Gestione mandria
“Bedding”, la gestione è tutto
I veterinari della Società Italiana di Buiatria (S.I.B.) hanno recentemente fatto il punto sul legame tra igiene dei materiali da lettiera e rischio mastite
Sono sempre più numerosi gli allevatori che per mille motivi, spesso di natura economica, in luogo della classica paglia preferiscono riempire le cuccette o la lettiera con il separato delle deiezioni, con il digestato solido o con altri materiali che in un allevamento di vacche da latte sono disponibili in grandi quantità. Materiali organici ancora poco conosciuti dal punto di vista microbiologico, e che occorre gestire al meglio per evitare che la superficie su cui riposa la bovina diventi una fonte di infezioni mammarie. Questo il tema che è stato recentemente portato all’attenzione dei veterinari della Società Italiana di Buiatria, in occasione del loro 53esimo congresso annuale.
Bovine stabulate su separato delle deiezioni sottoposto a trattamento igienizzante ad aria calda
Lettiere convenzionali e coltivate
La sessione di studio è stata aperta da Lorenzo Leso dell’Università di Firenze, che ha fatto il punto sui risultati delle ricerche relative alla stabulazione su lettiera, sia per quanto riguarda la fase di transizione che la lattazione. Dalla letteratura internazionale si evince che rispetto a una stalla a cuccette, l’allevamento su lettiera, che sia di tipo convenzionale o coltivato (compost barn), costa sensibilmente di più, sia in termini di investimento strutturale (+76 euro/vacca/anno) che di consumo di materiale (mediamente, +125 euro/vacca/anno). Viene dunque da domandarsi se i vantaggi acquisibili sotto il profilo della salute animale (minor incidenza di lesioni cutanee e di zoppie), del cow comfort (maggiore benessere a riposo) e della produttività, riescano a coprire questa spesa aggiuntiva. Tutto dipende, ha sostenuto di seguito il ricercatore, da come viene gestita la lettiera: per avere performance all’altezza delle aspettative, è fondamentale che l’umidità della lettiera venga costantemente mantenuta al di sotto del 60% (“keep it dry”). Purtroppo l’acqua da far evaporare o da assorbire non manca mai: occorre pensare – ha infatti continuato Leso – che una bovina ad alta produzione oggi produce giornalmente 65-70 kg di deiezioni, per il 60% rilasciate in area di riposo (36 kg). Dunque, giornalmente ogni bovina immette in lettiera circa 30 kg d’acqua.