Omeostasi del calcio: cosa c’è di nuovo

Le vacche che ritornano rapidamente normocalcemiche (transient SCH) sono ottime produttrici di latte

Gestione mandria

Omeostasi del calcio: cosa c’è di nuovo

Il controllo dell’ipocalcemia non solo migliora lo stato di salute della mandria, ma porta anche un significativo aumento produttivo nel corso della lattazione

Il controllo dell’omeostasi del calcio nel periparto è sempre una sfida per la vacca da latte; di seguito alcuni recenti aggiornamenti sul metabolismo di questo importante macro-elemento, che ci possono essere d’aiuto per il controllo dell’ipocalcemia e per migliorare sia lo stato di benessere che le performance produttive e riproduttive della mandria. Nuove ricerche continuano a confermare che la miglior strategia per gestire al meglio il metabolismo del calcio rimane la dieta a DCAD negativo, anche se parziale, ovvero con un’acidificazione compresa tra -50 e -100 meq/kg ss. Il controllo dell’ipocalcemia, considerata la porta di tutte le patologie secondarie, non solo migliora lo stato di salute della mandria nel post parto, ma come messo in evidenza dalla meta-analisi fatta da Santos nel 2019, passando da un DCAD di +200 meq/kg ss a -100 meq/kg ss, ci sia un aumento della produzione di latte di circa 600 kg per lattazione. Ricerca ulteriormente confermata anche dall’allevamento in grafico, con un aumento di produzione di circa 570 kg per lattazione, utilizzando una dieta a DCAD parziale, -70 meq/kg ss rispetto a quella precedente a DCAD positivo. Interessante anche l’effetto positivo del calcio sulle proteine di giunzione della parete interna dell’utero: migliora l’effetto barriera, evita il passaggio di patogeni nel circolo sanguigno con un’ottimizzazione dello stato sanitario della vacca.
La dieta a DCAD negativo inoltre aumenta la presenza e l’attività di alcune ghiandole poste all’interno dell’utero stesso che, grazie alla produzione di particolari molecole, mantengono l’ambiente uterino pulito, riducendo il rischio di infezioni. Hanno inoltre la funzione di starter sulla ripresa dell’attività riproduttiva.

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Una buona gestione nutrizionale, compreso l’utilizzo di una dieta a DCAD negativo in close-up, in combinazione con un buon comfort della vacca sono efficaci strategie preventive nei riguardi dell’ipocalcemia clinica e subclinica
 

Dinamiche individuali

Per quanto riguarda l’ipocalcemia subclinica (SCH), avrà sicuramente delle applicazioni pratiche la ricerca fatta da McArt e Neves nel 2020 in cui le vacche vengono differenziate in 4 categorie in base al livello di calcio nel sangue nel primo e nel secondo giorno del post-parto:
1) normocalcemiche: >2,15 mmol/L il primo e il secondo giorno;
2) persistenti SCH: ≤2,15 mmol/L il primo e il secondo giorno;
3) differite SCH: > 2,15 mmol/L il primo giorno e ≤2,15 mmol/L il secondo giorno;
4) transient SCH: ≤2,15 mmol/L il primo giorno e >2,15 mmol/L il secondo giorno.
Questo studio dimostra che la dinamica del calcio totale nel sangue delle vacche in transizione cambia durante l’inizio del postparto, e quel cambiamento non è lo stesso per ogni vacca.
Nello studio, le vacche con SCH persistente o differita presentavano un rischio molto più elevato di sviluppare delle dismetabolie all’inizio della lattazione e di venire riformate entro i primi 60 giorni di lattazione (pari a 3–4 volte nelle primipare e 2 volte nelle pluripare). Inoltre le vacche con SCH posticipata erano anche caratterizzate da una minore produzione di latte. Le vacche chiamate transient SCH invece producevano una grande quantità di latte, anche superiore alle vacche normocalcemiche, probabilmente associata ad un più rapido ripristino della normale omeostasi del calcio.

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Aumento della produzione di latte a seguito dell’utilizzo di una dieta a DCAD parziale
 

Dieta del close-up

Va quindi ricordato come una buona gestione nutrizionale, compreso l’utilizzo di una dieta a DCAD negativo in close-up, in combinazione con un buon comfort della vacca, siano delle efficaci strategie di prevenzione sia per l’ipocalcemia clinica che subclinica. Ma c’è ancora molto da imparare. Infatti la ricerca continua, per chiarire quale sia il meccanismo per cui una vacca normocalcemica diventi successivamente ipocalcemica, e ancora più importante, perché una vacca ipocalcemica diventi in seguito normocalcemica.
Questi alcuni punti chiave che la dott.ssa McArt suggerisce attraverso la sua ricerca:
1) l’ipocalcemia subclinica non dovrebbe essere diagnosticata il giorno del parto;
2) ordine di parto e giorni di lattazione sono componenti importanti nel determinare quando testare il calcio nel sangue;
3) l’ipocalcemia è normale nell’immediato post-partum, e le vacche che ritornano rapidamente normocalcemiche (transient SCH) sono delle grandi produttrici di latte;
4) misurare l’ipocalcemia subclinica il secondo giorno post-parto o meglio ancora attraverso test multipli.
Per quanto riguarda il bilancio minerale va inoltre ricordato che:
1) l’eccesso di potassio e di azoto non proteico (in particolare ammonio), la carenza di sodio e di carboidrati fermentescibili nella dieta, un pH ruminale >6,5 riducono l’assorbimento del magnesio;
2) l’eccesso di fosforo nel sangue inibisce la conversione della vitamina D.


di Cristiano Ossensi e Matteo Tommasin – Tecnozoo srl di Piombino Dese (Pd)