In Merda Veritas

Le feci sono sono un buon elemento di valutazione della digestione della vacca

Gestione mandria

In Merda Veritas

Le feci delle vacche esprimono sempre il loro verdetto sull’efficienza del processo digestivo. Tocca a noi saperlo interpretare nel modo più opportuno

Se qualcuno pensa che le feci siano solamente un rifiuto da eliminare si sbaglia. È vero che spesso sono un problema per lo smaltimento, ma nello stesso tempo sono anche un ottimo fertilizzante; sono un materiale da rimuovere per mantenere pulita la stalla, ma sono anche un buon elemento di valutazione della digestione della vacca. Lo studio delle feci non è una scienza esatta, ma può dare al nutrizionista o comunque agli operatori della stalla, utili indicazioni sull’efficienza della digestione.
Prima di arrivare all’ano l’alimento deve fare un lungo percorso passando per diversi distretti, ognuno con il suo compito di lavoro: bocca, esofago, reticolo, rumine, omaso, abomaso ed infine i vari comparti dell’intestino. Un tragitto lungo circa 60 metri (vedi fig. 1) in cui i nutrienti subiscono la digestione e quello che non viene assorbito diventa feci.
Una vacca matura defeca ogni 1,5-2 ore ed escreta circa 50 kg o più di feci in relazione al tipo di alimenti, all’ingestione e alla disponibilità di acqua.

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine
 

Cosa succede nel rumine

Nel rumine avviene una trasformazione degli alimenti dovuta all’azione chimica di enzimi prodotti da una serie di microorganismi: batteri, protozoi, funghi. Ogni ml di succo ruminale contiene 50 miliardi di batteri, 1 milione di protozoi ciliati e quantità minori di lieviti e funghi. Nei monogastrici, come ad esempio i suini, il rendimento del processo digestivo è più alto, tuttavia questi animali non riescono ad utilizzare alcuni alimenti come i ruminanti. I microorganismi ruminali, invece, sono in grado di digerire composti quali la cellulosa e le emicellulose, altrimenti indigeribili, nonché di poter sintetizzare vitamine del gruppo B e la vitamina K. Alla loro morte, i batteri costituiscono essi stessi un alimento di alto valore biologico. Fondamentale ricordare che i microorganismi vivono ad un pH compreso fra 5,5 e 7, in ambiente privo di ossigeno e a una temperatura di 39-40° C. Nel rumine (figura 2), grazie a movimenti continui, avviene un rimescolamento del contenuto che è indispensabile per consentire il deflusso della fase liquida e delle parti fini all’omaso per migliorare l’azione dei microrganismi ruminali. Il rimescolamento è tanto più frequente (varia fra 1,8 e 2,2 volte al minuto) quanto maggiore è la presenza di alimenti grossolani. Se la razione è povera di alimenti grossolani (cioè di fibra strutturata) si ha una maggiore permanenza di acqua e particelle fini nel rumine, la formazione di una poltiglia che intasa le papille e una riduzione del passaggio di sostanze nel sangue attraverso la parete del rumine. La ruminazione invece, è il ritorno in bocca delle parti grossolane dell’alimento contenuto nel rumine ed ha lo scopo di permettere una nuova masticazione con riduzione delle particelle e una ulteriore insalivazione. La ruminazione inizia da 30 a 60 minuti dopo il pasto e si ripete giornalmente in 6-8 periodi, della durata di 40-50 minuti ciascuno a seconda del tipo di alimentazione. Essa è stimolata dalla presenza di fibra strutturata. Il 50% delle vacche che non dormono, bevono o mangiano, dovrebbero ruminare.

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine
 

Lunghezza delle particelle fecali

La ruminazione e la fermentazione dei microbi rompono la struttura della fibra e delle altre particelle alimentari.
Se la vacca non mangia abbastanza fibra (strutturata e totale), viene depressa l’azione ruminale e l’alimento può passare dal rumine più rapidamente di quello che dovrebbe; se questo accade, il materiale non fa in tempo ad essere fermentato e passa indigerito.
Se il rumine funziona bene, nelle feci dovrebbero essere viste poche frazioni di alimento di oltre 1,3 cm di lunghezza e pochi residui di alimenti ancora riconoscibili (cotone, mais, fiocchi, ecc.). Le vacche ad alta produzione devono avere un’ingestione “importante”, quindi una certa quantità di alimenti indigeriti può passare nelle feci. Attenzione, però, a non utilizzare questo principio come scusa per accettare una scarsa funzionalità ruminale.
 

