Costruirsi in casa una rimonta di valore

Fin dai primi giorni di vita le vitelle mostrano grande vitalità

Gestione mandria

Costruirsi in casa una rimonta di valore

Nel 2019 le bovine primipare della Società agricola Cortina di Lograto (Bs) hanno prodotto in media più di 35 kg di latte, grazie alle attenzioni e agli investimenti dedicati a manze e vitelle

Il primo parto avviene di media a 23 mesi di età, e in prima lattazione le bovine hanno performance direi molto buone. Quest’anno, su 40 primipare, la media produttiva è stata di 35,7 kg di un latte con buonissimi titoli”. Inizia da qui la nostra chiacchierata con Ettore Chiappini, titolare di un’interessante realtà zootecnica alle porte di Lograto (Bs), l’azienda Cortina. Volto abbronzato e disteso dopo una settimana di vacanza all’estero, Ettore si sofferma su quel “puzzle” di soluzioni gestionali che gli hanno permesso di centrare risultati importanti, in un allevamento che per lunghi anni (“ai tempi di mio padre e dei miei zii”) ha sottovalutato l’importanza di costruirsi in casa una rimonta di valore.

Ettore Chiappini, Massimo Barone
Ettore Chiappini con il suo alimentarista di fiducia, Massimo Barone

Oggi come oggi, grazie agli investimenti in genetica (canadese), alle soddisfacenti performance riproduttive e all’uso del seme sessato, l’azienda abbonda di buone manze, al punto che è già scattato il piano di genotipizzazione a tappeto, utile a stabilire quali soggetti avviare alla riproduzione in purezza. Ma per arrivare a questo traguardo, la strada è stata lunga. “Ed è iniziata – osserva Ettore – dalla riorganizzazione dell’asciutta, una fase di importanza fondamentale anche per una buona partenza del vitello e per la sua futura carriera in stalla”.
 

Area pre-parto

Scontato forse dire che alla messa in asciutta, successiva a un breve periodo di pre-asciutta (“necessaria perché le bovine arrivano a fine lattazione con produzioni ancora elevate”, evidenzia il nostro interlocutore), viene realizzata la vaccinazione trivalente per proteggere i vitelli dalle enteriti neonatali, in una mandria comunque ben protetta dalle malattie infettive (Ibr e Bvd in particolare).

preparto, rimonta
Secondo Ettore Chiappini, la corretta gestione del preparto è uno degli elementi fondamentali per ottenere buoni risultati con la rimonta 

Al di là di questo, i box dedicati al far off e al pre-parto sono comodi, spaziosi, ben areati e ottimamente ventilati (“un eventuale stress termico si ripercuote anche sul vitello”, ricorda Ettore) e l’alimentazione di fine gravidanza è curata nel dettaglio. In particolare quella degli ultimi 15 giorni, fase in cui all’unifeed dell’asciutta viene aggiunto un mangime in pellet molto gradito alle bovine, contenente sali anionici e immunostimolanti. “Un prodotto costoso – sottolinea Ettore – ma che ci ha dato risultati ottimi, sia sul fronte materno che per quanto riguarda i vitelli”. Proprio così: se da un lato le ritenzioni di placenta e le altre malattie del post-parto sono oggi rarità e le bovine mostrano partenze decisamente buone (“non abbiamo osservato cali produttivi nemmeno in estate”), dall’altro lato anche i vitelli nascono vispi e vitali, e possono presentarsi in forma all’appuntamento con il colostro.minibox, vitelli, svezzamento

I minibox dove i vitelli vengono alloggiati tra il 50esimo giorno di vita e lo svezzamento, che solitamente avviene intorno al 60esimo giorno

 

