Gestione mandria
Sempre più grandi, ma anche più efficienti
Negli ultimi anni l’allevamento di Mauro e Stefano Calderini di Motteggiana (Mn) ha visto una crescita dell’effettivo in mungitura e delle performance. Il segreto? Le persone prima di tutto
“Nel 1989 nostro padre Lisiade divise la proprietà di famiglia con nostro zio, per cui partimmo con 30 vacche legate. Adesso, tra questa e un’altra stalla presa in affitto qui vicino, disponiamo di 350 vacche in lattazione. Di queste, 165 vengono munte al robot”. Eccoci a Motteggiana (Mn), riva sud del Po, nella terra di “Sua maestà” il Parmigiano Reggiano. A parlare è Mauro Calderini, titolare insieme al fratello Stefano di una delle realtà zootecniche più solide e robuste di queste parti, o quanto meno di quello che oggi è l’allevamento conferente numero uno del locale caseificio cooperativo.
L’azienda dispone di 170 ettari di terreno, coltivati prevalentemente a medica
Ed è proprio Mauro che ripercorre insieme a noi il percorso di crescita compiuto dall’azienda in questo trentennio, un arco temporale in cui i progressivi ampliamenti della stalla sono stati via via accompagnati dagli investimenti in diritti produttivi, prima sottoforma di quote latte (“un’esperienza dolorosa”, osserva il diretto interessato) e poi in quote-formaggio Parmigiano Reggiano. “E dire che all’inizio non ne volevo proprio sapere di vacche, mi piaceva l’elettromeccanica. Ma poi mi sono appassionato di questo mestiere, e per questo devo ringraziare mio padre: fu lui a insistere, per poi lasciare campo libero a me in stalla, e a mio fratello in campagna. Una scelta coraggiosa la sua, che da parte mia vorrei ripetere con mio figlio Francesco”.
Nelle due stalle robotizzate (due box robotizzati a testa), la necessità di manodopera è minima
L’azienda dispone di 170 ettari di terreno, coltivati prevalentemente a medica
Ed è proprio Mauro che ripercorre insieme a noi il percorso di crescita compiuto dall’azienda in questo trentennio, un arco temporale in cui i progressivi ampliamenti della stalla sono stati via via accompagnati dagli investimenti in diritti produttivi, prima sottoforma di quote latte (“un’esperienza dolorosa”, osserva il diretto interessato) e poi in quote-formaggio Parmigiano Reggiano. “E dire che all’inizio non ne volevo proprio sapere di vacche, mi piaceva l’elettromeccanica. Ma poi mi sono appassionato di questo mestiere, e per questo devo ringraziare mio padre: fu lui a insistere, per poi lasciare campo libero a me in stalla, e a mio fratello in campagna. Una scelta coraggiosa la sua, che da parte mia vorrei ripetere con mio figlio Francesco”.
Nelle due stalle robotizzate (due box robotizzati a testa), la necessità di manodopera è minima