Robustezza e resilienza, si può fare di più

Oggi è possibile selezionare per robustezza e resilienza

Gestione mandria

Robustezza e resilienza, si può fare di più

È possibile mantenere una forte pressione sui caratteri produttivi e al contempo spingere sui caratteri funzionali molto di più di quanto non stiamo già facendo

Dal sito Anafi apprendo che nel 2018 oltre un milione di vacche frisone controllate in Italia hanno prodotto una media di oltre 100 quintali di latte con il 3.76% di grasso e 3.35% di proteina. In 9.896 allevamenti. Sono numeri davvero impressionanti. Fanno riflettere sulla qualità del lavoro svolto dagli allevatori, sugli sviluppi tecnologici realizzati in tutti i settori dell’allevamento, sui grandi progressi della genetica e sulla accelerazione impressa dalla genomica. Un miglioramento produttivo che ha avuto qualche costo: una certa riduzione nella fertilità, documentata in tutto il mondo, una minor rusticità, se così possiamo chiamarla, intesa come resistenza alle malattie e, in senso generale, agli adattamenti ambientali.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che ormai questi problemi sono stati ben inquadrati e che miglioramenti sono già in corso. Possiamo magari discutere sulla intensità e sulla velocità di questo processo di miglioramento nei caratteri della salute e di conseguenza di miglioramento della redditività degli animali.
È ormai evidente che dobbiamo produrre un grande forzo per ridurre in modo significativo la frequenza delle varie patologie e del conseguente uso di farmaci nei nostri allevamenti.
Quanto forte si può spingere nella direzione della robustezza e della resilienza? Si può accettare un rallentamento del miglioramento produttivo e morfologico che si è ottenuto negli ultimi 20 anni? Senza la pretesa di indicare una strada valida per tutti possiamo valutare alcune, fra le tante, possibilità.

mungitura
È possibile ottenere vacche più robuste, più resistenti, più sane, più fertili e meno “labour intensive”, ma anche ancor più produttive e redditizie
 

Squadre a confronto

Prendiamo in esame un toro che ha credenziali secondo me di primissimo livello sotto l’aspetto fitness. Ottimo nei contenuti del latte con miglioramento produttivo medio-alto in chili proteina, morfologia molto equilibrata con taglia media, bassa angolosità, arti ottimi, mammelle da robot. Esplosivo nei caratteri funzionali che si combinano con dati formidabili nella wellness, con un dato WT$ +322 è certamente fra i primissimi tori al mondo se non proprio il migliore. Si tratta di Enterprise. Tra le altre cose ha un dato BCS di 103, molto interessante, ma di questo riparleremo. Come già sappiamo non è possibile ottenere una grande attendibilità da un singolo toro genomico. Dobbiamo quindi a comporre una squadra. Penso che nel gruppo con Enterprise potremmo considerare tori come Packard, Padawan, Mojo e Kudos, per esempio.
Potremmo però anche creare un’altra squadra quasi equivalente con tori come Spinoff, Fedora, Ranger, Garett e Duluth. I risultati medi per questi due gruppi sono nella tabella 1. Non sono proprio scelti a caso, molti di questi soggetti hanno K caseina BB e anche un alto BCS, ma di questo parleremo in un prossimo futuro.
Ovviamente si possono comporre altri gruppi scegliendo altri tori, questi sono scelti in base alle mie personali convinzioni o simpatie, ma se ne possono creare squadre altrettanto valide. La genomica ci ha precipitato in una dimensione di lauta abbondanza.

tori genomici
*Squadra 1: Enterprise, Packard, Padawan, Mojo e Kudos - **Squadra 2: Spinoff, Fedora, Ranger, Garett e Duluth
 

Tiriamo le somme

Se analizziamo i dati di questi due gruppi di tori (quasi identici) possiamo osservare:
1) un forte miglioramento produttivo con % di proteina ad alto livello;
2) caratteristiche nei caratteri della salute di grande rilievo;
3) indice IES in media intorno ai +1450 euro (per i produttori di Parmigiano Reggiano la cifra sarebbe diversa, in quel caso vale l’indice ICS-PR).
In confronto possiamo considerare la media dei tori usati in Italia nel primo semestre 2019 (in rosso nella tabella 1). I dati medi dei due gruppi proposti sopra, nei tre classici caratteri della salute sono superiori di 7, 9 e 8 punti rispettivamente per cellule, longevità e fertilità. Quasi nessuna differenza nell’indice latte, mentre per indice IES ci sono mediamente circa 500,00 euro in più a vantaggio dei due gruppi proposti.
Vuol dire che le figlie di questi tori produrranno un reddito annuo di quasi 200,00 euro in più rispetto alla media delle vacche generate dalle inseminazioni effettuate a livello nazionale del primo semestre 2019 (500:2,6 = 192, dove 2,6 è il numero medio di lattazioni completate dalle frisone in Italia. L’indice IES è riferito all’intera carriera produttiva).
Per una stalla di 100 vacche stiamo ragionando di un aumento di redditività di 20.000 euro/anno.
Possiamo quindi concludere che è possibile mantenere una forte pressione sui caratteri produttivi e contemporaneamente spingere sui caratteri funzionali molto più intensamente  di quanto non stiamo già facendo. Per ottenere vacche più robuste, più resistenti, più sane, più fertili e meno “labour intensive”. Ma anche ancor più produttive e redditizie. 

di Enrico Dadati – esperto in miglioramento genetico