Dove viene digerito l’alimento?

Quello che si vede nelle feci è il frutto della digestione che avviene nei diversi distretti dell’apparato digerente. Alcuni nutrienti possono essere digeriti nel rumine, altri nel piccolo intestino e altri nel grosso intestino (tabella 1).

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine

Quando il rumine funziona bene, viene fermentata la maggior parte dell’alimento e poco passa per essere digerito nel piccolo intestino o fermentato nel cieco o nel grosso intestino.
Quando il rumine non lavora bene, passa molto materiale indigerito e di conseguenza aumenta la fermentazione intestinale. Aumentando la fermentazione intestinale, viene incrementata la produzione di gas e di acidi (acidosi intestinale), che cambiano la consistenza e l’aspetto delle feci. Eccessiva fermentazione del grosso intestino può causare diarrea, schiuma e strisciate di mucina per infiammazione della mucosa (tabella 2).

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine
 

Colore e consistenza

Il colore delle feci è influenzato dall’alimentazione, dalla quantità di bile e dal tasso di passaggio. Nelle vacche al pascolo esso è verde scuro, mentre con il fieno le feci sono marroni. Con la medica esse risultano più scure che con le graminacee, mentre le diete a base di cereali conferiscono un colore più giallo-grigiastro. I tassi di passaggio più lenti causano colore più scuro un aspetto lucido dovuto alla presenza di muco. Un’eventuale emorragia nell’intestino tenue causa feci color nero catrame, mentre in caso di sanguinamento nel retto le feci risultano di colore dal rosso al marrone o anche con striature di rosso. Per ciò che riguarda la consistenza delle feci si rimanda a quanto riportato nel box della pagina succesiva e nella tabella 3 (ndR).

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine
 

Strumenti di analisi

Un attrezzo pensato per valutare le caratteristiche delle feci è il setaccio costituito da 3 griglie con fori di dimensioni diverse che trattengono i residui delle feci dopo lavatura.
Funziona un po’ come il setaccio per l’unifeed e quindi con un residuo ideale che dovrebbe rimanere su ogni scomparto (tabella 4). Con tutte le buone intenzioni di chi lo ha concepito, le valutazioni da trarre con questo sistema vanno prese con cautela perché più del 50% del contenuto fecale se ne va con la lavatura ed inoltre il risultato può cambiare in relazione a consistenza fecale, tipologia di foraggi, gruppo produttivo, pressione del getto, acqua calda o fredda, velocità di esecuzione. L’analisi oggettiva si dovrebbe fare su prodotto essiccato.

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine

Un approccio decisamente più indicativo è l’analisi chimica delle feci che permette di valutare la reale presenza dei residui della razione. Con l’avvento degli apparecchi Nir è un esame diventato facile e veloce e ritengo, ad oggi, anche abbastanza affidabile. In particolare la misurazione dell’amido fecale (vedi anche tabella 5) viene utilizzata per verificare la sua digeribilità nella razione, e dipende da:
• dimensione delle particelle (la granella mal macinata peggiora la digeribilità);
• trinciatura del silomais effettuata senza spaccagranella, il che peggiora la digeribilità;
• umidità (il silomais con oltre il 35% di S.S. è meno digeribile);
• fermentazione (più l’amido è fermentato e più è digeribile, e inoltre aumenta con il passare del tempo);
• razione non bilanciata in funzione del tipo di amido a disposizione.

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine

Un dato di campo frequentemente rilevabile è l’erronea macinazione delle granelle che si manifesta con la presenza di cospicue quantità di residui non digeriti nelle feci. Secondo studi di Jim Ferguson della Università della Pennsylvania, ogni punto percentuale in più di amido nelle feci corrisponde a 0,327 kg di latte persi.

feci, alimentazione, digestione, bovini, rumine

di Claudio Alberini – Medico Veterinario