Abbiamo l’alta qualità nel sangue

Da destra: il direttore generale della Cooperativa, Gabriele Zavatta, il veterinario aziendale Giovanni Guadagni e il responsabile di stalla Davide Michelin

Gestione mandria

Abbiamo l’alta qualità nel sangue

La Cooperativa Libertà e Lavoro di Sant’Alberto di Ravenna si è sempre distinta per una visione a lungo termine e oggi si sta affidando a DairyComp per dar vita a una gestione sempre più attenta ai dettagli e costruire un bilancio economico positivo

Probabilmente le loro gesta da pionieri non entreranno nei libri di storia, ma alla Cooperativa Libertà e Lavoro si è comunque scritta una pagina di importante della moderna zootecnia perché nel lontano 1992 qui si produsse il primo latte ad alta qualità d’Italia. E questo la dice lunga sullo spirito di questa azienda romagnola, caratterizzata da una continua voglia di mettersi in gioco e di puntare sempre più in alto.

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La Cooperativa Libertà e Lavoro di Sant’Alberto di Ravenna

Gli inizi sono degli anni ’50, a pochi passi dal mare del Lido di Classe, con una settantina di vacche legate, un allevamento di suini e un caseificio sociale. Uno schema di assoluta modernità per l’epoca, ma oggi non più sostenibile. Poi è stata acquisita l’azienda di Sant’Alberto di Ravenna dove si è venuta a concentrare la produzione di latte e con regolarità la mandria è cresciuta sino ad arrivare ai 1050 capi attuali, con 520 vacche in lattazione. “È stato un bel percorso di crescita e di cooperazione - spiega il direttore generale Gabriele Zavatta - sempre all’insegna dell’Alta Qualità e del Gruppo Granlatte, di cui siamo soci. Poco meno di una decina di anni fa avevamo 350 vacche in mungitura, ma i numeri e le medie produttive ci hanno dato ragione e progressivamente abbiamo investito sulla mandria, arrivando ai numeri odierni. Un tempo avevamo anche un bel nucleo di Jersey, che ci serviva per alzare un po’ i titoli del latte, ma grazie al lavoro genetico portato avanti in collaborazione con Alta Genetics abbiamo concentrato tutta l’attenzione sulla Frisona, facendo notevoli passi avanti”.


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Qui nacque l'Alta Qualità


Oggi le medie sono sopra i 35 litri, con titoli del 4% per il grasso, 3,42% di proteina e cellule somatiche a quota 180mila (dati 2020), che per una stalla con più di 500 vacche in latte è un bell’andare.
 

Sempre in crescita

“Il dato che ci conforta maggiormente – commenta Zavatta – è il trend positivo degli ultimi anni, con produzioni in aumento, senza però mai derogare su titoli o cellule, e questo è il frutto di un lavoro su tutta la mandria in ogni fase del ciclo produttivo, perché senza una vitellaia sana e gestita correttamente non si costruisce una vacca di successo. Paga poi anche il costante lavoro sul benessere animale che qui viene interpretato come strumento produttivo e non come slogan. C’è ad esempio in progetto l’ampliamento della stalla non tanto per aumentare il numero delle vacche, ma per dare a tutte le nostre Frisone lo spazio di cui hanno bisogno per esprimere il loro grande potenziale genetico. Far parte di una filiera come quella Granarolo - spiega il direttore - è una scelta ben precisa e richiede a tutti coloro che vi partecipano una visione univoca, perché l’obiettivo è lo stesso per tutti, dal più piccolo al più grande. Sono valori in cui crediamo e il tempo ha sempre dato ragione a questa scelta, anche sotto il profilo economico”.

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La razione valorizza al massimo i prodotti aziendali
 

Il valore della longevità

“Su questi presupposti - spiega Davide Michelini, il responsabile della stalla – abbiamo anche fatto delle richieste specifiche ad Alta Genetics, diverse da quelle che avremmo fatto in passato. Stiamo investendo sui tori A2A2, ma soprattutto vogliamo avere una mandria di vacche solide, di struttura, funzionali. Soggetti che coniughino longevità a produttività.

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La gestione dei vitelli? Precisa e attenta alle loro esigenze

E, soprattutto, che abbiano una mammella con capezzoli posizionati correttamente, un aspetto non secondario visto che si sta ragionando sull’adozione dei robot di mungitura nel giro di un paio di anni, scelta che va sempre nella direzione del benessere animale. Alla logica della terza mungitura abbiamo preferito la mungitura volontaria e ci stiamo già incamminando su quella strada”.
 

