destinati all’ingrasso. Prima del passaggio alla fase di produzione seme, i torelli destinati all’inseminazione artificiale devono essere sottoposti ad un’ulteriore serie di test sanitari e funzionali.

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Accrescimenti record nel 2021: 1860 g al giorno e peso all’uscita di 669 kg!

 

Alto valore genetico e bassa consanguineità

L’attività del Centro Genetico, così lunga e complessa, consente di qualificare ogni anno 40-50 tori per la FA. È indubbiamente un numero elevato, che però consente di ottenere, col passare delle generazioni, un incremento del valore genetico medio della popolazione, pur conservandone la variabilità genetica. Non solo, ma un numero così elevato di tori permette anche di mantenere il livello di consanguineità al di sotto dei livelli di sicurezza, al fine di non concentrare eccessivamente nella razza i caratteri indesiderati, dannosi per l’economia di ogni allevamento.

Oggi in Centro Genetico si registrano medie in uscita di 503 kg, con un incremento giornaliero di 1,409 kg al giorno (media di tutti i torelli valutati negli ultimi 2 anni). Se invece consideriamo solo i tori approvati per la FA, abbiamo un peso medio di 520 kg, con un massimo di 669 kg e di 1,860 g di incremento al giorno per un torello approvato nei mesi scorsi ed ora in Prova di Progenie. Non male, se si pensa che nel 1986 le medie del primo ciclo furono di 403 kg a fine prova e incrementi giornalieri di poco superiori al kg.

La ripercussione positiva nelle aziende è evidente, tant’è che, con razioni adeguate, anche in molte di esse gli incrementi giornalieri superano abbondantemente il kg, mediamente oltre 150 g in più al giorno rispetto alla fine degli anni '80.

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Valutazioni morfologiche al Centro Genetico (Ph Anaborapi)

 

A cura di Ugo Vaccaneo