Il popolo (bianconero) delle libertà

Gestione mandria

Il popolo (bianconero) delle libertà

Nelle campagne di Coccaglio (Bs) per conoscere Giorgio Uberti e per capire come mai il suo allevamento di vacche da latte abbia ricevuto una votazione altissima alle valutazioni ClassyFarm sul benessere animale

“Fin da piccolo sognavo di fare questo mestiere, e adesso che ho un allevamento tutto per me sono la persona più felice al mondo”. Niente male, come biglietto da visita. Ma è proprio così che ci accoglie il titolare della Società agricola La Colombara di Coccaglio (Bs), al secolo Giorgio Uberti di anni 26. Nonni agricoltori e genitori impegnati nella filiera zootecnica (il padre è titolare della Alpazoo di Mornico al Serio), dopo la maturità scientifica Giorgio si divide tra l’azienda di famiglia e le lezioni all’Università di Milano (corso di laurea in allevamento e benessere animale…), ma poi deve dedicarsi anima e corpo al suo neonato allevamento: “sono partito nel gennaio del 2018 con un gruppo di vitelle su cui, come Alpazoo, volevamo valutare l’efficacia di due diversi tipi di polvere di latte. Avevamo appositamente affittato dal precedente proprietario una delle due stalle di questa cascina, attrezzandola con igloo, milk bar e tutto il resto. Solo che a fine prova le vitelle erano veramente splendide, per cui ci siamo detti che sarebbe stato un peccato venderle. A quel punto le abbiamo cresciute e fecondate, ed abbiamo preso in affitto anche la seconda stalla. Alla fine abbiamo deciso di farle partorire in azienda, e giù a chiedere preventivi per la sala o per il robot di mungitura”.

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Reparto vacche in asciutta: la rastrelliera non è provvista di catture
 

Asciutte all’aperto

Oggi, a distanza di poco più di 3 anni e dopo alcune campagne-acquisti in giro per l’Italia, la mandria de “La Colombara” conta circa 200 frisone: da una parte le vacche in latte (90 capi circa), stabulate nella stalla “vecchia” e in un capannone della stalla “nuova”, e tutte munte al robot (2 box automatizzati, uno per stalla); sotto un altro tetto della stalla nuova le rimonte dai 5 mesi di età fino ai primi 7 mesi della prima gravidanza, e fuori all’aperto il vitellame e il reparto asciutte.

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Il tunnel utilizzato dalle asciutte come ricovero durante la stagione fredda

Ed è da qui, dalle bovine prossime al parto, che comincia il nostro tour aziendale: di fronte a noi un fazzoletto di terra in cui sono stati sistemati un tunnel e una tettoia provvista di rastrelliera priva di catture; subito dietro due paddock, uno ancora in terra, in piena fase di sistemazione, e l’altro recintato, inerbito e ombreggiato. “In estate – ci spiega Giorgio – le bovine passano le loro giornate nel paddock, a brucare il prato o a consumare il fieno e i blocchi di integratore che mettiamo loro a disposizione. In inverno stanno qui, al riparo del tunnel, ma trovano comunque il loro fieno e i blocchi di integratore. È un sistema che funziona: all’inizio è stata una scelta obbligata, ma poi abbiamo visto che gestite in questo modo, le asciutte fanno tanta ginnastica funzionale, partoriscono senza difficoltà e partono bene”.

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Il paddock inerbito in cui le asciutte trascorrono le giornate estive

Alla nascita i vitelli vengono prima sistemati nella loro fila di igloo (che a breve sarà trasferita al riparo di un ricovero attualmente in costruzione), e poi, a circa 60 giorni di vita, vengono trasferiti nei box collettivi su lettiera, dove a svezzamento avvenuto riceveranno un unifeed a secco. A 5-6 mesi di età ecco il trasferimento nella stalla delle manze, dove i gruppi di giovani bovine dispongono di comode cuccette con materassino in gomma – “la cui densità cambia in funzione dell’età”, sottolinea Giorgio – e di ampi spazi in mangiatoia. Anche qui non si vedono catture.

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La struttura in costruzione che offrirà riparo agli igloo della vitellaia
 

Lattazione in relax

Infine ecco il reparto delle vacche in lattazione, distribuito come detto su due stalle; in quella più obsoleta si notano i recenti interventi strutturali eseguiti non soltanto per allargare la corsia di alimentazione, ospitare uno dei due robot e rendere possibile il traffico libero degli animali, ma anche per raffrescare le bovine durante la stagione estiva.
In entrambe le stalle, comunque, saltano subito all’occhio gli ampi spazi procapite, la tranquillità della mandria e, ancora una volta, l’assenza di catture. “Ne sono provviste solo le vacche in post-parto – taglia corto Giorgio – che vengono stabulate su cuccetta, in uno spazio retrostante uno dei due robot. Seguimi che ti mostro”. Ed è a questo punto che ci raggiunge Nicolò Bissolati, il medico veterinario incaricato di eseguire le valutazioni Classyfarm negli allevamenti che conferiscono il latte a Bresciangrana; tra questi c’è anche quello di Giorgio.