Scelte agronomiche

A livello agronomico l’azienda può contare su 450 ettari di terreno, tutti destinati a foraggere a parte 30 ettari destinati alla moltiplicazione delle barbabietole per una ditta sementiera e 3 ettari di vigna. Si producono principalmente grano foraggero, mais da trinciato e medica. “Rispetto al passato – spiega Gabriele Zavatta – i piani colturali sono cambiati, dando molto più spazio al frumento foraggero sia insilato che sotto forma di “grano-fieno”, prodotto prezioso per i titoli del latte. Di conseguenza abbiamo anche ridotto il silomais nella razione, con l’obiettivo di insilare più frumento e avere i terreni disponibili anche per un secondo raccolto.

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In trincea non c’è spazio all’improvvisazione

Abbiamo investito nei miglioramenti fondiari, livellato i terreni, drenato alcuni appezzamenti e acquistato 3 ranger per l’irrigazione che coprono 260 ettari e questo ci ha consentito di rendere più efficienti i piani colturali con materie prime ottime per l’alimentazione delle vacche. Ma è anche un modo per inserire colture di secondo raccolto come borlotti e fagiolini, sempre utili per diversificare le attività. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di indirizzare tutta l’azienda e la stalla in primis verso una maggiore sostenibilità ambientale ed economica, perché il mercato va in quella direzione e dobbiamo lavorare d’anticipo per restare competitivi, sotto ogni profilo”.

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Davide Anselmi, lo specialista DairyComp di Alta Genetics insieme a Gabriele Zavatta
 

L’era del DairyComp

E per avere una mandria sempre al top alla Cooperativa Libertà e Lavoro hanno scelto da qualche tempo di affidarsi al DairyComp per una gestione davvero sofisticata della stalla, indispensabile strumento per far girare l’allevamento senza strappi al motore: “è uno strumento di alto livello – spiega Davide Anselmi, lo specialista di Alta Genetics che segue l’implementazione del programma, che richiede però un cambio di mentalità rispetto ai soliti gestionali, ma allo stesso tempo consente analisi della mandria davvero uniche.

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Il digestato dell’impianto di biogas viene distribuito con un positivo effetto nei terreni aziendali

Se l’obiettivo è quello di ottimizzare le risorse di un sistema complesso come un’azienda agro-zootecnica con questo programma si hanno a disposizione dati aggregati davvero significativi per chi deve prendere decisioni e soprattutto si riescono a comprendere, numeri alla mano, i reali effetti delle scelte che si sono effettuate. Ma, soprattutto - dice Anselmi - DairyComp è un vestito tagliato su misura sulle necessità della stalla che andiamo a personalizzare in modo da rendere ancora più fluido ed efficiente quello che si fa ogni giorno. Poi c’è un livello superiore, relativo alla vera e propria analisi fine dei dati, nel quale come specialista DairyComp posso dare una mano, per mettere a registro aspetti che contribuiscono al bilancio aziendale”.

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Longevità e funzionalità le richieste che sono state rivolte ad Alta Genetics nella scelta dei tori per la Cooperativa Libertà e Lavoro
 

Dati, non sensazioni

“L’elaborazione dei dati – interviene Davide Michelini – e la personalizzazione del programma sono stati i due aspetti che mi hanno colpito di più da quando lo utilizziamo in stalla. DairyComp è diventato ormai un supporto decisionale del quale oggi faticheremmo a far senza, anche perché ti aiuta ad analizzare l’andamento dell’allevamento anche nei mesi a venire, un aspetto essenziale per pianificare le attività aziendali e anche le scorte. Bisogna prenderci la mano, studiarlo, ma l’impatto è senz’altro positivo.

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In stalla 520 vacche in latte

Oggi ad ogni animale posso assegnare un valore, che DairyComp elabora in base ad età, produzione, stato riproduttivo e di salute. È chiaro che poter gestire la rimonta e le coperture in base a questi indici, mi consente di alzare sempre un po’ l’asticella, senza fare errori nello scartare un soggetto che invece ha ancora delle risorse da dare o nella scelta della vacca perfetta per un seme di fascia alta. Si decide – conclude Davide – su dati certi e non su sensazioni e questo fa la differenza anche a livello economico”.
“Cambia il focus della gestione – spiega Primo Betti di Alta Genetics - perché DairyComp consente, fra le numerose opportunità che offre, di analizzare picchi di lattazione e di valutare la loro distribuzione nella mandria. Potrei fare altri esempi per la sfera riproduttiva, ma è proprio da queste ottimizzazioni che si costruisce il reddito aziendale e se non hai uno strumento così preciso difficilmente riesci ad aumentare l’efficienza del sistema stalla”.
Poi il successo si costruisce con la prevenzione, l’igiene, la biosicurezza, una razione bilanciata e una squadra di persone che seguono le indicazioni aziendali, senza troppe deroghe. Ma sotto questo profilo, basta visitare l’allevamento per accorgersi che la direzione presa è quella giusta.

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Davide Anselmi e Davide Michelini al lavoro su DairyComp