Facciamo il pieno di selenio

Gestione mandria

Facciamo il pieno di selenio

Integrando la dieta con questo oligoelemento fondamentale per il bovino, avremo animali più sani, produttivi e resilienti agli stress, e latte, formaggi e carni naturalmente arricchiti di un nutriente prezioso anche per l'Uomo

Il selenio? Un oligoelemento prezioso per la salute di piante, animali e Uomo. E che nei foraggi italiani è purtroppo presente in quantità inferiori ai fabbisogni nutrizionali giornalieri espressi dal bovino in produzione. Inizia di qui la nostra chiacchierata con il dottor Claudio Vezzani e con il dottor Michele De Marco, entrambi specialisti in alimentazione e nutrizione animale in forza ad Adisseo.

Dottor Vezzani e Dottor De Marco, in base alla vostra esperienza ritenete che sia opportuno integrare la dieta del bovino da latte o del bovino da carne con una buona fonte di selenio?
“Assolutamente sì. Occorre infatti considerare che in questi ruminanti, giustamente definiti degli atleti metabolici, il fabbisogno di selenio è molto elevato, in ragione dell’elevata attività ossidativa che si verifica in una bovina da latte ad alta produzione o in un bovino in rapido accrescimento. Purtroppo questo fabbisogno non può essere coperto attraverso il consumo dei foraggi prodotti nelle nostre aziende agricole e cresciuti sui nostri terreni sempre più poveri di selenio”.

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Claudio Vezzani

Avete parlato di attività ossidativa, di cosa si tratta esattamente? E quale ruolo ha il selenio nel metabolismo del bovino?
“Il selenio è un oligoelemento o minerale traccia implicato nella risposta immunitaria e nel sistema antiossidante. In particolare, come parte integrante dell’enzima glutatione perossidasi e di molte altre seleno-proteine ad azione antiossidante, esso interviene nella neutralizzazione dei radicali liberi, molecole tossiche per le cellule dell’organismo che si sviluppano al loro interno a seguito di un’elevata attività metabolica o in risposta a svariati eventi stressanti che possono accadere durante il ciclo produttivo dei nostri animali”.

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Michele De Marco
 

Depositi pronti all’uso

Se i foraggi non coprono il fabbisogno, allora è indispensabile provvedere a un’integrazione. Ma le fonti di selenio sono tutte uguali?
“No. È scientificamente dimostrato che le fonti di selenio inorganico, cioè il selenito di sodio o il sodio selenato, vengono non soltanto degradate all’interno del rumine in selenio elementare, non più utilizzabile dall’animale, ma sono anche scarsamente assorbite a livello intestinale. È meglio, dunque, rivolgersi a una fonte di selenio organico che apporta selenio sottoforma di selenio-metionina, ma anche in questo ambito occorre fare dei distinguo: i lieviti selenizzati, infatti, hanno delle concentrazioni di selenometionina molto variabili e comunque in media non superiori al 63-65%. È per questo che come Adisseo proponiamo Selisseo®, una fonte pura di selenio organico costituita al 100% da selenometionina idrossianaloga. Essa viene interamente assorbita a livello intestinale come parte dei corpi batterici ruminali, raggiunge quindi il circolo ematico e legata alle proteine del sangue viene distribuita ai vari tessuti fino a depositarsi negli organi di accumulo: fegato, reni, pancreas, e muscoli. Da qui, in caso di necessità, le riserve di selenio vengono mobilitate per la produzione delle seleno-proteine, le quali svolgono le azioni antiossidanti e di potenziamento immunitario di cui dicevamo prima”.

Ma quali sono gli effetti che è lecito attendersi da un’integrazione con Selisseo®?
“È sufficiente un’integrazione di Selisseo® a 0,2 mg di selenio per chilo di sostanza secca per ottimizzare quello che viene definito lo status del selenio della mandria: aumentano significativamente i livelli di selenio nel sangue e nel latte, ma anche nel colostro, per cui aumenteranno le seleno-proteine presenti nel circolo ematico del vitello neonato. In queste condizioni, si assiste a un rafforzamento delle capacità immunitarie e antiossidanti, che nell’animale adulto si concretizzano in un contenimento delle mastiti subcliniche e nel mantenimento delle prestazioni produttive e riproduttive in occasione dei momenti di maggior stress ossidativo: la transizione, il caldo estivo o una qualsiasi infezione. Nel caso del vitello, i vantaggi si vedono nelle prime fasi di crescita”.

