Tori e stress da caldo: hai provato il lievito?

Lo stress da caldo limita anche le performance dei soggetti all'ingrasso

Gestione mandria

Tori e stress da caldo: hai provato il lievito?

Anche negli allevamenti da carne le elevate temperature estive causano problemi agli animali, riducendo l’incremento ponderale giornaliero. Le strategie alimentari suggerite da Lallemand Animal Nutrition

Oltre alle vacche da latte, anche i bovini da carne soffrono le temperature elevate. Con lo stress da caldo aumenta la frequenza respiratoria e l’organismo consuma più energia per dissipare il calore in eccesso, che si traduce in un aumento dei fabbisogni per il mantenimento.
Inoltre, dai 25°C in poi, gli animali riducono sensibilmente l’ingestione alimentare, che per essere riportata alla normalità richiede poi diversi giorni, anche a temperature più basse. Da ciò deriva una riduzione delle performance e maggiori rischi per la salute.
 

Un nemico da riconoscere

L’indice di temperatura e umidità (THI), è un pratico indicatore che indica il livello del rischio di stress da caldo. Questo significa che, per esempio, al 50% di umidità, i tori possono soffrire di stress termico a partire dai 25°C.
Bisogna tenere in mente però che i classici strumenti che misurano umidità e temperatura sono spesso posti all’esterno della stalla e quindi il valore di THI misurato è talvolta sottostimato, soprattutto per quanto riguarda l’umidità. Posizionare i termoigrometri all’interno della stalla può essere un valido sistema che l’allevatore può utilizzare per monitorare costantemente il THI e prendere delle decisioni per limitare il rischio di stress da caldo. L’impatto di questa problematica non è solo dovuto al valore di THI, ma anche alla durata dell’esposizione, sia in termini di ore/giorno sia di numero di giorni consecutivi.
La suscettibilità allo stress da caldo dipende anche dai tratti genetici. Per esempio le razze con un mantello più scuro, soffrono maggiormente rispetto a quelle con mantello chiaro. Le razze di Bos indicus subiscono cambiamenti fisiologici simili, ma meno pronunciati durante lo stress da caldo, rispetto alle razze di Bos taurus. Anche l’aumentare dello spessore del grasso può rallentare la dissipazione del calore.
L’osservazione degli animali è la chiave per valutare la situazione di stress degli animali, e gli indicatori più comuni di stress da caldo moderato, includono:
• fiato corto;
• aumento frequenza respiratoria;
• sudorazione.
Gli indicatori di forte stress da caldo includono invece: comportamento letargico, bocca aperta con respiro ansimante e lingua fuori.

 


L'aumentare della deposizione del grasso limita la dissipazione del calore

Gli effetti sul metabolismo

Lo stress da caldo oltre che sul metabolismo ed allo stato ossidativo (radicali liberi), incide negativamente sul comportamento alimentare impattando la salute dell’apparato digerente, nonché il pH e il microbiota ruminale.
Sono numerosi gli effetti negativi, di seguito sono elencati quelli più frequenti:
• riduzione dell’ingestione;
• riduzione della dimensione e del numero di pasti;
• scarsa ruminazione;
• scarsa pulizia e riempimento ruminale;
• feci liquide;
• infiammazione, visibile a livello di corna e unghioni che può portare a laminiti;
• riduzione del decubito ed animali “nervosi”.
Tutti questi effetti negativi si traducono in una riduzione dell’Incremento ponderale giornaliero medio (Ipgm) e in una ridotta omogeneità della mandria. Uno studio (Hervé, 2019) condotto su 8129 bovini da carne mostra una riduzione, a lungo termine, della crescita pari a circa il 10% con THI superiore a 74 per soli tre giorni consecutivi (equivalente a > 28°C con 60% di umidità) rispetto agli animali allevati in inverno ed in primavera.
 

Lievito sì, ma specifico

Le scelte nutrizionali durante questo periodo critico, dovrebbero focalizzarsi sull’ottimizzazione dell’assorbimento dei nutrienti e stabilizzazione del pH ruminale, a supporto di una miglior funzionalità prestomacale. In questo contesto il lievito vivo specifico per il rumine Saccharomyces cerevisiae CNCM I-1077 (Levucell SC), supportando sia l’assorbimento dei nutrienti sia l’efficienza ruminale, risulta essere uno strumento nutrizionale efficiente in grado di aiutare a mantenere le performance degli animali durante lo stress da caldo.
Uno studio condotto in Italia (2015) in un allevamento commerciale di tori Charolais ha mostrato un incremento dell’Ipgm del +5% con un THI pari a 70, negli animali trattati con il S. cerevisiae CNCM I-1077, rispetto agli animali del gruppo controllo.
Inoltre, in questo studio sono stati utilizzati dei boli per la rilevazione del pH ruminale in tempo reale: è stato confermato che, in situazioni di stress da caldo, il pH si riduce ed è fortemente correlato alla variazione dell’ingestione alimentare ed alla scarsa produzione salivare (animali che respirano affannosamente).
Il S. cerevisiae CNCM I-1077 aiuta a stabilizzare il pH, specialmente quando gli animali si trovano in una situazione di stress da caldo (figura sotto).

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Sopra: variazioni dell’indice di temperatura ed umidità (THI). Sotto: effetti di LEVUCELL SC sulle variazioni del pH nel rumine per lo stesso periodo. Nel periodo 62-102 giorni della prova ovvero durante lo stress da caldo, gli animali che hanno ricevuto il lievito vivo hanno registrato un evidente miglioramento del pH a livello ruminale (+0.55 punti rispetto al controllo; p<0.01). Italia, 2015


È stata condotta una prova nel 2015, presso il Centro di Ricerca AgriLife della Texas A&M su 72 bovini da carne per 72 giorni. La dieta era composta per il 90% da concentrati e per il 10% da fieno, ed il livello medio di THI era 78 (min. 68 e max. era 90).
In questa situazione di stress da caldo, l’aggiunta del S. cerevisiae CNCM I-1077 nella dieta ha permesso di ottenere:
• pH ruminale più stabile e con meno variazioni individuali giornaliere;
• ingestione alimentare costante;
• comportamento alimentare più lineare durante il giorno, mentre gli animali del gruppo controllo tendevano ad alimentarsi durante le ore più fresche della giornata.
Di conseguenza, l’incremento di peso medio giornaliero (IPMG) è stato migliorato di 50 g/giorno e il peso della carcassa di 5 kg durante il periodo di ingrasso (70 giorni) con una dieta altamente acidogena.
 

Interventi efficaci

Come dimostrato, lo stress da caldo può essere un problema per i bovini da carne, che influenza sia il comportamento sia l’efficienza alimentare. Oltre al monitoraggio del THI in stalla e ad una pianificazione delle operazioni (gestione degli ambienti, della razione e degli insilati), anche l’utilizzo di un lievito vivo specifico per ruminanti risulta essere importante per far fronte a questo periodo critico. Stabilizzando il pH del rumine, il S. cerevisiae CNCM I-1077 regola le fermentazioni ruminali ed aiuta a mantenere una corretta ingestione, consentendo di ridurre al minimo le conseguenze dello stress da caldo sulle performance di crescita.

La bibliografia è a disposizione degli interessati su richiesta