Quelli che… non c’è soltanto il benessere animale

“In questo mestiere parte tutto dalla passione, poi è una questione di scelte di testa e infine di capacità economiche per realizzarle”. Marco Riccò si esprime in scioltezza quando parla della sua professione di agricoltore e produttore di latte nelle fertili campagne mantovane, sponda nord del Po. Del resto l’esperienza non gli manca, visto che è da oltre 30 anni che lavora e lotta tutti i giorni a fianco del fratello Ferruccio per far crescere l’allevamento di vacche Frisone ereditato dal papà Livio e dallo zio Luciano, ora entrambi in pensione. “Erano 150 capi in tutto – osserva Marco orgoglioso – mentre oggi ne mungiamo più di 300, e tra adulte e rimonta alleviamo oltre 700 capi”. Un’attività solida e ben collaudata, quella che oggi Marco conduce insieme al fratello e al nipote Luca: bene la produzione (sui 40 kg per vacca come media annuale, su 2 mungiture giornaliere), bene la fertilità (un bel 22% di P.R. medio annuale, raggiunto grazie agli accelerometri a collare, ma senza ricorrere ai protocolli di sincronizzazione) e bene la qualità del latte, destinato a essere trasformato in forme di Grana Padano presso la Latteria San Pietro di Goito (Mn). “Una realtà cooperativa molto ben gestita – fa notare Marco – e decisamente vivace dal punto di vista commerciale, tanto che oggi, grazie anche a un’attenta strategia di diversificazione dell’offerta, riesce a vender bene il formaggio. Per la soddisfazione di noi soci conferenti”.


Il tetto ha una pendenza di 40°: sui lati lunghi esso parte infatti da un’altezza di 3 metri dal suolo, per raggiungere il cupolino ad 11 metri di altezza. In questo modo viene ottimizzato l’effetto camino


Luca Riccò impegnato nelle visite ginecologiche insieme al veterinario Pierangelo Cattaneo (di spalle)


Il box con lampada a infrarossi a disposizione dei vitelli che nascono di notte. Una volta colostrati, i neonati vengono trasferiti nel loro igloo, dove rimangono fino allo svezzamento (60 giorni)
 

Scelte ponderate

Ma per arrivare a questo livello di efficienza la strada è stata lunga, e più di una volta i fratelli Riccò hanno dovuto reinvestire i guadagni nella loro azienda agricola. “Per noi – rimarca il nostro interlocutore – il benessere animale è fondamentale, per cui è in questa direzione che ci siamo mossi. Investendo denaro in genetica, nella gestione della rimonta, nel raffrescamento e nell’alimentazione della mandria”.
La genetica, prosegue Marco, è il motore essenziale per ritrovarsi ad allevare una mandria di bovine “che rimangono in stalla”, quindi produttive ma anche longeve, e resistenti alle mastiti e alle patologie podali. “Ed è per questo che da anni scegliamo tori bilanciati, che uniscano spinta a latte a longevità e Dpr”.


Per la loro vitellaia all’aperto, i fratelli Riccò hanno cercato i migliori igloo in materiale isolante: d’estate come d’inverno il benessere termico è assicurato


La stalla inaugurata nel 2019 dove sono stabulate le asciutte e le pluripare gravide. “Il nostro obiettivo – spiega Marco – è allungare il più possibile la vita di questi animali”

In secondo luogo, per non sprecare le energie investite nel miglioramento genetico, è opportuno assicurare a vitelle e manze un ambiente adeguato. “Da qualche anno – ci fa notare al proposito Marco, mentre ci addentriamo con lui all’interno dell’allevamento – ci siamo dotati di una vitellaia completamente all’aperto e disposta su una superficie con precise pendenze, in modo tale da limitare la diffusione delle patologie e la mortalità. Gli igloo con i parchetti esterni consentono infatti ai vitelli di socializzare tra loro, ma non di entrare in contatto fisico, e vengono valutati positivamente anche in occasione delle verifiche sul rispetto del benessere animale. Gli igloo, poi, sono costituiti di materiale realmente isolante, tanto che i vitelli ci stanno benissimo sia d’estate che d’inverno. Ci sono costati parecchio, ma ne è valsa la pena”.


