Anche la pecora da latte ha la sua transizione

Si spera sempre che la lattazione sia ottimale

Gestione mandria

Anche la pecora da latte ha la sua transizione

Attenzione all’alimentazione offerta sia nelle settimane precedenti il parto, che in quelle successive. I consigli per massimizzare quantità e qualità del latte

Nella carriera produttiva di una pecora da latte i parti sono il momento clou. Con la nascita degli agnelli inizia una nuova lattazione che si spera sempre sia ottimale, tanto in termini di picco di produzione (2°- 3° mese) quanto in termini di continuità, indispensabile per la quantità finale di latte prodotto.
Il livello di ingestione nelle ultime 6 settimane di gravidanza si riduce notevolmente a causa del peso del feto/dei feti che crescono circa del 70%, provocando ingombro. La diminuzione della capacità di ingestione, qualora non controbilanciata da una razione energicamente più spinta e integrata di vitamine e sali minerali, può contribuire all’insorgenza di una serie di problematiche. Una di queste è legata direttamente al ritorno economico dell’allevamento: la diminuzione di calorie porta infatti a una minore produzione di latte. Le altre sono legate alla condizione di benessere animale. È possibile infatti che si verifichi:
1) una condizione di carenza di vitamina E. In questo caso cresce il danno ossidativo dei lipidi di membrana: l’aumento del numero di radicali liberi determinano un’ossidazione tissutale, responsabile della degenerazione e della necrosi cellulare.
2) una condizione di mancanza di selenio: essendo questo un elemento fondamentale per la costituzione della glutatione-perossidasi, enzima che agisce distruggendo gli agenti ossidanti quali perossido di idrogeno e lipidi perossidi, una mancanza di tale minerale è correlata ad un aumento di fenomeni di degenerazione e necrosi tissutale.
Le malattie provocate o associate alle carenze di selenio e/o di vitamina E sono note agli allevatori, e sono rappresentate dalla miodistrofia nutrizionale, dallo scarso sviluppo corporeo (ill-thrift), e da turbe riproduttive.
 

Soluzioni possibili

Per aiutare a prevenire un deficit energetico, vitaminico e di sali minerali, è opportuno inserire nella dieta del pre-parto da un lato alimenti liquidi con un elevato potere energetico (ricchi di zuccheri), che contribuiscano a mantenere alto il livello calorico quotidiano, e dall’altro integratori che bilancino il ridotto apporto di vitamina E e di sali minerali come il selenio.
Se invece che stabulate le lattifere sono allevate al pascolo, allora è consigliabile l’utilizzo di blocchi che lasciati a disposizione del gregge, apportano la necessaria quantità di sali minerali e vitamine che il solo foraggio non riesce a soddisfare appieno.
Per ciò che riguarda questa fase va infine ricordato che l’equilibrio tra la somministrazione di concentrati e foraggi è fondamentale per evitare squilibri digestivi responsabili di acidosi ruminale, e problemi metabolici con la formazione di chetosi.

ovini, latte, alimentazione
La pecora produce un latte ideale per la trasformazione, in quanto molto ricco di proteine, caseine e grassi. Di conseguenza bisogna stimolare e ottimizzare l’ingestione di sostanza secca
 

Inizio lattazione

Per ciò che riguarda il periodo del post-parto, i problemi maggiori insorgono, come noto, nelle prime 4-6 settimane di lattazione sotto forma di turbe digestive e dismetaboliche (chetosi) con conseguenti patologie podali e successiva diminuzione della fertilità. Per questi motivi occorrerebbe, se possibile, differenziare la razione offerta nelle prime 6 settimane di lattazione da quella della fase successiva.
Per produrre latte, oltre agli zuccheri (glucosio) sono necessarie proteine, meglio quelle ad alto valore biologico, ricche in aminoacidi essenziali e ad alta digeribilità, che apportino soprattutto i due aminoacidi base per la produzione lattea, lisina e metionina nel loro rapporto ottimale di 3 a 1. Da questo ne deriva un’attenta gestione del pascolo sia in termini temporali che qualitativi. Troppo spesso, infatti, non conosciamo bene il reale valore nutritivo del pascolo (e l’ingestione degli animali), oppure tendiamo a sovrastimare questo dato dimenticando che pascoli di graminacee spontanee o coltivate in avanzato stato di maturazione sono poveri di proteine, soprattutto di quelle della frazione solubile, con errori nel calcolo dell’ingestione di sostanza secca e nella formulazione della razione. Quando si seminano nuove superfici da dedicare al pascolamento è dunque opportuno dedicare particolare attenzione ai miscugli, scegliendo prodotti a buona percentuale di leguminose (trifoglio e veccia) sulle graminacee (loietto).

ovini, latte, alimentazione
Quando si seminano nuove superfici da dedicare al pascolamento è opportuno dedicare attenzione ai miscugli contenenti una buona percentuale di leguminose


Erbe giovani

Particolare attenzione va posta anche ai momenti in cui gli animali devono essere immessi su pascoli ricchi di erba giovane, scegliendo con scrupolo i tempi di permanenza, che all’inizio dovranno essere molto brevi. Tempi di pascolamento molto lunghi possono infatti causare turbe enteriche come meteorismo, diarree e tossicosi, che però possono essere prevenute mediante l’utilizzo di particolari probiotici e acidi organici che svolgono una forte azione antifermentativa, antiinfiammatoria e antibatterica a livello intestinale nei confronti dei patogeni gram negativi. La pecora produce un latte molto ricco in nutrienti (proteine, grassi e caseine), per cui per mantenere produzione e qualità bisogna stimolare e ottimizzare l’ingestione di sostanza secca che in razioni ben combinate può arrivare e superare il 5% del peso corporeo dell’animale. 


di Matteo Tommasin e Monica Carraro - Tecnozoo srl di Piombino Dese (Pd)