Gestione mandria
La Bruna, un successo italiano nel mondo
Sono oltre 100mila le dosi di seme esportate nei primi 6 mesi dell'anno. Un successo per Anarb e i suoi allevatori
La genetica bovina italiana piace a livello internazionale e la Bruna dimostra di poter competere bene anche sui mercati esteri, dove Anarb e il sistema selettivo nazionale viene vissuto come un partner affidabile e di eccellenza a livello globale.
I tori frutto dei programmi di selezione italiani stanno entrando nelle stalle più performanti al mondo e i numeri lo dimostrano: oltre 100mila dosi di seme di elevatissimo livello genetico esportate in 6 mesi in Paesi che spaziano dalla Svizzera all’Honduras, dal Messico alla Turchia, per non dimenticare il resto d’Europa.
Per la Bruna, l’Italia si conferma un Paese esportatore netto di genetica: si esportano oltre 5 dosi per ogni dose importata. Un importante riconoscimento internazionale all’attento lavoro svolto dai centri di FA, dai tecnici e in generale dall’intero sistema allevatori. Ma la soddisfazione principale è tutta degli allevatori “brunisti” italiani e della loro associazione di riferimento, l’Anarb, che ha coordinato la delicata transizione ai sistemi di miglioramento genetico basati sulle informazioni genomiche.
L’attività costituisce pertanto un feedback positivo per le attività poste in essere, pianificate e rese operative anche con il contributo del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
I tori frutto dei programmi di selezione italiani stanno entrando nelle stalle più performanti al mondo e i numeri lo dimostrano: oltre 100mila dosi di seme di elevatissimo livello genetico esportate in 6 mesi in Paesi che spaziano dalla Svizzera all’Honduras, dal Messico alla Turchia, per non dimenticare il resto d’Europa.
Per la Bruna, l’Italia si conferma un Paese esportatore netto di genetica: si esportano oltre 5 dosi per ogni dose importata. Un importante riconoscimento internazionale all’attento lavoro svolto dai centri di FA, dai tecnici e in generale dall’intero sistema allevatori. Ma la soddisfazione principale è tutta degli allevatori “brunisti” italiani e della loro associazione di riferimento, l’Anarb, che ha coordinato la delicata transizione ai sistemi di miglioramento genetico basati sulle informazioni genomiche.
L’attività costituisce pertanto un feedback positivo per le attività poste in essere, pianificate e rese operative anche con il contributo del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.