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Il muscolo è una delle sedi di accumulo del selenio
 

Meglio dell’iniezione

“A questo proposito – aggiunge Claudio Vezzani – dopo 20 anni di assistenza agli allevatori, ho potuto osservare l’importanza dell’integrazione del selenio nelle fasi cruciali dell’allevamento. A tutti sono noti i benefici delle iniezioni di selenio e vitamina E nelle vacche alla messa in asciutta per migliorarne il trasferimento al vitello: tante delle patologie carenziali del vitello neonato, assieme all’incapacità di attivare il sistema immunitario in tempi precoci, predispongono il giovane animale a gravi forme di diarree e polmoniti riluttanti a qualsiasi antibiotico e/o vaccino. Ho personalmente riscontrato come in questi casi la prevenzione rappresenti la via più efficace e più economica per mantenere gli animali in salute e produttivi. Oggi, grazie a Selisseo®, è possibile coprire i fabbisogni di selenio e proteggere gli animali in ogni fase di stress attraverso l’alimentazione, evitando antieconomiche e poco pratiche iniezioni di selenio in forma inorganica”.

Oltre agli effetti benefici sulla salute della mandria, ci sono altri vantaggi che è possibile attendersi con la supplementazione di Selisseo®?
“Indubbiamente si. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come l’integrazione della dieta con Selisseo® consenta di massimizzare le concentrazioni di selenio nel latte, nei formaggi e nella carne. E produrre alimenti più ricchi in selenio significa anche agire a vantaggio del benessere e della salute del consumatore, visto che il selenio esplica la sua azione antiossidante e immunostimolante anche nell’Uomo. Non solo: grazie alle sue proprietà antiossidanti, l’arricchimento in selenio di latte, formaggi e carne diminuisce significativamente l’ossidazione dei grassi e delle proteine durante le fasi di maturazione e di commercializzazione degli alimenti, aumentandone l’attitudine alla conservazione. L’allevatore immette dunque sul mercato alimenti “biofortificati”, ovvero resi in modo naturale più ricchi di selenio, e quindi di spiccato valore nutraceutico. Un aspetto che, qualora opportunamente valorizzato dalle fasi più a valle della filiera, potrebbe permettere all’allevatore di vedersi riconosciuta una migliore remunerazione”.
 

Le vacche parlano con il latte

L’estate è ormai alle porte. Quali sono i consigli che vi sentite di rivolgere agli allevatori?
“Per la bovina da latte, ma anche per il bovino da carne, l’aumento dell’indice termoigrometrico (THI) è fonte di stress, per cui è di fondamentale importanza che l’animale arrivi in questa fase con uno status di selenio ottimale per far fronte a un maggiore fabbisogno di seleno-proteine ad attività antiossidante. Dunque è quanto mai opportuno chiedere al proprio mangimista o al proprio integratorista di riferimento di inserire nel nucleo o nel premix una fonte pura di selenio organico capace di massimizzare lo status del selenio della mandria. Non solo: una semplice analisi della concentrazione del selenio nel latte o nel sangue mostra all’allevatore sia le eventuali carenze, sia le risposte della mandria all’integrazione. Quindi agli allevatori suggeriamo anche di affidarsi ai propri nutrizionisti per questa semplice indagine. Il selenio del latte, in particolare, è il migliore indicatore dello stato del selenio dell’animale: mentre il selenio inorganico viene infatti eliminato con le urine e con il respiro, la selenometionina entra a far parte delle proteine dell’organismo e quindi anche della caseina e delle proteine del latte, risultando un indicatore eccellente. Adisseo è in grado di guidare gli allevatori nel check-up del latte di massa o del sangue del vitello: un approccio di successo a cui diversi mangimisti di élite si sono già affidati, decidendo di utilizzare Selisseo® come unica fonte di supplementazione di selenio”.