Anche nella nuova stalla c’è tutto l’occorrente per il raffrescamento estivo


L’ampia area di riposo su compost barn, erpicata tutti i giorni, di cui è munita la nuova stalla
 

Compost barn

Altro capitolo fondamentale del trattamento benessere, il raffrescamento estivo della mandria. “La maggior parte delle vacche adulte è allevata all’interno di una stalla costruita più di 20 anni fa, che noi abbiamo voluto fosse concepita in modo tale da ottimizzare la ventilazione naturale. Per questo motivo la struttura raggiunge gli 11 metri di altezza al centro della stalla, sotto al cupolino, mentre sui due lati lunghi il tetto scende fino a un’altezza di 3 metri dal suolo. In questo modo viene massimizzato l’effetto camino: l’aria fresca entra dai lati, e riscaldandosi esce dal cupolino”.
Purtroppo da queste parti il clima estivo è particolarmente feroce, per cui è stato inevitabile aggiungere ventole e docce. Dispositivi che si ritrovano puntualmente anche nella stalla “nuova”, costruita nel 2019, il cui punto di maggiore attrattiva è però rappresentato dalla lettiera in compost. “Ci alleviamo da una parte le asciutte – ci fa notare Marco – e dall’altra le pluripare gravide, che non cavalcandosi non corrono il rischio di provocarsi dei traumi. Il tutto per assicurare a queste bovine il massimo benessere e dunque la massima longevità”.


Grazie alla biocella igienizzante il separato solido delle deiezioni viene sottoposto a un processo di fermentazione aerobica che porta il materiale a 70°C per almeno un’ora, pastorizzandolo
 

Separato pastorizzato

Aspetto decisamente interessante, il fatto che la lettiera in compost, così come il materiale di riempimento delle cuccette della “vecchia” stalla, siano costituiti dal separato solido delle deiezioni, che prima dell’uso viene pastorizzato ad opera di una innovativa “biocella igienizzante”. L’ennesimo investimento realizzato dalla famiglia Riccò in direzione del benessere e della salute della mandria. “Abbiamo fatto le nostre verifiche – precisa Marco – e in effetti è risultato che il processo di fermentazione aerobica e di prolungato riscaldamento a cui viene sottoposto il separato solido all’interno della biocella riduce di mille volte la carica batterica, e azzera addirittura la presenza di Coliformi. L’importante è che una volta prodotto, il materiale venga distribuito nel giro di 24 ore e non resti lì accumulato, pena il rialzo della carica batterica”.
Interessanti anche gli aspetti economici: “inizialmente – prosegue Marco – l’investimento ci è sembrato oneroso, ma poi la biocella si è ripagata completamente nel giro di 3 anni grazie al fatto che non abbiamo più dovuto acquistare materiale di lettiera come paglia, stocchi e segatura. In più non abbiamo più dovuto andare a caccia di terreni per lo spandimento delle deiezioni; l’azoto, infatti, viene in parte trattenuto dalla componente solida delle deiezioni, che rimane in stalla. I costi di esercizio, infine, sono modestissimi: abbiamo calcolato che per alimentare i motorini da 2 CV funzionali all’igienizzazione del separato spendiamo all’incirca 150 euro al mese”.


Nelle foto sopra e sotto: il separato igienizzato viene utilizzato come materiale di riempimento delle cuccette e come lettiera nel compost barn


 

Obiettivi nel mirino

Il nostro giro in allevamento si conclude nel magazzino aziendale, dove è al momento parcheggiato un potente e voluminoso carro unifeed da 27 metri cubi di portata. “Le diverse razioni aziendali – sottolinea Ferruccio Riccò che ci raggiunge alla fine del suo turno in stalla – vengono preparate e distribuite due volte al giorno, ma con questo carro, che possiede un’accuratezza e una velocità di miscelazione davvero uniche, le operazioni procedono spedite, e basta una mezza giornata di lavoro. Nella restante metà della giornata, il carrista può fare altro”. Il benessere “ruminale” della mandria e il risparmio sono dunque assicurati, ma non solo. “Gli investimenti che abbiamo realizzato in questi anni – conclude infatti Marco Riccò, quando gli chiediamo quali sono i prossimi obiettivi aziendali – hanno certamente aumentato il livello di comfort delle nostre bovine, ma sono stati pensati anche per migliorare il nostro benessere di allevatori. Adesso alle 6 di sera stacchiamo la spina e torniamo alle nostre famiglie, e ci rivediamo in stalla il giorno dopo. Anche la domenica è libera, dopo il carro della mattina. In futuro vorremmo tanto continuare così”. Difficile dargli torto. 


Il carro unifeed da 27 metri cubi di portata utilizzato in azienda. Grazie alla sua velocità di miscelazione – sottolineano i fratelli Riccò – è stata risparmiata una mezza unità di manodopera