Colostratura attenta

Qui si tratta, come noto, di vincere la corsa contro il tempo, ma sia Ettore che i due dipendenti indiani alloggiano nelle immediate vicinanze della zona parto, per cui il personale aziendale è quasi sempre presente al momento delle nascite. Le madri vengono munte e il colostro viene selezionato in base ai gradi Brix, mentre i vitelli vengono di regola nutriti con il colostro della banca aziendale, offerto in dosi abbondanti: “con la prima somministrazione che viene realizzata quanto prima possibile – osserva infatti Ettore – puntiamo a far ingerire ai neonati almeno 3 litri di colostro: se nascono sani, senza traumi, li bevono eccome, altrimenti usiamo la sonda”.
E così, dopo la colostratura e la disinfezione della zona ombelicale, i vitelli possono iniziare il loro soggiorno in gabbietta, dove ben nutriti e ben protetti dalle infezioni, crescono forti e sani. Mortalità della fase: 1% circa. “Nei primi 50 giorni – evidenzia Massimo Barone, l’alimentarista di fiducia dell’azienda Cortina – offriamo un latte ricostituito a base di siero di latte, che lascia al vitello quel po’ di appetito per consumare il mangime starter che così come l’acqua, viene offerto a volontà a partire dal settimo giorno. Un mangime in pellet ricco di probiotici e soprattutto di fibra digeribile, in modo tale da favorire la crescita delle papille ruminali e più in generale lo sviluppo del rumine. Quanto al latte – sottolinea ancora Massimo – partiamo da 2 litri di latte ricostituito a pasto (130 grammi di polvere a litro) per due volte al giorno, per poi aumentare ogni settimana di circa mezzo litro. Questo fino al 50esimo giorno”.
 

Svezzamento e dintorni

Al 50esimo giorno inizia infatti la fase di svezzamento, che si conclude con la sospensione del latte ricostituito, realizzata quando il vitello consuma 1,5 kg di mangime starter. In questa fase il vitello viene sistemato insieme ai suoi compagni in mini-box collettivi, dove viene offerto ad libitum un unifeed a secco costituito di fieno (prato e in piccola parte medica) e di un mangime “a pellettoni”, che inevitabilmente si amalgama poco e consente la cernita. Il rapporto in termini di sostanza secca? Circa un 30% di fieno e un 70% di mangime. “Ma il pellettone, che ha un tenore proteico del 20% – sottolinea l’alimentarista – contiene anche fibra grossolana, che previene l’acidosi ruminale e stimola la salivazione”. E sopra all’unifeed, viene aggiunto a mano il mangime starter del primo periodo, ma in quantità tali da invogliare i vitelli a consumare anche il resto della razione. Del latte si è detto, le quantità vanno via via scemando fino alla sospensione, che avviene in genere intorno al 60esimo giorno di vita.

pellettone
Il “pellettone” inserito nell’unifeed a secco che viene consumato tra il 50esimo giorno fino al sesto mese
 

Obiettivo 130

Intorno ai 2 mesi i vitelli vengono dunque svezzati e vengono trasferiti nei box collettivi dove vengono stabulati per gruppi di coetanei fino ai 6 mesi di vita. L’unifeed è sempre quello a secco della fase precedente, sempre in rapporto di 70%-30%, mangime a pellettoni e fieno. Unica variante, l’inserimento per alcuni giorni e per due volte all’anno di una premiscela medicata contro la coccidiosi. “In passato – spiega Ettore – abbiamo dovuto fare i conti con questa malattia, che ha ostacolato la crescita degli animali”.

Manzette
Manzette di 3-4 mesi

Successivamente avviene lo spostamento nei box dove la razione è costituita dal “carro manze”, un unifeed al 14% di proteina grezza formulato per un consumo di 8 kg di sostanza secca. “Con questa razione – osserva ancora Ettore – le manze crescono più alte e meno grasse rispetto a un tempo, quando utilizzavamo una dieta più energetica e meno proteica”.
Già, la crescita. “L’obiettivo prioritario di questa fase – concludono infatti Ettore e Massimo prima di rimettersi al lavoro – è raggiungere prima possibile i 130 centimetri di altezza al garrese. Dopodiché il gioco è fatto: a questa altezza, che viene raggiunta anche entro l’anno di vita, le manze vengono fecondate con il seme sessato. La fertilità non dà problemi, e prima dei 24 mesi partoriscono il loro primo vitello”.
E così, coccolate fin dalla nascita o meglio fin dalla vita intrauterina, le bovine fanno una prima lattazione da manuale. Ma anche dopo non scherzano affatto.