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Dai 2 mesi fino ai 5 mesi di età, le vitelle vivono in gruppo su lettiera

Dopo averci fatto notare la comodità dei tappetini ad acqua di cui dispone l’intera mandria di bovine in lattazione (“meglio le cuccette a buca rifornite di abbondante paglia pulita, ma questo è certamente un ottimo compromesso”), il dottor Bissolati ci riassume i motivi per cui La Colombara ha ricevuto una votazione altissima all’audit Classyfarm: “Non ho dato 100 punti – dice – solo perché ho voluto lasciare a Giorgio l’opportunità di migliorarsi ancora, ma in questa azienda le vacche da latte trovano condizioni di vita veramente ottimali. Lo dimostra il fatto che gli animali sono calmi, non si sottraggono spaventati al contatto umano, la pulizia della mandria è da record, non si vedono lesioni procurate dalle cuccette, la mortalità è su livelli minimi sia in vitellaia che negli altri reparti, la colostratura è ottima, mosche e topi semplicemente non esistono…”.

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Dai 5 mesi di età in avanti, anche le giovane rimonte riposano su cuccette provviste di materassini in gomma dotati di una densità proporzionale all’età


“Il concetto di fondo – prosegue Bissolati – è che in questa stalla le bovine hanno sempre piena libertà di scelta, decidono loro quando e fino a quando riposare, mangiare, farsi mungere e relazionarsi con le altre vacche. In altre parole le bovine vivono in piena armonia, sviluppando quei comportamenti che sono nella loro natura”.

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Il veterinario consulente per il benessere animale, Nicolò Bissolati, mostra i materassini ad acqua di cui beneficiano le vacche dal post-parto
 

Impegno totale

Tutto molto bello, direte voi, ma come vanno le performance aziendali? Ebbene, La Colombara è la concreta dimostrazione che se c’è il benessere animale, i risultati vengono di conseguenza: la produzione media aziendale è attualmente attestata sui 36,6 kg di latte al giorno (al 3,4% di proteina e al 4,2% grasso), ma occorre considerare che la mandria in mungitura è costituita da una maggioranza di primipare, e che una parte delle bovine provengono da altre aziende e non vantano esattamente una genetica di prim’ordine.

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La stalla “vecchia”, ospitante uno dei due robot di mungitura, è stata attrezzata anche per il raffrescamento estivo

Non solo: in questi primi 3 anni di vita l’azienda è letteralmente stata un cantiere in continua evoluzione, e solo tra qualche mese le bovine troveranno quella stabilità di cui hanno bisogno per esprimersi al meglio. C’è però una certezza: fin dall’inizio della loro carriera, le bovine saranno seguite da uno staff di giovani appassionati, guidati da un leader, Giorgio, che ha fatto del benessere animale il proprio punto di onore e della prevenzione dei problemi di salute il proprio impegno quotidiano: “per me – riferisce infatti il diretto interessato – ogni animale che mando prematuramente al macello è una sconfitta.

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Alla Colombara mungitura robotizzata e traffico libero sono di casa

Per questo cerco di fare tutto, ma proprio tutto quello che c’è da fare per evitarlo. E ho visto che il miglior modo per evitare i problemi è agire in prevenzione: non appena il software connesso al robot mi segnala che un animale manifesta un calo produttivo, io intervengo”. Prevenire e dare benessere costa meno che curare: non per niente a La Colombara la spesa in farmaci è su valori irrisori (47 euro per vacca all’anno), rappresentati in larga parte dai vaccini.

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Anche nelle due stalle che ospitano le vacche in lattazione le rastrelliere non hanno catture, presenti solo nel reparto delle vacche in post-parto
 

Valore aggiunto

E sull’onda dell’ottimo rating assegnato all’azienda, Giorgio Uberti adesso ha in mente nuovi traguardi: “vorrei affidare a un caseificio la produzione di un Grana Dop tutto mio, il cui valore aggiunto potrebbe essere proprio il benessere animale”.
Guardati sempre dai sogni che fai – recita un antico adagio – perché prima o poi li realizzerai. 

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Su incarico di Bresciangrana, il dottor Bissolati (a sinistra) ha effettuato la valutazione Classyfarm de La Colombara, assegnandole un ottimo rating