Centoventimila quintali

La famiglia Locatelli

Gestione mandria

Centoventimila quintali

È il quantitativo di latte prodotto nel 2021 dall’azienda agricola Molino Terenzano di Turano Lodigiano (Lo) condotta dalla famiglia Locatelli

Chi dice che i numeri siano “freddi”, forse non ha mai fatto visita alla cascina Terenzano di Turano Lodigiano (Lo). Infatti, dopo aver attraversato le stalle dove vivono le circa 800 vacche in lattazione di cui dispone l’azienda, è difficile non provare emozioni davanti al computer aziendale sintonizzato su DairyComp, la cui schermata segnala che ciascuna di quelle bovine “vale” 41 chili di latte al giorno. Latte, oltretutto, prodotto nel rispetto del disciplinare del Grana Padano, e quindi ottenuto con le 2 mungiture giornaliere consentite a chi utilizza la sala, come nel caso in esame.

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In cascina vengono munte 800-820 Frisone

 

Poi ti chiedi non solo quale mole di lavoro ci sia dietro a questo “freddo” numero, ma anche quali performance riproduttive possano avere queste belle signore in bianco e nero. Ed ecco che il software ti produce un’altra tabellina, dove leggi che nel 2021 il P.R. medio annuale è stato del 32%, con un C.R. medio annuale del 52%. Addirittura, leggi che le primipare arrivano a un 66% di C.R., nonostante vengano prevalentemente fecondate con seme sessato o con tori da carne, due tipologie che per loro natura non sono granché performanti.

 

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Le strutture dove vengono stabulate le vacche non sono di recente costruzione, ma sono state ripetutamente ottimizzate nel corso degli anni

 

Crescita progressiva 

“Questi numeri – ci spiega Giovanni Locatelli – sono il risultato di un processo di progressiva crescita cominciato una decina di anni fa, allorché abbiamo iniziato ad utilizzare i protocolli di sincronizzazione dei calori e ci siamo dotati di un più efficiente impianto di raffrescamento, basato sull’alternanza di ventilazione e docce a goccia spessa. Più in generale, ci hanno consentito un continuo miglioramento gli interventi strutturali realizzati per innalzare i livelli di benessere della mandria. Senza dimenticare l’innovazione, a cui occorre sempre essere aperti per poter cogliere opportunità di miglioramento”. Per fare un esempio, Giovanni cita il caso dei test di genotipizzazione, “che da alcuni anni eseguiamo su tutte le nostre vitelle, al fine di selezionare animali sempre più sostenibili e sani per le future generazioni”.

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Giovanni Locatelli nella nuova vitellaia. Tra i familiari, è lui che si occupa della stalla

 

I criteri adottati per scegliere i soggetti a cui dare il sessato di tori Holstein di valore internazionale, o viceversa il seme da carne, sono molteplici e piuttosto severi: “la produzione e i tenori di grasso e proteine sono al primo posto. Ultimamente stiamo incrementando sempre più l’attenzione ai tratti salute, perché non vogliamo animali problematici, puntando a ridurre l’impiego di farmaci. Ad esempio, la nostra vitella Molino AltaZazzle Morning ET ha l’indice DWP$ (Dairy Wellness Profit di Zoetis) fra i più elevati d’Italia. Infine, non perdiamo di vista gli indici morfologici: la nostra è un’azienda commerciale, ma siamo anche appassionati breeder e ci piace partecipare alle fiere, tanto più ora che i giovani dell’azienda mi aiutano con passione”. 

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Le bovine vengono munte 2 volte al giorno nella rotatoria da 48 poste

 

Mastiti vade retro 

L’utilizzo degli antimicrobici è un tema di grande attualità e anche nelle stalle di questa cascina si fa il possibile per ridurne l’impiego. “Per arrivare a questo obiettivo – sottolinea Giovanni – l’aspetto più importante è la prevenzione delle mastiti: oltre a quella che potremmo definire prevenzione genetica, nella nostra azienda applichiamo precise procedure igieniche, come il pre-dipping e post-dipping in sala di mungitura e abbiamo recentemente introdotto anche una prevenzione vaccinale. Questi accorgimenti ci aiutano ad escludere, nella messa in asciutta, il 60% degli animali dal trattamento con antibiotico. Raggiungiamo questa percentuale nonostante il nostro protocollo di asciutta selettiva, che applichiamo da oltre 1 anno, preveda l’utilizzo di solo sigillante solo per agli animali che nel corso della lattazione siano risultati costantemente al di sotto delle 100mila cellule, che non abbiano avuto mastiti cliniche e che presentino un indice Zmast sufficientemente alto”.

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Le cuccette son riempite del digestato solido proveniente dall’impianto di biogas

 

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Per quanto riguarda i foraggi e le materie prime amidacee, l’azienda è in larga parte autosufficiente

 

Quanto alla prevenzione di altre patologie come le enteriti o le malattie respiratorie dei vitelli, “al momento – afferma Giovanni – nel periodo tra nascita e svezzamento, il nostro tasso di mortalità è sotto al 2%. Il segreto? Ci ha sicuramente aiutato la struttura della nuova vitellaia, che non è soltanto funzionale e completamente igienizzabile, ma anche al coperto e in grado di consentire agli operatori di lavorare agevolmente. A loro chiediamo di rispettare con attenzione i protocolli, in primis un’adeguata colostratura. Ovviamente provvediamo anche alla vaccinazione delle madri contro i principali agenti patogeni causa di enteriti”.

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Persistenza delle curve di lattazione (fonte DairyComp). In rosso, le primipare. 

 

Conoscenza del dato 

Dopo il giro tra i capannoni per le foto di rito, vengo riaccompagnato nell’ufficio dove cerco di appuntarmi sul taccuino i numeri proiettati dal software aziendale. “La nostra – riflette Giovanni – è stata una crescita basata sulla conoscenza del dato. In questo ambito, Dairy Comp è stato uno strumento essenziale, al pari della collaborazione con la dottoressa Paola Amodeo, che ci ha insegnato a utilizzare il programma e che continua a seguirci anche per l’alimentazione della mandria, interfacciandosi spesso con i nostri veterinari, Luigi e Pietro Arioli”. Quanto agli obiettivi futuri, Giovanni non mostra esitazioni: “crescere ancora, in modo sostenibile, con animali sempre più in salute. Se abbiamo nuovi investimenti in vista? Nel breve nulla di particolarmente rilevante, ma le planimetrie dell’azienda sono sempre sul tavolo e le idee per il futuro non mancano. Mai dire mai…”. 

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L’azienda collabora da decenni con il mangimificio Spada